Quando ho deciso di partecipare al contest Basta 1 minuto – Le vostre storie di inclusione, promosso da SuperAbile Inail, non immaginavo di arrivare in finale, né di vivere l’emozione della cerimonia di premiazione al MAXXI di Roma.
Il video "La bellezza di ogni libera scelta" è nato dal desiderio di raccontare in modo semplice e diretto cosa significhi davvero “inclusione”. Una parola che spesso viene caricata di significati straordinari o ridotta a slogan d’effetto, ma che per chi vive una disabilità ha un senso molto più concreto: vivere una vita piena, avere accesso alle stesse opportunità degli altri e poter scegliere come costruire la propria quotidianità.
Azioni apparentemente normali, come lavorare, viaggiare o andare a un concerto, diventano spesso imprese straordinarie a causa delle barriere architettoniche, culturali e burocratiche che ancora oggi sono troppo presenti.
Basti pensare alle difficoltà quotidiane: prenotare una stanza accessibile in hotel richiede decine di telefonate; trovare un bagno idoneo in città è una sfida; accedere a un concerto implica affrontare una burocrazia infinita per pochissimi posti riservati. Persino comunicare con gli altri può trasformarsi in un ostacolo, quando qualcuno si rivolge all’accompagnatore invece che direttamente a te. A queste difficoltà si sommano problemi più sistemici, come le sfide per trovare un lavoro o per organizzare l’assistenza necessaria alla gestione della vita quotidiana.
In un mondo ideale, tutto questo sarebbe garantito come diritto universale, ma oggi queste libertà rimangono, per molti, un’utopia.
Per superare queste barriere è indispensabile avviare una rivoluzione culturale, che abbandoni l’ottica assistenzialista e metta al centro la persona, con i suoi talenti, aspirazioni e unicità. I media hanno un ruolo essenziale in questo processo: devono raccontare la disabilità non come fragilità, ma come una delle tante forme