In una metropoli come Pechino tutto si gioca non su quello che fai, ma su ciò che sei. Nell'incontro con l'altro hai la speranza di gettare quel piccolo seme anche se in realtà non sai se porterà frutto.
Pechino ti accoglie sbrigativa, caotica e veloce come può esserlo solo
una metropoli di quasi 22 milioni di abitanti.
«I primi tempi sono stati complicati - esordisce Cristina -, mi sono inserita in una realtà di accoglienza già esistente, ritrovandomi mamma di quattro bambine con disabilità che parlavano
una lingua incomprensibile. Mi sono messa d’impegno a studiare il cinese e ho dovuto prendere la patente!»
Anno dopo anno, e non senza fatica, Cristina si cala nella nuova realtà e si inserisce nel mondo del lavoro collaborando con alcune associazioni cinesi per
l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità. Un’esperienza gratificante, che però inizia presto a starle stretta. Cristina sente infatti il bisogno di vivere l’accoglienza, valore trasmesso dalla famiglia. «Un’associazione locale cercava
ospitalità per MengMeng, una bimba distonica, e
TangTang, un bimbo che aveva smesso di parlare a seguito di un trauma – ricorda -, nonostante gli impegni lavorativi ho detto subito sì. Non solo io, ma anche Francesca, arrivata qualche anno prima per dare una mano e poi diventata insegnante di scuola superiore. A casa con noi MengMeng ha imparato a camminare e a vestirsi da sola, TangTang è diventato un chiacchierone. Entrambi
sono poi tornati in famiglia e MengMeng ha iniziato la scuola, un’eccezione in questo paese».
Una vita di corsa, tra casa e lavoro
«Al momento ho un impiego part time come maestra di sostegno in un asilo privato e faccio consulenze per persone che desiderano impegnarsi nel sociale – racconta -. Da quando Francesca ed io ci siamo trasferite in una casa in periferia, realizziamo anche laboratori con le mamme e i bambini del vicinato. Uno spazio di confronto su tematiche educative e un luogo in cui i bambini possono sfogare la propria creatività e giocare insieme, per staccare dalla scuola che è davvero molto impegnativa».
Le fatiche sono tante, ma Cristina ha scelto di rimanere.
«Ho imparato ad amare questo popolo che sembra aver bisogno di vita vera – conclude -. Nel mio piccolo cerco di mostrare agli altri che vivere diversamente è possibile».
Chi è Cristina
Cristina nasce nel 1980 a Cittadella, un paesino in provincia di Padova. Cresce a contatto con la Comunità Papa Giovanni XXIII e fin da piccola incontra missionari di ogni parte del mondo, appassionandosi ai viaggi e alle culture diverse dalla propria. Nel 1994 si trasferisce in Cile con la famiglia. Dopo la laurea in Studi Sociali, nel 2004 rientra in Italia. Cittadina del mondo, nel 2008 riparte per la Cina dove vive tuttora.
Un aiuto per YueYue
Cristina vive in uno dei tanti quartieri alla prima periferia di Pechino. Con lei abitano Francesca e LinLin, una delle prime bambine accolte, che ha da poco avviato un laboratorio di pasticceria. Nel weekend c’è anche YueYue, una ragazzina sorda, mentre durante le vacanze universitarie torna WenYa, pure lei tra le prime accolte. Grazie al lavoro Cristina e Francesca sostengono le spese di casa, ma le
sedute dalla psicologa di YueYue e i materiali per le
attività con i bambini sono spesso un extra difficile da affrontare. Se qualche lettore volesse dare una mano sarebbe un aiuto prezioso!
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