Stasera a casa è arrivato Emiliano; sessant’anni portati male e pesanti come le sue valigie. Entra e dopo mezz’ora rompe il silenzio: «Grazie». E si commuove. A chi è povero manca sempre il necessario (casa, visto, lavoro…), ma poi ne incontri alcuni che seppur privi del necessario non lo sono dell’essenziale: Dio è con loro e si vede. Tanti assomigliano ad Emiliano. Provati in tutto eppure sempre lieti, amorevoli e senza pretese, comprensivi ed umili, indifesi e in pace. Capisci allora che loro sono davvero beati, quelli da cui imparare a vivere, a credere e a seguire il Signore, quei veri poveri, a cui – come dice il Vangelo - appartiene il Regno dei cieli (cf Mt 5,3). Ed è plausibile che siano proprio loro (Sandrino, Novella, Namir, Irina e Jian…) la voce che oggi ci invita a ritornare a Dio e a credere per davvero al Vangelo.
La Quaresima è quindi un cammino da intraprendere, un viaggio di ritorno a Dio e verso se stessi; il tempo opportuno – dice Papa Francesco – a verificare le strade intraprese, riscoprire il nostro legame con Dio e discernere dove è orientato il nostro cuore! La Quaresima è pertanto una sfida rivolta all’innegabile desiderio di autenticità, di una vita libera e riconciliata, che abita il cuore dell’uomo, da accogliere con gioia, docilità e riconoscenza.
La Quaresima è il momento favorevole per discernere cosa muove, motiva e desidera il nostro cuore; per valutare la bontà delle opinioni e certezze raggiunte, i progetti che portiamo avanti; per verificare se camminiamo davvero col Signore, lo cerchiamo con assiduità e desiderio sincero, nella preghiera, nei sacramenti e nella comunità; se il silenzio è uno spazio di incontro con Dio e se stessi, oppure se genera disagio da dover interrompere con il web o la radio; se la riconciliazione col Signore è attesa o se è diventata un momento trascurabile che rimandiamo con facilità.Per camminare assieme a Gesù verso la Pasqua, non basta la ferma volontà di accogliere docilmente la sua Parola, ma un amore libero ed incondizionato, proprio come è l’amore di Gesù, come il chicco di grano che prima di poter dare i frutti buoni ed abbondanti, deve cadere nel terreno, marcire e macerare (Gv 12,24-26). Dio è amore e l’amore non può che amare e donarsi, senza limiti e condizioni. È l’amore di Dio che Gesù ci ha rivelato e con l’esempio ci ha insegnato a vivere. È l’amore che nulla trattiene e tutta dà. È la via della vita e la verità che assume i tratti umili di un uomo, che si fa l’ultimo degli ultimi, povero coi più poveri e lontani da Dio, servo di tutti. È Dio che, a chi accoglie la sua Parola e rimane nel suo amore, promette la gioia piena (cf Gv 15,11).
Il cammino di Quaresima che richiama ai 40 giorni in cui Gesù si è sottoposto alla tentazione del demonio nel deserto, evoca il cammino del popolo ebraico liberato dagli egiziani e in fuga verso al terra promessa. 40 anni vissuti nel deserto rappresentano un tempo determinato, che ha come prospettiva non la fine o la morte, ma la vita senza fine, non impedimento ad una condizione definitiva e certa di salvezza ma l’attesa di una maturazione, necessaria per vivere in pienezza la terra promessa da Dio.Allora, il sentimento che deve animare il cammino di Quaresima è quello della riconoscenza e della gioia, che si esprime nella lode ed esultanza. Perché per raggiungere la terra promessa, il popolo ha impiegato circa 40 anni se il territorio era molto ristretto e percorribile in pochi giorni? Per farci capire che per arrivare alla terra promessa, per diventare veramente eredi di ciò che Dio ha promesso, il popolo doveva essere preparato e pronto ad accogliere e custodire un dono tanto grande, a vivere nella libertà e nella giustizia.
Lo stesso vale per noi! È necessario fare spazio in noi a Dio, permettergli di diventare il Signore di tutto noi stessi, finché sappiamo amarlo come lui chiede e desidera: «Tu amerai dunque l'Eterno, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza» (Dt 6,4-5). Fino a quando non si realizzerà questo nella nostra vita, possiamo consideraci come il popolo che cammina nel deserto, girando su se stesso e ripercorrendo tante volte le stesse strade. Fino ad allora, non saremo liberi per davvero, la nostra vita rimarrà incompiuta e anche la nostra gioia, quella promessa da Gesù, sarà imperfetta.Allora, quali sono le sfide della quaresima?