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24 Luglio 2024

Lavoro: giù le mani dal Made in Italy

Salvi i lavoratori dell'azienda modenese in cui furono brevettati dispositivi salvavita per i pazienti Covid. Sospesa la mobilitazione durata un mese, con cui han detto stop alla speculazione delle multinazionali che gestiscono il distretto biomedicale più importante d'Europa.
Lavoro: giù le mani dal Made in Italy
Primo match vinto dagli operai del biomedicale per salvare il Made in Italy nella produzione e nella ricerca di dispositivi per la salute

Un braccio di ferro senza precedenti quello tra i lavoratori dell’Azienda Mozarc Bellco di Mirandola, cittadina modenese nota per essere il fiore all’occhiello del Mady in Italy nel settore biomedicale, e i dirigenti americani. In quest’area emiliana risiede infatti il motore europeo del biomedicale, dalla ripartenza dopo il terremoto del 2012 in cui persero la vita 10 lavoratori e all’eroica full-immersion durante la pandemia del 2020. Oggi i 350 lavoratori dell’azienda, fondata da Mario Veronesi nel 1972, e dallo scorso anno appartenente a Mozarc Medical, gruppo nato dalle multinazionali statunitensi Medtronic e DaVita, sembrano aver cantato vittoria. Poche settimane fa con i rappresentanti sindacali e delle amministrazioni comunali, sono arrivati fino a Roma lo scorso 9 luglio per un confronto con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario con delega alle crisi d'impresa, Fausta Bergamotto, insieme ai dirigenti del gruppo statunitense. Fissato per il 17 settembre il prossimo meeting nella sede del Mimit. E dopo un lunghissimo mese di tensioni, hanno finalmente sospeso il presidio proprio in questi giorni, fiduciosi nella promessa di avviare un percorso di reindustrializzazione della importante azienda.

Cosa è accaduto nel settore del biomedicale

Il 12 giugno i vertici dell’azienda, che attualmente produce filtri e dispositivi per il trattamento delle patologie renali, annuncia la chiusura del settore produttivo e la volontà di mantenere aperto solo il reparto di ricerca e sviluppo e alcuni servizi per la “progettazione di dispositivi per le terapie dialitiche domiciliari, i sistemi di accesso alle cure renali (cateteri e aghi fistula) e su altri prodotti per la salute dei reni che maggiormente la distinguono nel mercato internazionale”. Le perdite sono triplicate in un anno. Dagli imprenditori italiani l’allarme: servono dazi contro i dispositivi cinesi. Gli operai mirandolesi invece temono la cessione ai partner indiani del settore.
Presa di posizione anche del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: «Le soluzioni ci sono e vanno trovate con pazienza e solidarietà, sapendo che la precarietà è quanto di peggio ci possa essere». Deciso anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto alla Camera dei deputati lo scorso 19 giugno. «Il nostro obiettivo è quello di mantenere i siti produttivi del nostro Paese, anche quelli che, evidentemente, devono affrontare una trasformazione o una riconversione ad altri settori». 
Il 20 giugno la ripresa della produzione dopo 7 giorni di sciopero coraggioso dei dipendenti, evento straordinario applaudito dai segretari regionali di Cgil e Cisl «Bellco non è solo un’azienda, ma l’anima di un successo industriale che porta Mirandola e l’Emilia-Romagna nel mondo. E quell’anima sta con chi lavora».
Il 26 giugno è la volta del tavolo con le istituzioni della Regione Emilia-Romagna e il 9 luglio il tavolo convocato dal Mimit.

I lavoratori del biomedicale, eroi durante la pandemia

È proprio a Mirandola, in aziende come la Mozarc, che i lavoratori del settore sono diventati eroi durante la pandemia da Covid-19, producendo notte e giorno senza sosta dispositivi salvavita. Italiano ad esempio il brevetto del CytoSorb, il dispositivo medico di purificazione del sangue, ideato dagli ex-dirigenti della Bellco Mauro Atti, Stefano Rimondi e William Pulga, per controllare l’infiammazione da ‘Tempesta Citochinica’ di pazienti Covid.
Italiano anche il brevetto dei caschi da ventilazione non invasiva, aziende locali come la Dimar dovettere passare al volo da una produzione di 200 caschi a 600 al giorno per il veloce espandersi degli effetti.
Italiana l’ideazione del professore Marco Ranieri, ordinario dell’Università di Bologna, di un circuito in grado di collegare un solo respiratore per fornire ossigeno a due pazienti, prodotto in grandi quantità dalla Intersurgical di Mirandola.

Sindacati e istituzioni uniti nella battaglia di risonanza "europea"

«Non funziona l’idea che settori strategici per il Paese, per l’intera Unione Europea e per la vita delle persone – questo fa il biomedicale: realizza soluzioni che proteggono la vita – siano lasciati in balìa di un mercato che tira dritto e punta sempre e solo al profitto - spiega Maria Rosa Papaleo, segretaria Cisl Emilia centrale -. L'Unione non può ostinarsi ad opporre la teoria liberale alla protervia di chi ci considera zona di conquista». 
La battaglia della Mozarc Bellco è arrivata anche al Parlamento europeo grazie al neo eletto Stefano Bonaccini, governatore della Regione, e da Gualmini, fresca di riconferma a Bruxelles che ha dichiarato «Questa è una terra di innovazione e non diventerà sinonimo di ripiegamento».
Per questo la storia del distretto biomedicale, terzo al mondo e primo in Europa, è una storia che non si può scordare.