Ogni anno milioni di granchi invadono le strade per riprodursi. Molti muoiono schiacciati dall'uomo. Altri vengono salvati da quegli uomini che costruiscono per loro dei ponti. «Costruire ponti, questo lo possiamo fare»: l'atletica per disabili raccontata in un libro.
Nel mio lavoro e ora, grazie ai miei ragazzi, nella mia vita, la prima cosa che cerco in un ragazzo disabile è ciò che sa fare, la sua passione, le sue potenzialità. E da lì costruisco, invento. Il muratore, per costruire i muri di una casa, non conta i mattini che non ha, ma quelli che ha. Inizia con quelli.
Lo stile di scrittura di Giulia d'Intino nel suo libroCome i granchi a primavera (bookabook)è talmente delicato, ed entra con discrezione nelle vite degli altri, che ho deciso di andare a conoscerne i protagonisti.
Ogni anno la squadra di atletica di Ag23 scende in pista durante la tradizionale Corsa dei Becchi di Santarcangelo di Romagna. Ma quest'anno no, tutto è diverso, e gli istruttori hanno deciso di portare gli atleti a dare prova di sé alla Maratona di Ravenna, l’evento che nella città dei mosaici richiama ogni anno oltre 10.000 sportivi.
Correndo senza frontiere: alla Maratona di Ravenna c'è posto per tutti
Al mio arrivo a Ravenna, il 14 novembre 2021, il pulmino dei disabili è in ritardo. C'è solo Matteo ad aspettare: lui è uno dei nuovi della squadra, ed è arrivato con la sua famiglia. Ma a chiamarli disabili, dopo aver letto il libro e vissuto l’esperienza sportiva con loro, viene un po' da vergognarsi. «È arrivato un nuovo atleta», scrive Giulia nel suo libro nel presentare i ragazzi; ed è così che li conosco: maglia della squadra, numero sul petto, e via, tutti di corsa, ma camminando.
Per la verità i ragazzi di Ag23 sono abituati a migliori prestazioni: due volte a settimana nello Stadio di Santarcangelo di Romagna (RN) si allenano nelle corsa di resistenza sui 100 e 200 metri, nella staffetta, nel lanci, nel salto in lungo. Ma qui si va al passo del più lento, e sono 92 in tutto gli iscritti al tracciato Correndo Senza Frontiere della Maratona di Ravenna: pensato dal Centro Sportivo Italiano, il percorso, dopo un zig-zag di 3 km immersi fra le bellezze nel centro storico della città, condivide il traguardo con quello dei velocisti nazionali.
E così, al passo del più lento, ci si prende per mano. Anzi, senza cercarla, mi prende per mano proprio Arianna, che insieme a Cristian Tripari è una degli atleti storici del team. Oggi si celebra il compleanno della squadra: due lustri fa erano 4 gli iscritti, quando la squadra di atletica venne creata sull'idea di Giulia d'Intino e di Lorenzo Gasparini; oggi conta 26 atleti. Cristian cammina accompagnato da una ragazza giovane. Sembrano personaggi sgusciati fuori dalle parole del libro.
Più avanti Alice Molari, illuminata dall'unico raggio di sole della giornata, taglia il traguardo insieme a Laura e sorride. Ha 19 anni ed è volontaria da più di due anni: «Gli atleti della squadra mi danno tanto; quando sto con loro tutti i problemi della giornata mi passano via; si crea un legame bellissimo, stare con questi ragazzi è un'esperienza unica».
Arianna chiede più volte informazioni sulla medaglia che riceverà al traguardo, mi stringe la mano ed è felice. Entusiasta nel correre, affretta il passo per raggiungere i keniani alla testa del gruppo. Ma dobbiamo trattenerla perché non sposti troppo il peso sulle gambe incerte. Come nel libro, parla di sé sempre in terza persona.
Cristian è entrato in squadra all'età di 9 anni; oggi ne ha 19: «Amore e professionalità — mi racconta la mamma Cristina Della Chiesa — è quello che abbiamo sempre trovato».
Il significato dello sport per le persone con disabilità
Dopo i festeggiamenti di fine giornata sarà proprio Cristina a raggiungermi; mi raccomanda di scrivere quanto segue: «Si parla molto di fare la differenza nella vita degli altri, al giorno d’oggi; volevo dirti che questi giovani hanno fatto la differenza nella vita nostra, sia come famiglia che come singoli. Non sono tante le persone che riescono a far questo; per i genitori di figli con disabilità non è facile trovare sul territorio persone di fiducia cui affidare i propri figli».
Con poche parole Cristina mi traccia la situazione di isolamento in cui hanno vissuto come famiglia diversi anni fa, quando si materializzò per loro come un fulmine la diagnosi di autismo. Poi in una frase raccoglie l’esperienza di una vita: «Da allora abbiamo visto crescere Cristian sia a livello motorio che come esperienze di socializzazione: sta diventando grande; ha diritto ora di cercare un proprio spazio in cui noi genitori non possiamo entrare. A volte anche non è un passaggio facile lasciarlo andare, ma è giusto anche per noi che sia così».
All'inizio i genitori potevano assistere agli allenamenti dei propri ragazzi dalle tribune, ma da diversi anni, per due volte a settimana, l’ingresso allo stadio è loro precluso. Questa regola vuole aiutare gli atleti a crescere nelle autonomie, a diventare gli uomini e donne che sono.
L'Associazione Sportiva Ag23
Il primo progetto di palestra dell’Associazione sportiva Ag23 venne avviato nel 1992, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. A Rimini si volevano avviare attività motorie e progetti di animazione per i bambini e gli adulti del centro diurno di una nascente cooperativa sociale La Fraternità. Fra le attività: ginnastica, danza, acquatici, bowling, basket.
Squadra di atletica Ag23 al completo alla Maratona di Ravenna
Foto di Marco Tassinari
Il Centro Sportivo Italiano con tutti gli atleti di Correndo Senza Frontiere, edizione 2021. Fra loro gli atleti di Ag23.
Foto di Marco Tassinari
Gli atleti di Correndo Senza Frontiere lasciano spazio al passaggio dei più veloci, alla maratona di Ravenna, Moka 2021
Foto di Marco Tassinari
Mi faccio svelare il dietro le quinte da Valeria Pazzini, i cui occhi elettrici nel romanzo rispondono al nome di Sofia: «Per me e per molti altri operatori che accompagnano la squadra ormai lo sport è diventato un lavoro; questo nel libro non c'è scritto. La relazione fra il mio personaggio e Caterina, l'alter-ego di Giulia, invece è autentica»; si vede che si vogliono bene. La sua amica ed autrice Giulia, 35 anni, le cui parole mi hanno portato qui, è dovuta rimanere a casa a badare ai due figli piccoli.
Il 2020 e il 2021, come per tutti, sono stati anni di ri-progettazione; Filippo Borghesi è il coordinatore di Ag23: «Come tutte le palestre abbiamo dovuto ridimensionare le nostre attività, per rispettare le disposizioni di contrasto al Covid-19; adesso stiamo cercando di ripartire. Quest'anno sta nascendo la squadra di baskin; i ragazzi che hai conosciuto, della squadra di atletica, si stanno preparando per le Special Olympics di Torino 2022». Buona fortuna!