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20 Luglio 2022

Migranti: l'Europa cerca un accordo

Il Migration Pact è ora nelle mani del Consiglio Europeo, ma ci sono posizioni differenti. Vediamo quali
Migranti: l'Europa cerca un accordo
Foto di ANSA/ARMED FORCES OF MALTA
Accertamenti su chi ha diritto all’asilo, solidarietà con i Stati più esposti, cooperazione internazionale per favorire eventuali rimpatri. Sono i punti principali del New Migration Pact che punta a costruire un sistema europeo per la gestione delle politiche migratorie.
L’Europa e il mondo condividono un complesso, a tratti precipitoso, processo di trasformazione in cui uomo e Globo sono sempre più in relazione e unità di misura. I cambiamenti climatici, e il Covid, prepotentemente ci stanno obbligando a constatare questa stretta connessione, agevolata dalle nuove tecnologie, le telecomunicazioni, i trasporti e i servizi. In questo contesto che procede a velocità differenti, a causa di povertà, guerre, catastrofi per i cambiamenti climatici sempre più persone si spostano o devono abbandonare la propria casa e terra, alla ricerca di uno luogo sicuro dove poter vivere nel rispetto della propria dignità.
Grafico immigrazione in Europa nel 2021
Foto di Fonte: Commissione Europea, “Statistiche sulla migrazione verso l’Europa”, in https://ec.europa.eu/info/index_it

La migrazione, e la sua gestione di conseguenza, inevitabilmente si confronta con questa complessità, diversità e dinamicità, in cerca di risposte adeguate e proporzionate. Quale la proposta a cui sta lavorando l’Europa?

Cos’è il Migration Pact

Dopo l'ondata senza precedenti di flussi migratori verso l'Europa verificatasi nel 2015, la Commissione Europea ha avviato un percorso nel 2016 con la proposta di riforma del Sistema europeo comune di Asilo (CEAS), appoggiata dal Parlamento Europeo ma bloccata poi al Consiglio dal veto di alcuni Stati Membri.
Con l’insediamento della nuova Commissione Europea l’iniziativa è ripartita con la proposta del New EU Migration Pact lanciata il 23 Settembre 2020. Il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo è un insieme di proposte – anche normative perché prevede la modifica di diversi regolamenti europei – che tenta, dopo due consultazioni complete di Parlamento Europeo, Stati, Governi e la società civile, di costruire un sistema Europeo di gestione e politica migratoria.
La proposta segue tre filoni: nuove procedure per stabilire rapidamente lo status all’arrivo e un’unica norma comune di protezione internazionale nell'Unione (COM(2020)611) che sostituisce quelle esistenti negli Stati membri; un quadro comune per la solidarietà e la condivisione della responsabilità; un cambiamento di paradigma nella cooperazione con i Paesi terzi per favorire i rimpatri.
In particolare vi sono misure che concernono i controlli alle frontiere esterne europee (si intendono le frontiere dei Paesi europei che confinano con Stati extra europei), le procedure di asilo, una revisione parziale del cosiddetto regolamento di Dublino, il tentativo di istituire meccanismi di solidarietà tra Stati dell’UE verso i Paesi membri più esposti ai flussi e una disciplina per le situazioni di crisi causate da pressioni migratorie impreviste e ingenti.
Grafico degli attraversamenti irregolari
Foto di Fonte: https://ec.europa.eu/

Grafico degli arrivi via mare
Foto di Fonte: https://ec.europa.eu/

Entrando nel concreto della proposta, evidenziamo alcuni punti salienti.

L’accertamento pre-ingresso

La nuova fase di accertamento pre-ingresso (COM(2020)612) prevede uno screening per l’identificazione con la raccolta delle impronte digitali-dati biometrici, la  verifica che non rappresentino una minaccia per la sicurezza interna attraverso le banche dati Europee (adesso collegate tra loro), controlli sanitari per individuare le persone vulnerabili e bisognose di cure o che minacciano la salute pubblica. Gli accertamenti sono previsti in luoghi ubicati «presso le frontiere esterne o nelle loro vicinanze» e entro cinque giorni le persone migranti dovrebbero essere indirizzate alle procedure di asilo o rimpatrio, alla frontiera o meno.

Le domande di asilo

La procedura di esame delle domande di asilo alla frontiera prevede che se una persona presenta domanda di asilo e proviene da un Paese con bassi tassi di riconoscimento del diritto di asilo, pari o inferiore al 20% o se la domanda è fraudolenta, strumentale, il suo caso verrebbe esaminato direttamente alla frontiera. Questa procedura consente alle autorità di esaminare la domanda senza concedere l'ingresso nel suo territorio, trattenendo la persona, entro 12 settimane, compreso un ricorso unico.

I rimpatri volontari

Il decreto di rimpatrio viene collegato direttamente a una decisione negativa di richiesta di asilo, accelerando così le pratiche esistenti. I rimpatri volontari sono uno degli obiettivi chiave del New Migration Pact, per questo la Commissione rafforzerà i programmi di Cooperazione con i Paesi terzi di partenza che sono disponibili a attivare programmi di reinserimento lavorativo e percorsi formativi al rientro dei migranti.

Le diverse posizioni politiche sui migranti in Europa

Attualmente il Migration Pact è nelle mani del Consiglio Europeo nel quale, però, vi sono posizioni differenti che, come ripreso nel Documento per le Commissioni della Camera dei Deputati del 16 marzo 2021, potremmo definire in tre orientamenti generali.
Uno fa riferimento ai Paesi cosiddetti Med-5 (Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro) che, avendo la maggioranza del carico dell’afflusso delle persone migranti, lamentano il rischio che a fronte di un meccanismo che aumenta gli oneri procedurali e di detenzione nei Paesi di primo ingresso, non riscontrerebbero un meccanismo di solidarietà altrettanto certo e obbligatorio. Questa posizione ben motivata e dettagliata la ritroviamo anche nella risoluzione della 14° Commissione permanente sulle Politiche dell’Unione del Senato italiano, approvata il 19 gennaio 2021.
Un gruppo di Stati membri – cosiddetto “continentale-nordico”, di cui farebbero parte Francia, Stati del Benelux, Svezia, Danimarca Finlandia, Paesi Baltici e da ultimo il governo tedesco – spinge invece per l’irrigidimento delle norme di ingresso e di asilo per proteggere maggiormente il proprio spazio senza frontiere interne, e non caricarsi di ulteriore peso nella gestione dei migranti
Infine il cosiddetto gruppo dei Visegrad 4 (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica slovacca) avrebbe ribadito una posizione tradizionalmente contraria a qualsiasi forma di ricollocazione, anche differita nel tempo. Questa posizione dopo l’invasione dei profughi Ucraini potrebbe essersi leggermente modificata, ma rimane ancora da verificare.
Il Governo Italiano ha chiesto maggiori dettagli sulla gestione concreta degli accertamenti pre-ingresso in soli cinque giorni, come anche il Comitato Economico e Sociale Europeo e diverse ONG preoccupate che per rispettare i tempi vi possa essere una compressione dei diritti.
Diversi Stati Membri hanno prodotto osservazioni scritte in merito alla proposta della Commissione, partendo dal rispettivo punto di vista; rimane chiaro il bisogno di arrivare a un accordo che possa essere firmato da tutti gli Stati.



Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata in un’azione di informazione, monitoraggio e sensibilizzazione sul nuovo Patto Europeo per le migrazioni e l’asilo, coinvolgendo politici e la società civile, come in occasione del webinar online organizzato il 16 Marzo 2022 a cui erano presenti una funzionaria della Commissione Europea e due Europarlamentari coinvolti in un fruttuoso incontro. Vi terremo aggiornati sulle prossime iniziative.