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5 Ottobre 2024

Naike Monique Borgo. La suora che procura follower a Gesù

La suora social che ispira i giovani, testimone della fede accessibile e autentica.
Naike Monique Borgo. La suora che procura follower a Gesù
Era timida, impacciata, ma qualcosa l'ha risvegliata e portata a scoprire la sua strada. Esperta di comunicazione, ora porta a Dio attraverso i social media.
In un'epoca in cui i social media dominano la scena comunicativa, emerge una figura autentica e coinvolgente nel panorama della Chiesa cattolica: Suor Naike Monique Borgo, orsolina del Sacro Cuore di Maria.
Attraverso i suoi profili social, condivide la sua vita quotidiana, riflette sulla fede e offre spunti di riflessione ai follower.
Per il suo impegno nella comunicazione digitale, è stata coinvolta dal Vaticano, in occasione della GMG di Lisbona 2023, anche per il Sinodo digitale. Con hashtag come #vitadasuora e #vitafelice, la sua attività sul web varca le mura del convento per abbracciare il mondo intero.
Suor Naike ha un percorso accademico notevole: laureata in Scienze giuridiche a Brescia nel 2005, ha successivamente conseguito una specializzazione in Strategie di comunicazione a Padova nel 2016. È vice direttrice dell’ufficio comunicazioni sociali e responsabile ufficio stampa della diocesi di Vicenza. È anche una delle voci di Radio Oreb, per cui conduce "Cristiani in movimento", un programma che tratta di spiritualità, fede e vita quotidiana. Oltre a ciò, insegna omiletica, l'arte dell'omelia. E nel 2022, per la San Paolo, ha pubblicato il suo primo libro, La grammatica di Maria, che offre meditazioni ispirate alla vita della Madre di Gesù.
Suor Naike, nata a Schio nel 1981, è stata una bambina molto desiderata dai genitori: arrivata dopo 19 anni dal fratello, è sopravvissuta ad una gravidanza ed un parto complicati. Per questo il padre ha scelto per lei il nome Naike, ispirato a un capo indiano simbolo di forza e affidabilità, e Monique, perché pensava che Monica – ironia della sorte – suonasse troppo da suora.
Sui suoi social media scrive: «Le grandi scelte vanno preparate dalle piccole scelte, in un allenamento incessante. Perché l’amore è per i coraggiosi e coraggiosi si diventa». Così è successo a lei. La “suora social” che oggi conosciamo, spigliata e comunicativa, non è sempre stata così. Ma scegliendo di percorre giorno dopo giorno la via dell’amore, ha trovato qualcosa che l’ha trasformata.

Chi era Naike Monique Borgo da ragazzina?

Naike Monique Borgo in Terra Santa 2019
 
«Sono stata una bambina molto introversa fino ai primi anni delle superiori, poi è iniziata la svolta. Avevo delle ferite da rielaborare. Ero insicura, non volevo farmi fotografare. A causa del mio nome, poi, sono stata oggetto di bullismo. Ho iniziato a prendere sicurezza grazie all'incontro con alcuni sacerdoti che mi hanno accompagnata nelle tappe della mia vita. Uno di loro in particolare, il parroco della mia parrocchia al tempo della prima Comunione, mi ha permesso di sentirmi a casa e di trovare un riferimento fuori dalla famiglia.»

 


Hai dichiarato in alcune interviste che non ne potevi più delle suore. Perché? «Dopo aver fatto materna ed elementari dalle canossiane, arrivato il tempo delle medie, a mia madre ho detto: “Basta dalle suore”. Mi trovavo bene e avevo ricevuto una formazione solida, ma avevo bisogno di cambiare aria. La scuola pubblica mi ha permesso di incontrare tutte le componenti dell'universo mondo. Questo desiderio di spendermi su tutti i fronti si è chiarito del tutto, in realtà, dopo che io stessa sono diventata suora. Mi sento molto provocata dal tenere insieme gli estremi che la vita mi può proporre, dal lavoro intellettuale alla cura della persona, al far da mangiare pensando anzitutto a chi poi mangerà questo cibo. In ogni cosa che faccio trovo delle tracce del Vangelo: Gesù che si spende in tutti gli ambiti che incontra.»

Durante le superiori ti eri però allontanata dalla fede.

«Sono entrata in crisi perché ero rimasta delusa da alcune figure di riferimento che vedevo incoerenti, non c’era continuità tra quello che dicevano e quello vedevo. Quando si è giovani si è anche intransigenti.»

Mi sento molto provocata dal tenere insieme gli estremi

Poi cosa è successo?

«Durante la triennale in Scienze giuridiche a Brescia, ho incontrato Sara. Anche lei era timida e insieme ci facevamo forza. Abbiamo legato tantissimo. Il suo entusiasmo mi ha trascinato a frequentare la pastorale universitaria, dove ho trovato giovani che vivevano la fede con gli stessi dubbi e desideri che avevo anch'io. Si facevano le lodi, si pranzava assieme. Sentivo il mondo come una cordata. Vivevamo il Vangelo nel quotidiano e questo mi ha aiutato a ritrovare la mia fede.»

L’idea di diventar suora come è maturata?

«Ho partecipato con Sara e con gli animatori della mia parrocchia ad un pellegrinaggio sulle orme di San Giovanni Bosco a Torino nel 2003. Ero immersa in un esame pesante e sentivo il bisogno di rilassarmi. Per stare un po’ sola, decido di entrare nella prima cappella costruita da don Bosco, e invece qui trovo una coppia di ragazzi. Mi metto in un angolo, per non disturbare, e in me succede qualcosa che è difficile descrivere: nel silenzio mi sono sentita amata, così come sono, preziosa agli occhi di Dio, una sorta di “infiammazione del cuore”. È in quel momento che ho percepito una forte chiamata alla consacrazione, un nuovo orizzonte verso cui orientare la mia vita. In realtà avevo ancora diverse ferite da sanare: se avessi saputo quanto avrei dovuto lavorare, forse non avrei neppure iniziato, invece mi sono sentita accompagnata ed è avvenuta in me una forte trasformazione.»

Suor Naike Monique Borgo ha seguito per la diocesi di Vicenza la Giornata mondiale della gioventù con un diario quotidiano per l'emittente cattolica Radio Oreb.

A vederti ora non si direbbe che tu sia stata una ragazzina timida.

«Oggi infatti sono molto contenta della persona che sono diventata a 42 anni. È una benedizione. Sento di avere delle bellissime amicizie, una vita vissuta in pienezza. Desideravo avere dei figli e ne sono arrivati tanti in un modo che non pensavo. Ho un lavoro in mezzo alla gente, un porto di mare. Ed è bello così.»

Nel silenzio mi sono sentita amata

Come lo spieghi che in alcune persone Dio si manifesti in maniera chiara e lampante, come è successo a te?

«Doveva essere molto diretto con me, perché non capivo niente. Non credevo potesse capitare proprio a me, che mi sentivo l’ultima degli ultimi. Ho percepito la richiesta di rispondere ad un amore totalizzante, che si è tradotto poi in una dimensione comunitaria, vivendo il carisma della mia congregazione attento alla figura della donna, ai suoi bisogni.»

Com’è che una suora diventa esperta di strategie della comunicazione?

«Dopo la laurea in Scienze giuridiche, ho continuato a studiare Scienze umanistiche per la comunicazione a Firenze. Poi la congregazione mi ha inviato a Padova per la magistrale in Strategie di comunicazione, vivendo in comunità a Vicenza. Lo studio mi ha insegnato come proporsi nelle diverse realtà redazionali in cui opero, ma anche la vita comunitaria richiede capacità nelle relazioni e mi aiuta molto.»

Sei definita una “suora social”. Di che cosa ti occupi?

«Dal 2023 sono direttrice dell'ufficio stampa e da circa 10 anni vice direttrice dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Vicenza. Conduco un programma su Radio Oreb. Mi occupo anche dei social media della diocesi e della mia congregazione. Scrivo per il settimanale diocesano La voce dei Berici. Uno dei riferimenti che abbiamo come congregazione è Gesù, servo, figlio del Padre, il che significa muoversi su tutti i fronti. Il mio lavoro lo sento come una vocazione.»

Da Schio a Lisbona per la GMG 2023. Sei stata tra gli influencer che il Vaticano ha coinvolto anche per il Sinodo digitale.

«In realtà non mi considero una influencer, ma vedo queste opportunità come un modo per testimoniare la mia esperienza di Dio nel continente digitale. Per il Sinodo ho ascoltato e dato voce ai gruppi ai margini della Chiesa, alle femministe non credenti e a un gruppetto di donne LGBT. Si è parlato della loro presenza dentro la Chiesa, gettato ponti, fatto un pezzettino di strada insieme. È nata una relazione sincera, nella diversità.»

Sui tuoi social ti contraddistinguono gli hashtag #vitadasuora e #vitafelice

«Sono nati per caso in un momento che ero super felice. La vita da suora è anche questo e poi mi ci sono ritrovata dentro.»

Che effetto ti fa la notorietà?

«Quando entri nell’ingranaggio, ricevi richieste molto forti e intriganti. Perciò mi sono chiesta se volevo restare una persona o diventare un personaggio. Rispondere a tutti, essere sempre raggiungibile, o fare carriera e quindi necessariamente selezionare?  Ho scelto di vivere semplicemente ciò che mi viene dato, con la forza e la competenza che ho. Sono felice di darmi alla Chiesa di Vicenza, alla mia Congregazione, alla cura della mia famiglia.»

La vita che racconto è lo specchio di qualcos'altro

Quindi non sei preoccupata dei follower?

«La vita che racconto è lo specchio di qualcos’altro. Spero che non seguano me, ma qualcuno di più significativo, il Signore.»

Come concretizzi la fede?

«Il mio lavoro è sicuramente il luogo principale in cui mi esprimo. Cerco di vivere il Vangelo nel servizio a chi ha bisogno e nella fedeltà a quanto dice Gesù nel versetto di Giovanni 15, 13: “Nessuno ha un amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici”.»

Come far sentire ai giovani il desiderio di amare Gesù?

«Credo che l'autenticità sia fondamentale per avvicinare i giovani alla fede. È importante vivere ciò che si racconta e avere il coraggio di testimoniare la propria esperienza di Dio. C’è bisogno di una Chiesa trasparente, che si lasci guardare. Se usiamo parole tipiche del nostro ecclesialese i giovani si allontanano.»

Il convento ti sta stretto?

«No, perché il mio lavoro mi permette di essere in contatto con il mondo. Quando sono entrata in congregazione avevo il sogno di andare in missione, un desiderio maturato quando ho incontrato la testimonianza di Suor Bakhita. Ma, come mi ha detto un’amica vaticanista, “Con questo lavoro hai il cuore nel mondo. Sei già una missionaria”. Ed è una prospettiva bellissima!»

Esprimi un desiderio.

«Essere sempre più radicata nel Vangelo e autentica nella mia testimonianza, con coraggio e sincerità.»