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2 Luglio 2024
Ultima modifica: 2 Luglio 2024 ore 07:50

Non voglio più andare a scuola

Ragazzi che abbandonano prematuramente gli studi
Non voglio più andare a scuola
Foto di Tuan Hung Nguyen da Pixabay
La dispersione scolastica è uno dei problemi più pressanti del nostro sistema educativo. Ogni anno, migliaia di giovani interrompono prematuramente il loro percorso d'istruzione.
M., 16 anni, non vuole più andare a scuola, è fortemente demotivato, non si sente capito, non trova altra soluzione che mollare. Come M. sono molti gli studenti che desiderano terminare prematuramente il percorso di studi. Le motivazioni sono diversificate, il disagio può nascere sia fuori che dentro al contesto scolastico.

In alcune parti d'Italia lascia un ragazzo su cinque

In Italia la dispersione scolastica riguarda un ragazzo su cinque. I cosiddetti “early leavers from education and training”, ossia coloro che non raggiungono il titolo di scuola secondaria di secondo grado e non sono impegnati in altre attività di formazione o di lavoro, sono ben più della media europea. Il tasso medio di circa 12,7%, con differenze tra le regioni, è lontano dal target del 9% di dispersione fissato dall’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030.
Quello che offre questo fenomeno è l’opportunità di ripensare al ruolo del docente nella scuola tornando a puntare gli occhi sui ragazzi, ritornando a guardarli negli occhi per cercare di capire cosa stiano chiedendo, connettendosi con le loro vite, le abitudini, le difficoltà, i conflitti che spesso arrivano tra i banchi a partire dal contesto sociale più allargato. Altre volte le problematiche ed il malessere nascono proprio a scuola, nelle relazioni, nelle difficoltà a trovare un metodo di studio efficace, nelle comunicazioni svalutanti, nella mancanza di stimoli capaci di accendere la motivazione. La dispersione può diventare l’occasione per creare spazi educativi innovativi, creativi, capaci di stimolare, motivare e responsabilizzare gli studenti, rendendoli attivi protagonisti del loro percorso di crescita.
Spesso è importante accompagnare i ragazzi per trovare metodi di studio efficaci all’interno di una pianificazione settimanale delle attività. I metodi di studio sono diversificati in base alla materia e alle caratteristiche del singolo studente, sono sistemi complessi d’attività che avvicinano il contesto scolastico e familiare, pertanto necessitano di un confronto ed una collaborazione tra scuola e famiglia. 

Apprendimento ed emozioni

L’apprendimento è sempre legato alle emozioni, esse hanno un ruolo centrale nel tracciare le memorie. Quando si vivono emozioni positive durante lo studio, sia in classe che a casa, insieme al concetto appreso viene fissata nella memoria anche l’emozione: il piacere, la soddisfazione, il senso di padronanza creano il desiderio di voler continuare. L’emozione positiva non è legata solo alle esperienze di successo ma viene innescata anche dalle modalità d’insegnamento come quelle partecipative, creative, cooperative, esperienziali. Quando l’apprendimento viene legato ad emozioni negative la persona rifiuta e fugge.