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25 Ottobre 2024
Ultima modifica: 25 Ottobre 2024 ore 10:05

Verso una Giustizia Educativa: Il Convegno

Al Senato esperti e operatori del settore si sono riuniti per discutere misure alternative alla detenzione e il reinserimento sociale dei detenuti.
Verso una Giustizia Educativa: Il Convegno
Foto di Matthew Ansley
Il 24 ottobre 2024, il Senato della Repubblica ha ospitato il convegno "Oltre il Carcere: Misure di Comunità per una Giustizia Educativa", promosso dalla Vice Presidente Maria Domenica Castellone. L'evento ha visto la partecipazione di esperti, volontari ed ex detenuti, focalizzandosi su approcci educativi e comunitari per la riforma del sistema carcerario italiano.
Roma, 24 ottobre 2024 – Si è tenuto ieri presso il Senato della Repubblica il convegno intitolato Oltre il Carcere: Misure di Comunità per una Giustizia Educativa, un evento di rilevante importanza per il dibattito sui diritti fondamentali della persona e sulla riforma del sistema carcerario italiano. Promosso dalla Vice Presidente del Senato, Maria Domenica Castellone, l'incontro ha visto la partecipazione di esperti del settore, operatori del sistema penitenziario, volontari ed ex detenuti, con l'obiettivo di delineare nuove prospettive per una giustizia più educativa e meno punitiva. Sergio Grossi, assistant professor of Criminology collegato da New York, ha parlato dell’importanza del reinserimento, passare dalla pedagogia dell’oppressione alla pedagogia della speranza che è stata applicata in vari Paesi del mondo, in Brasile con il metodo APAC, in Italia con le CEC, Spagna, etc.

Durante la plenaria, si è discusso di come sia possibile costruire un futuro al di fuori del carcere, migliorando al contempo le condizioni detentive attuali. Tra i relatori, Daniela de Robert, giornalista e membro del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e Raffaella Sette, professoressa di sociologia del diritto e della devianza presso l'Università di Bologna, hanno offerto contributi significativi basati sulle loro esperienze e ricerche.

Giuliano Stenico, presidente della Fondazione CEIS, e Giorgio Pieri, coordinatore delle Comunità Educanti con i Carcerati della Comunità Papa Giovanni XXIII, hanno sottolineato l'importanza di un approccio educativo e comunitario nella gestione delle pene. Don Salvatore Saggiomo, cappellano del carcere di Secondigliano e giornalista ha parlato della cultura dell’accoglienza, dei progetti di riscatto attivi all’interno del carcere dove opera. Ha anche portato alla luce la realtà delle donne transgender all’interno del carcere, costrette a scontare la loro pena nel carcere maschile con il manifestarsi di problemi psicologi identitari. È interventuo anche P. Giovanni Mengoli: presidente Gruppo CEIS.ha paralto dell'impoortanza di affrontare il problena della recidiva da un punto di vista pedagogico. 

Le testimonianze dirette di ex detenuti, come Coscino Antonio e Giuseppe G, hanno arricchito il dibattito, evidenziando le sfide e le opportunità di reintegrazione sociale.

Don Riccardo Agresti, responsabile della Comunità "Senza Sbarre", e Carmelo Musumeci, ex ergastolano e avvocato, hanno condiviso esperienze pratiche di successo nel reinserimento sociale dei detenuti.

La giornata ha visto anche la partecipazione di Laila Simoncelli, avvocata e responsabile generale del servizio diritti umani e consulente per la rappresentanza alle Nazioni Unite della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha illustrato le implicazioni legali e i diritti umani associati alla detenzione e al reinserimento. L’avvocato Ivan Marcello Severino, penalista del foro di Torre Annunziata che ha commentato il Ddl 1660, che colpevolizza il dissenso.

Giorgio Pieri, coordinatore delle CEC della Comunità Papa Giovanni XXIII, dal canto suo si è detto soddisfatto di questo appuntamento all'interno delle istituzioni, poiché ha permesso di discutere delle misure di comunità, che sono ormai riconosciute come necessarie. La costruzione di nuove carceri è sempre meno vista come una soluzione al problema del sovraffollamento e della recidiva, mentre il tema delle privatizzazioni è stato attenzionato come un pericolo, anche se Pieri non lo ritiene reale. Egli sostiene che dobbiamo agire secondo il principio della sussidiarietà, con il Governo che deve sorvegliare e vigilare, ma anche riconoscere e sostenere le realtà che emergono dal basso, come la loro, permettendo loro di farle vivere.

Un altro aspetto affrontato è stato quello delle madri con bambini, per evitare che i bambini debbano stare in carcere o essere separati dalle madri, le CEC anche in questo caso sono da considerare valide alternative come forme di detenzione.  Pieri ha sottolineato che quando si parla di carcere ci sono ancora molte chiusure mentali «occorre cambiare, poiché i cittadini spesso adottano la mentalità di "buttare via la chiave"». I relatori hanno sottolineato l'importanza di cambiare questa mentalità per affrontare efficacemente la questione.
 
Il convegno ha rappresentato un passo significativo verso una riforma del sistema penitenziario che promuova misure alternative alla detenzione, favorendo percorsi di rieducazione e reintegrazione sociale. La Comunità Papa Giovanni XXIII, tra i promotori di questo appuntamento, con il suo impegno costante per i diritti delle persone private della libertà, continua a sostenere iniziative che mirano a un cambiamento positivo e sostenibile del sistema giustizia.