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18 Maggio 2024
Ultima modifica: 18 Maggio 2024 ore 09:09

Papa Francesco a Verona incontra Kevin, eroe antidroga che ha saputo perdonare

Al Bentegodi la storia del giovane venezuelano che ha sfidato il narcotraffico e pagato un prezzo altissimo.
Papa Francesco a Verona incontra Kevin, eroe antidroga che ha saputo perdonare
Foto di MAURIZIO BRAMBATTI
Prima della messa conclusiva della visita del Papa a Verona, Kevin racconta la sua storia al Pontefice. Nonostante le difficoltà e i traumi vissuti, il giovane venezuelano ha trovato la forza di perdonare e di ricostruire la sua vita.
18 maggio 2024 – La Vista di Papa francesco a Verona all'insegna di "Giustizia e Pace" si conclude allo stadio Bentegodi con la celebrazione eucaristica di Pentecoste alle ore 15 dove sono attesi 30 mila fedeli.
 
Prima dell'Eucaristia è prevista una fase di animazione e riflessione dal titolo “Per fare la pace ci vuole coraggio”, coordinata dal Centro di pastorale adolescenti e giovani.
Circa 3800 adolescenti e giovani saranno coinvolti in questa animazione che includerà musica della Cpag band, canti dei Tribù gospel singers, danze dell'Urban Dancefloor, letture dai discorsi del Papa, una performance inclusiva dall'Asd La grande sfida.  


Un contributo personale che promette di toccare profondamente i cuori dei presenti attraverso l’esperienza vissuta legata alla capacità umana del concedere e ricevere perdono è la testimonianza diretta offerta da Kevin Alexander Mijares Figueroa , che per un periodo è stato volontario nella nostra Redazione di Sempre

Ecco qualche anticipazione della storia

Un incontro che segna la vita

Kevin Alexander Mijares Figueroa, un giovane venezuelano di ventinove anni, ha vissuto una trasformazione radicale della sua vita dopo aver subito gravi ferite in un'operazione antidroga nel suo Paese natale quando aveva solo vent'anni. All'epoca dei fatti, Kevin era membro della polizia militare venezuelana e durante uno scontro si è trovato di fronte a un ragazzo che avrà avuto 15 anni, reclutato dalle organizzazioni del narcotraffico. In quel momento cruciale, incapace di sparare per primo a causa di un blocco emotivo, Kevin è stato colpito da due proiettili lo hanno lasciato su una sedia a rotelle: uno al ginocchio destro e l'altro al torace sinistro, quest'ultimo causando lesioni alla colonna vertebrale.  

Via dal Venezuela

Dopo l'accaduto, consapevole dei legami tra lo Stato venezuelano e il narcotraffico, Kevin ha deciso di denunciare queste connessioni oscure. Tale scelta coraggiosa ha messo però in grave pericolo la sua vita nel Paese sudamericano che allora stava precipitando rapidamente verso la dittatura. Grazie all'intervento dello zio viceministro per la Difesa, che lo considerava "un folle" ma allo stesso tempo temeva per la sua sicurezza, nel 2016 Kevin è riuscito a fuggire in Italia prendendo il primo volo disponibile verso Milano.

Trova aiuto a Verona

Arrivato in Italia senza conoscenze linguistiche né supporto familiare immediato e affrontando complicanze mediche gravi tanto da richiedere l'amputazione della gamba danneggiata dal proiettile in Venezuela, i primi anni sono stati estremamente difficili per lui. Ha trascorso molto tempo negli ospedali veronesi dove le sue condizioni sono state stabilizzate. Successivamente ha trovato sostegno presso case famiglia e strutture sociali quali le Associazioni Comunità Papa Giovanni XXIII e Piccola Fraternità.
 
Dal 2021 le cose hanno preso una piega positiva: ha trovato lavoro come assistente amministrativo presso una società operante per l’Ulss 9 Scaligera ed ha anche incontrato Francesca, diventata poi la sua fidanzata.
Nonostante abbia recentemente lasciato il lavoro spinto dal suo spirito rivoluzionario, rimane impegnato nella ricerca di nuove opportunità lavorative. 

Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta

La svolta significativa nella sua storia personale arriva quando incontra i volontari del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) durante un servizio in un centro vaccinale Covid-19. Affascinato dalla storia dell'Ordine ma preoccupato delle possibili limitazioni dovute alla sua disabilità fisica; trova invece accoglienza ed opportunità. Dal 2022 è un volontario attivo.
Ora contribuisce alle attività del Corpo utilizzando le sue competenze linguistiche ed è stato nominato coordinatore della piattaforma Vision 2050 dell’Ordine di Malta dedicata alla promozione del volontariato nazionale ed internazionale rivolto ai giovani dai sedici ai trentacinque anni.

Il perdono 

Il racconto ritorna poi agli istanti drammatici che hanno segnato il destino di Kevin Alexander: ricorda infatti la visita fatta mesi dopo l'accaduto al ragazzo responsabile delle sue ferite che si trovava in carcere. L'incontro non era mosso da spirito vendicativo, come temeva il ragazzo, ma dall'intenzione genuina di offrirgli perdono e speranza invitandolo a cambiare vita. Invito accolto poiché successivamente apprende che questo ragazzo era riuscito a reinventarsi completamente trasferendosi in Colombia dove aveva formato una nuova famiglia vivendo onestamente.

Fonti: Cisom Vicenza, L'arena