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3 Novembre 2021

Musulmano, ex detenuto, invitato a Santa Marta da Papa Francesco

Il Pontefice ha incontrato una delegazione della Comunità Papa Giovanni XXIII
Musulmano, ex detenuto, invitato a Santa Marta da Papa Francesco
Erano in 13 fra accompagnatori e persone impegnate in un cammino alternativo alla dentenzione. Il percorso delle Comunità Educanti con i Carcerati aiuta a ricostruire la propria vita partendo dalla riflessione sugli errori commessi piuttosto che dalla privazione della libertà. Il Santo Padre nel solco della Fratelli Tutti: «Non siete voi l'errore».
C'era anche un migrante di fede islamica, il 22 ottobre a Santa Marta, ad incontrare Papa Francesco.

Sissoku, proveniente dal Mali, ha 32 anni. «Mio padre era morto e sono fuggito dalla povertà», racconta. Ma Sissoku, dopo lo sbarco del 2011, ha poi scelto la strada sbagliata: prima lo spaccio, poi il carcere. E poi l'accoglienza nelle Comunità Educanti con i carcerati della Comunità Papa Giovanni XXIII, ed ecco perché la visita al Papa.

Il 21 gennaio 2021 i detenuti che scontavano la pena alternativa alla detenzione nelle case  Iktus di Termoli (Campobasso) e nella Cec di Vasto (Chieti), dell'Associazione di Don Benzi, avevano scritto al Santo Padre: «Le nostre storie pur essendo diverse hanno in comune la consapevolezza di aver avuto una seconda opportunità nella vita». E il Papa aveva loro risposto, il 26 febbraio. Dallo scambio epistolare è seguito l'invito, ed erano in 13 componenti della delegazione che ha incontrato in questo venerdì d'autunno Papa Francesco.

Sissoku ha dovuto confrontarsi con enormi fatiche nel trovare un lavoro, una volta arrivato in Italia.

«Ma i fattori esterni non giustificano il male: ognuno è responsabile delle proprie scelte e delle proprie azioni. Ci sono molte persone che si sono trovate in situazioni analoghe ma che hanno rinunciato a delinquere»; lo spiega Franco di Nucci, anche lui ex detenuto ed ora responsabile di una delle Comunità Educanti con i carcerati della Papa Giovanni, presente all'incontro con Francesco.

Franco ha raccontato la visita a Santa Marta su Tv2000 il 28 ottobre, durante la trasmissione "Il Diario di Papa Francesco".


«Ci ha accolto come un padre. Il Papa si è seduto accanto a noi, in cerchio, su una sedia come le nostre, e ci ha servito. Una grande testimonianza di umiltà», racconta.  I ragazzi hanno regalato al pontefice una copia del Diario di Sandra Sabattini, beatificata il 24 ottobre a Rimini.

Detenuto dona il libro il Diario di Sandra a Papa Francesco
Detenuti e accompagnatori donano il libro il Diario di Sandra a Papa Francesco


Sissoku, dopo 2 anni di percorso ha trovato lavoro in un'azienda agricola, e sta iniziando un progetto di semi-autonomia nel quale potrà ricominciare a gestire il proprio denaro «Siete persone che hanno sbagliato, ma non siete voi quelli sbagliati», gli aveva detto Francesco.

Il Papa poi ha avuto parole molto dure parlando dello stesso 24 ottobre all'Angelus nei confronti di chi crea le condizioni che portano migliaia di persone a tentare la traversata del Mediterraneo.


Ecco il suo intervento integrale:

«Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia: non vi dimentico mai. Sento le vostre grida e prego per voi. Tanti di questi uomini, donne, bambini sono sottoposti ad una violenza disumana; chiedo alla Comunità internazionale di mantenere le promesse per cercare soluzioni comuni nella gestione dei flussi migratori, in Libia e in tutto il Mediterraneo».

E poi ha continuato:

Dobbiamo garantire condizioni di vita degne, alternative alla detenzione; dobbiamo creare percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo.
Sentiamoci tutti responsabili
Papa Francesco

Non è la prima volta che il Pontefice incontra persone con precedenti penali; un messaggio il suo che continua a tracciare il percorso della Chiesa nel solco delle encicliche Fratelli Tutti e Laudato Si'.
 
Ieri mattina, 2 novembre, durante l'Eucarestia celebrata nel cimitero militare francese di Roma, l'appello contro la guerra: «Queste tombe sono un messaggio di pace: fermatevi fratelli e sorelle, fermatevi fabbricatori di armi, fermatevi»!