Alcuni nomi di cardinali erano prevedibili, altri rappresentano una novità in perfetto "stile Francesco". Il più vecchio ha 96 anni ed è un grande confessore, il più giovane ne ha 50 ed è un vescovo "ausiliare". Tra i nuovi cardinali anche un semplice sacerdote.
Papa Francesco nominerà sabato 30 settembre 21 nuovi cardinali, 18 dei quali saranno elettori nel Conclave, e 3 invece sono ultraottantenni.
L’annuncio era stato fatto domenica 9 luglio 2023 dopo la preghiera dell’Angelus: «Adesso vorrei annunciare che il 30 settembre prossimo terrò un Concistoro per la nomina di nuovi cardinali - aveva detto Francesco -. La loro provenienza esprime l'universalità della Chiesa che continua ad annunciare l'amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra. L'inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l'inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo».
I dettagli di come si svolgerà l'appuntamento sono stati forniti pochi giorni fa dall'Ufficio delle celebrazioni liturgiche pontificie, come riportato dall'agenzia
SIR.
Il
Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di nuovi cardinali, per l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del Titolo o Diaconia, si terrà sul sagrato della Basilica di San Pietro
a partire dalle ore 10 di sabato 30 settembre. Mentre Mercoledì
4 ottobre, alle 9, sul sagrato della basilica di San Pietro, Papa Francesco presiederà la
celebrazione eucaristica con i nuovi cardinali e il Collegio Cardinalizio, in occasione anche dell’apertura dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.
Ma chi sono questi nuovi cardinali voluti da papa Francesco? Nell’elenco ci sono nomi che potremmo definire scontati, perché svolgono incarichi a cui è sempre stato associato il titolo cardinalizio, altri invece sono sorprese che esprimono le preferenze del pontefice.
L'ermeneuta e il ghost writer
Fra i nomi inaspettati c’è sicuramente quello del francescano monsignor Pierbattista Pizzaballa, 58 anni, Patriarca latino di Gerusalemme (dopo essere stato a lungo Custode di Terra Santa). Nell’elenco ci sono altri due italiani: il primo è monsignor
Claudio Gugerotti, prefetto del dicastero per le Chiese Orientali, 68 anni, originario di Verona; il secondo invece è monsignor
Agostino Marchetto, 83 anni, già nunzio apostolico e segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Appassionato storico della Chiesa, è uno studioso del Concilio Vaticano II, papa Franccesco lo ha anzi considerato il più grande esperto in ermeneutica del Concilio.
Oltre a monsignor Gugerotti, riceveranno la porpora altri due prefetti di dicasteri vaticani: monsignor
Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i Vescovi, 68 anni, originario degli Stati Uniti, è stato priore generale dell’ordine agostiniano; il secondo è monsignor
Victor Manuele Fernandez, chiamato nei giorni scorsi da Francesco, a guidare lo strategico Dicastero per la dottrina della fede. Fernandez, 61 anni, argentino, finora arcivescovo di La Plata, è considerato il ghost writer di molti documenti di papa Bergoglio, a partire dall’
Evangelii Gaudium, il manifesto del suo pontificato. Da sempre uomo di fiducia e consigliere teologico di Francesco, ora è chiamato a collaborare direttamente con il Papa dirigendo un dicastero di peso come l’ex Sant’Uffizio.
Diventano cardinali due nunzi apostolici in carica: il primo è monsignor
Emil Paul Tscherrig, svizzero, 76 anni, nunzio in Italia e San Marino, il primo non italiano ad essere nominato a questo incarico; il secondo è monsignor
Christophe Louis Yves Georges Pierre, 77 anni, francese, nunzio negli Stati Uniti.
Uno sguardo al mondo intero
Scorrendo l’elenco è evidente il criterio di universalità della Chiesa dichiarato da Francesco: monsignor
Stephen Brislin, 67 anni, arcivescovo di Città del Capo in Sudafrica; monsignor
Angel Sixto Rossi, 65 anni, gesuita, arcivescovo di Cordoba, in Argentina; monsignor
Luis José Rueda Aparicio, 61 anni, arcivescovo di Bogotá, presidente della conferenza episcopale colombiana; monsignor
Grzegorz Rys, 59 anni, arcivescovo di Lodz in Polonia, membro del Dicastero per il vescovi; monsignor
Stephen Ameyu Martin Mulla, 59 anni, arcivescovo di Juba, in Sudan; monsignor
José Cobo Cano, 58 anni, arcivescovo di Madrid, considerato da alcuni vaticanisti un fedelissimo di Francesco; monsignor
Protase Rugambwa, 63 anni, arcivescovo coadiutore di Tabora in Tanzania, segretario della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; monsignor
Sebastian Francis, 73 anni, vescovo di Penang, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Malaysia, Singapore e Brunei; monsignor
Stephen Chow Sau-Yan, 64 anni, gesuita, vescovo di Hong Kong (aveva rifiutato la nomina a vescovo, accettata solo dopo una lettera scritta a mano da papa Francesco); monsignor
François-Xavier Bustillo, 55 anni, francescano, vescovo di Ajaccio; monsignor
Americo Manuel Alves Aguiar, 50 anni, il più giovane fra i nuovi cardinali, vescovo ausiliare di Lisbona; don
Angel Fernández Artime, 53 anni, rettore maggiore dei Salesiani.
Le novità: il vescovo ausiliare e il salesiano
Le ultime due nomine rappresentano due curiosità e probabilmente una novità assoluta, almeno nella storia recente della Chiesa. È stato nominato cardinale
un vescovo ausiliare, di solito viene nominato il titolare di una sede vescovile (in questo caso forse è stato fatto in vista della successione, visto che l’attuale Patriarca di Lisbona ha raggiunto l’età della pensione). L’altra curiosità è la nomina del
rettore dei Salesiani,
semplice sacerdote. Ma la vera novità non è questa: è la nomina a cardinale del responsabile ultimo di una congregazione religiosa.
Gli altri cardinali sono gli ultraottantenni che non possono entrare in Conclave. Del primo, monsignor Marchetto, abbiamo già parlato. Gli altri due sono monsignor
Diego Rafael Padron Sanchez, 84 anni arcivescovo emerito di Cumaná in Venezuela; padre
Luis Pascual Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires.
Questo frate cappuccino alla bella età di 96 anni trascorre ore in confessionale per impartire ai fedeli il sacramento della misericordia di Dio. In questo caso è evidente il significato del cardinalato come premio per una testimonianza di fede, ed anche la rinnovata predilezione di Francesco per il tema della misericordia.
Con le nuove nomine il collegio cardinalizio è sempre più bergogliano.
Al 30 settembre i cardinali elettori creati da Francesco saranno 99 su 137, mentre sono 29 quelli fatti da Benedetto XVI e 9 quelli da Giovanni Paolo II. È quindi legittima l’interpretazione secondo cui Francesco abbia voluto predisporre un collegio per l’eventuale elezione di un nuovo pontefice in sintonia con i propri orientamenti. Qui nessuna sorpresa: una pratica seguita anche dai predecessori, sempre salva la libertà dello Spirito.