Topic:
28 Dicembre 2024

Per le vacanze i giovani scelgono il volontariato

L'iniziativa Vieni & Vivi nelle case della Comunità Papa Giovanni XXIII coinvolge ragazzi e ragazze da tutta Italia.
Per le vacanze i giovani scelgono il volontariato
Foto di alfa27
Oltre 30 anni fa nasceva un'esperienza di solidarietà per i gruppi giovanili che vogliono spendere il tempo libero nella realtà di accoglienza per tossicodipendenti e carcerati e ascoltando testimonianze di vita condivisa coi più vulnerabili accolti dalla Comunità di don Oreste Benzi. Il sacerdote riminese l'ha fondata nel 1968 proprio a partire da un gruppo di giovani studenti che insieme a lui iniziarono i primi campi estivi con ragazzi disabili ed emarginati.
Non solo in vacanza sulla neve, o sulle spiagge della Riviera per la tintarella: i giovani durante le vacanze si dedicano al volontariato. Dopo il Covid, la percentuale è in aumento. Basti pensare che nel 2022 circa il 33% dei giovani tra i 14 e i 34 anni ha fatto esperienze di solidarietà, secondo i dati Istat dello scorso anno. Diritti umani, ecologia, pace e cooperazione internazionale sono i settori dell'associazionismo più ricercati.

E sono migliaia in un anno quelli che scelgono l'esperienza cosiddetta Vieni & Vivi il cui obiettivo oggi è raccontare ai giovani la ricchezza di una vita comunitaria e la spiritualità vissuta attraverso la condivisione, fianco a fianco 24 ore su 24, con persone che hanno alle spalle diverse forme di disagio o emarginazione.

Nel 2024 sono stati 5100 i giovani che hanno scelto di vivere il tempo libero nel servizio ai più vulnerabili accolti nelle casefamiglia e nelle case di accoglienza d'Italia. In totale 222 gruppi di cui la metà hanno chiesto di poter dare una mano nel territorio di Rimini dove è nata la Comunità Papa Giovanni XXIII.

L'iniziativa, in cui si vive ogni giorno dedicandosi al prossimo, può essere itinerante ossia il gruppo visita ogni giorno una diversa realtà di accoglienza oppure "in struttura" ovvero il gruppo rimane all'interno di una sola struttura di accoglienza per l'intera durata dell'esperienza di servizio per condividere spazi, orari e programma della giornata con gli ospiti della casa, creando un forte legame comunitario.

Le proposte di volontariato più gettonate


Tra i gruppi giovanili - di frequente si tratta di gruppi scout - la richiesta principale è affrontare il tema delle dipendenze e ascoltare la storia di chi è riuscito ad uscirne. Spesso il Vieni & Vivi coinvolge infatti una fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni, tempo in cui è diffuso tra i coetanei il fenomeno dell'alcolismo, dell'uso di cannabis e del gioco d'azzardo. Le comunità terapeutiche, in questo senso, sono il luogo in cui si può comprendere che un percorso di recupero è possibile per tutti. Moltissimi gruppi chiedono poi di andare incontro ai poveri in strada, in stazione, nei giardini, sotto i portici, incontro ai senza tetto a cui portare un pasto caldo e qualche coperta ma anche una proposta di vita nelle case di accoglienza volute da don Oreste Benzi, le cosiddette "Capanne di Betlemme" dove il bambino Gesù, anch'esso escluso dagli alloggi della Palestina dell'epoca, ha trovato rifugio.
Tra le attività proposte non mancano anche la partecipazione in piccoli gruppi alle unità di strada antitratta per il primo contatto di donne e transgender potenziali vittime di sfruttamento. Nel periodo natalizio in particolare, l'occasione di incontro sui marciapiedi di notte diventa anche una chance per portare un regalo di Natale e proporre, insieme a operatori e operatrici antitratta, e con la presenza di coetanei volontari una via di uscita e di riscatto.

Ci sono giovani che chiedono di fare servizio anche nelle case per carcerati perchè vogliono sperimentare che ogni persona può dare una svolta alla sua vita e che - come ricordava don Oreste - "l'uomo non è il suo errore". Oltre ad esperienze di servizio e aiuto materiale nella quotidianità, altri giovani desiderano conoscere l'esperienza unica di non violenza della Comunità Papa Giovanni XXIII attraverso il racconto di volontari dell'Operazione Colomba, il corpo civile di pace impegnato in varie zone di frontiera e di conflitto.

L'esperienza di Francesco e di don Claudio

Il Vieni&Vivi ad alcuni ha proprio cambiato la prospettiva di vita. Francesco è un informatico originario delle Marche che qualche estate fa, stanco delle solite vacanze, ha cercato su internet un'associazione che potesse fargli toccare con mano il volontariato tra chi è più ai margini e così ha conosciuto in Emilia un gruppo di disabili della Comunità di don Benzi. Si è legato a loro da ormai tre anni tanto da cercare di raggiungerli tutte le volte che può durante le vacanze. «Una cosa che mi ha profondamente colpito - racconta - è che conoscendo le case famiglia e le case di accoglienza, vivendo nel quotidiano a stretto contatto con le persone con disabilità così come con giovani con problemi psichiatrici, o ragazzi orfani, ad un certo punto non riconosci più chi è la persona accolta e chi è la persona che l'assiste». E ricordando le lunghe camminate con A. V. una giovane disabile iperattiva, spiega bene che in queste esperienze il sacrificio può diventare allegro eroismo: «prima del tramonto si può reggere il suo ritmo, è dopo che diventa una esperienza da veri atleti!". E' proprio vero quanto affermava il fondatore don Oreste Benzi "Ci si salva solo insieme"».

E poi c'è la vicenda di don Claudio Sartor, un giovane sacerdote trevigiano che puntualmente raggiungeva Rimini per stare coi poveri e spesso invitava i suoi giovani a fare l'esperienza diretta del Vieni & Vivi. Oggi è in missione in Paraguay e non ha esitato prima di partire a confidare al giornale diocesano, di quanto sia stato importante il rapporto umano con gli ultimi della società. «La missione è nelle mie corde. Nel tempo è cresciuta in me la sensibilità verso gli altri, in particolare i poveri, chi vive situazioni di marginalità. Ho fatto esperienza con la Comunità Papa Giovanni XXIII, sia da solo che accompagnando gruppi di ragazzi e a Treviso con la Comunità di Sant’Egidio... Tutte esperienze che mi hanno dato moltissimo. Il Signore evidentemente aveva preso sul serio queste mie esperienze di prossimità».

Uscire dai propri "recinti" per vivere il proprio tempo libero dedicandosi a chi ha vissuti di abbandono, disagio o marginalità può portare frutti inaspettati, anche durante le vacanze.