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13 Luglio 2023

Perché Papa Francesco tornerà a Fatima

Durante il viaggio in Portogallo, dal 2 al 6 agosto in occasione della GMG, Francesco chiederà alla Madonna di Fatima il dono della pace, come già fecero i suoi predecessori
Perché Papa Francesco tornerà a Fatima
Foto di OSSERVATORE ROMANO PRESS OFFICE
Dall'apparizione della Madonna a Fatima, nel 1917, in piena guerra mondiale, ad oggi, si è sviluppato un forte legame tra quel luogo e i vari papi che si sono succeduti. Ora Francesco tornerà a Fatima. Scopriamo perché.
Papa Francesco ha annunciato di aver aggiunto una tappa al suo viaggio apostolico in Portogallo per la Giornata Mondiale della Gioventù: il 5 agosto andrà pellegrino a Fatima per implorare dalla Vergine il dono della pace in Ucraina, la fine del sanguinoso conflitto nel cuore dell’Europa cristiana.
La notizia mette in evidenza due elementi. Papa Francesco non si arrende nel cercare la pace, verrebbe da dire quasi a dispetto di quanti lo vorrebbero ridotto al ruolo di cappellano dell’Occidente in guerra contro la Russia. No, Francesco ha come obiettivo prioritario la pace ed usa tutti gli strumenti possibili, dai viaggi diplomatici del cardinale Matteo Zuppi all’”arma”, sottovalutata o magari irrisa dal mondo, della preghiera.
L’altro elemento è che quando si parla di Russia, pace e guerra, il pensiero dei Papi del XX e del XXI secolo corre immediatamente a Fatima, dove nel 1917, nel bel mezzo di quella «inutile strage» che fu la Prima Guerra Mondiale, la Madonna apparve ai tre pastorelli e consegnò loro il misterioso messaggio: «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio cuore immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio cuore immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace».

Papa Francesco pellegrino a Fatima per la seconda volta

Non è la prima volta che Francesco è pellegrino a Fatima, c’era stato già nel 2017, nel centenario delle apparizioni, per canonizzare i due fratellini veggenti Francesco e Giacinta Marto (mentre la terza veggente, suor Lucia, è stata da lui dichiarata venerabile il 22 giugno scorso).
Il nuovo pellegrinaggio si può collegare al gesto compiuto il 25 marzo 2022, dopo appena un mese dall’invasione della Russia in Ucraina: la consacrazione delle due nazioni, Russia e Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria. In quell’occasione, nella basilica di San Pietro, Francesco si era rivolto alla Madonna con queste parole: «Abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani... Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra... Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare».

Il legame dei papi con Fatima

Questi gesti di Francesco si legano agli altri compiuti dai suoi predecessori. In una visione provvidenziale della storia, acquistano significato anche i gesti compiuti dai pontefici prima di quel 13 maggio 1917. Il 5 maggio, otto giorni prima, Benedetto XV decide di aggiungere alle litanie lauretane anche l’invocazione «Regina della pace, prega per noi». In quello stesso giorno consacra vescovo Eugenio Pacelli che nelle vesti di Pio XII sarà il primo pontefice a consacrare al Cuore Immacolato di Maria «i popoli separati per l’errore o per la discordia». Dieci anni dopo, l’11 luglio 1952, festa dei santi Cirillo e Metodio (apostoli dei popoli slavi) rinnoverà la consacrazione.

Paolo VI è il primo papa a recarsi pellegrino a Fatima. Lo fa il 13 maggio 1967, nel cinquantesimo anniversario delle apparizioni. L’appello per la pace che rivolge nell’omelia in santuario è toccante: «Uomini, Noi diciamo in questo singolare momento, uomini, procurate d’essere degni del dono divino della pace. Uomini, siate uomini. Uomini, siate buoni, siate saggi, siate aperti alla considerazione del bene totale del mondo. Uomini, siate magnanimi. Uomini, sappiate vedere il vostro prestigio e il vostro interesse, non contrari, ma solidali col prestigio e con l’interesse altrui».

Il legame di Giovanni Paolo II con Fatima è quello di maggiore spessore. Papa Wojtyla subisce l’attentato in piazza san Pietro il 13 maggio 1981, il giorno in cui si ricorda la prima apparizione. Giovanni Paolo II esce ferito ma sopravvive alla pallottola che deve colpirlo al cuore e che invece segue un’altra traiettoria. «Una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola», commentò il pontefice che volle che il proiettile fosse incastonato nella corona della Madonna di Fatima.

Nel 2000, sotto il suo pontificato l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger, rese pubblica la parte fino a quel momento nascosta del segreto di Fatima laddove si fa riferimento al “vescovo vestito di bianco” che cade sotto i colpi di soldati. Un’immagine che è stato interpretata come riferita alle persecuzioni nei confronti dei cristiani. Recandosi in Portogallo nel 2010, papa Benedetto XVI ebbe a dire che «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Nel viaggio di ritorno osservò che «Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa».