L'UE chiamata a maggiore solidarietà nella gestione dei flussi migratori.
Ieri a Cutro la tragedia: un peschereccio che trasportava
tra 180 e 250 persone si è spezzato nel mare mosso a largo della costa calabrese. Il bilancio delle vittime è salito a 64 morti, tra cui molti bambini e donne. Circa 80 persone sono state salvate dai soccorsi. I sopravvissuti hanno raccontato di essere stati
gettati in mare a 500 metri dalla spiaggia dai trafficanti di esseri umani.
La strage ha scosso l’opinione pubblica e le istituzioni, che hanno chiesto maggiore solidarietà e responsabilità da parte dell’Unione Europea nella gestione dei flussi migratori. Il Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella ha espresso il suo cordoglio e la sua indignazione per la tragedia e ha sottolineato la necessità di "governare con efficacia i fenomeni migratori".
Così
Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della
Comunità Papa Giovanni XXIII:
«Dobbiamo reagire con un
sussulto di coscienza. Non si può più discutere di immigrazione, non ci sono più giustificazioni; questa ennesima tragedia non ci può più lasciare indifferenti».
Questa la denucia di
Sergio Di Dato, ripreso da diverse testate, capoprogetto di
Medici Senza Frontiere: «Nel Mediterraneo si continua a morire in modo incessante in un desolante vuoto di capacità di soccorso. A poche decine di chilometri dalle coste italiane, quando la meta era davanti agli occhi, è annegato il futuro di decine di persone che cercavano una vita più sicura in Europa. È umanamente inaccettabile».