Quella di utilizzare la pillola abortiva è una scelta senza ritorno che richiede consapevolezza e competenza nel comprendere quello che si sta facendo.
Da un paio d'anni è cambiato molto per quanto riguarda l'aborto con pillola: in piena estate (tra il 4 e 14 agosto 2020), mentre gli italiani cercavano di trascorrere qualche giorno di ferie pur in mezzo a mille preoccupazioni legate all’emergenza Covid 19, il Ministero della Salute, il Consiglio Superiore di Sanità e l’Agenzia Italiana del Farmaco in rapida sequenza hanno emanato una serie di atti che disciplinano l'uso della pillola abortiva, modificando le modalità con cui effettuarel’aborto farmacologico in Italia.
Lo aveva anticipato il Ministro Roberto Speranza su Repubblica e poi in un tweet.
Le nuove linee guida, basate sull’evidenza scientifica, prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana.
È un passo avanti importante nel pieno rispetto della 194 che è e resta una legge di civiltà. pic.twitter.com/0OkNq8Vbnj
Cosa è successo? Fino ad allora in Italia c'erano 3 modalità per abortire legalmente:
con la pillola abortiva Ru486 (“aborto farmacologico”), sempre in ospedale, ma solo fino a 7 settimane di gravidanza;
con la pillola del giorno dopo o dei 5 giorni dopo, pillole che vanno assunte entro poche ore o giorni dopo un rapporto in cui potrebbe essere avvenuto un concepimento e che hanno un possibile effetto abortivo;
con un intervento chirurgico in ospedale.
L’aborto con la pillola Ru486 è stato introdotto in Italia nel 2010, e all’epoca sulla base di 3 pareri concordi del Consiglio Superiore di Sanità (2004, 2005 e 2010), fu consentito solo a patto che le donne fossero ricoverate in ospedale per tutti i 3 giorni dell’iter abortivo e solo fino alla settima settimana di gravidanza. Infatti il CSS disse che solo a queste condizioni i rischi per la salute della donna non erano maggiori con questa procedura rispetto a quella chirurgica.
Il percorso dell’aborto farmacologico infatti prevede che la donna assuma un primo prodotto, la Ru486 appunto, il primo giorno in cui si reca in ospedale; https://www.semprenews.it/rubriche/News.html pillola per abortire contiene una sostanza, il mifepristone, che provoca la morte dell’embrione; quindi dopo due giorni assume un’altra sostanza, normalmente prostaglandine, che provoca contrazioni dolorose che portano ad espellere l’embrione. L’aborto si conclude con l’espulsione dell’embrione, di solito entro poche ore dall’assunzione della seconda pillola, ma potrebbe avvenire a distanza di ore o di giorni. Solo dopo la donna viene dimessa.
Pillola per abortire: le novità in Italia
Ora il Ministero della Salute ha introdotto due importanti novità:
L’estensione dell’aborto con la pillola Ru486 fino a 9 settimane di gravidanza (“63° giorno di amenorrea”) anziché 7;
la non necessità del ricovero ospedaliero, e quindi la possibilità che le pillole vengano somministrate non solo presso ospedali ma anche presso ambulatori o consultori pubblici.
La motivazione di questo cambiamento non è chiara, il Ministero infatti nella circolare emanata il 12 agosto fa riferimento a “più aggiornate evidenze scientifiche” senza citarle, ed inoltre rimanda a nuove Linee guida allegate alla circolare, Linee guida di cui però ancora alla data odierna (22 agosto) non c’è traccia in rete.
Quello che possiamo già dire è che questa decisione al di là delle apparenze rischia di andare pesantemente contro le donne, soprattutto contro le mamme. La Ru486 è sponsorizzata dalle Asl perché permette di oltrepassare i problemi di coscienza dei medici: il 70% dei medici è obiettore, e anche chi non lo è pratica aborti malvolentieri, magari lo fa perché c’è una legge che lo prevede, ma se può evitarlo preferisce.
Quella della pillola viene presentata come una modalità di aborto che evita l’intervento chirurgico: prendi una pastiglia ed è tutto risolto! Per questo le donne sono attirate da questo aborto: chi di noi non preferirebbe prendere una medicina se ti fa evitare di finire sotto i ferri del chirurgo?
Le contoindicazioni ed i rischi associati all'uso della pillola abortiva
Ma alle donne che abbiamo incontrato nessuno aveva raccontato altri particolari: che l’aborto farmacologico è più doloroso, più lungo e le segna ancora di più. Infatti con la pillola diventa la donna protagonista nel porre fine in prima persona alla vita del proprio figlio (piuttosto che il medico), ed inoltre molte di loro vedono i resti del piccolo.Ed è noto che le peggiori conseguenze di un aborto per le donne sono di tipo psicologico o psichiatrico.
Non vengono neppure esposti adeguatamente i rischi fisici: decine di donne in tutto il mondo sono morte a causa di questa pillola che, come effetto collaterale, provoca un abbassamento delle difese immunitarie.
Il racconto
La storia di Natascia, che si è rivolta al numero verde per le gravidanze indesidate,conferma queste preoccupazioni. Allargare le maglie dell’aborto con la pillola Ru486 implica far soffrire di più le donne. E il dibattito attuale non considera il vero protagonismo della donna: si ferma alla modalità per abortire, ma continua ad ignorare il principale diritto oggi negato alle gestanti: quello di poter continuare la gravidanza con serenità.
Un numero verde per informazioni sulla pillola abortiva Ru486
Per richiedere un confronto personale protetto e riservato con un esperto, sulla pillola abortiva, è possibile scrivere al numero WhatsApp 342-7457666 della Comunità Papa Giovanni XXIII o chiamare al numero verde gravidanza 800-035036.