«Ho dei bisogni sessuali»
«La prostituzione previene lo stupro»
«Non le ferisco, sono gentile con loro»
«Alcune lo vogliono, scelgono di farlo»
«Perché non facciamo come in Germania? Là è meglio, sono protette, è più sicuro»
«Perché noi siamo stati arrestati e le donne che si prostituiscono no? Non siamo gli unici colpevoli»
Sono solo alcune delle teorie e delle giustificazione che ascoltano gli operatori della Fondazione Scelles, nata nel 1993 in Francia allo scopo di "conoscere, capire e combattere lo sfruttamento sessuale in tutte le sue forme".
La fondazione è tra i principali attori nel percorso che ha portato all'approvazione della Legge 444 del 2016, con la quale la Francia ha adottato il "modello nordico", sulla scia della Svezia.
I Francesi si sono chiesti come poter fermare un mercato che muove più di 3 miliardi di euro. Vietando la prostituzione? Per gli ingenti interessi in gioco è ritenuto troppo complesso. Ma - si legge nel report della Fondazione - quando il motore non riceve carburante, smette di funzionare.
Uno slogan semplice e chiaro per sintetizzare che per questo modello - definito neo-abolizionista - è necessario fermare la domanda, in quando i clienti sono la chiave dello sfruttamento sessuale.
E così scattano le sanzioni: chi viene fermato la prima volta deve pagare una multa di 1.500 euro e frequentare un corso di consapevolezza, di cui parleremo oltre. La sanzione cresce fino ad arrivare a 100.000 euro, e 7 anni di reclusione, sulla base di alcune aggravanti tra le quali la minore età della vittima, la disabilità, la recidiva; la legge 444 ha inoltre una valenza "extraterritoriale", cioè raggiunge anche i cittadini francesi che commettono il reato all'estero.
Chi sono questi clienti? Dalle analisi del report emerge che la quasi totalità è rappresentata da maschi, principalmente nella fascia di età compresa tra i 40 ed i 59 anni (47,8%), seguiti dalla fascia 20-39 (31,8%). Il 60% di essi è sposato o comunque in coppia. Più del 70% sono professionisti. Sono equamente distribuiti tra quelli che andavano per la prima volta, gli occasionali e i regolari. Circa un quarto era a conoscenza della legge.
I gruppi di consapevolezza previsti dalla legge possono essere sostitutivi o in aggiunta alla sanzione, a seconda del distretto geografico interesato.
L'obiettivo è duplice: da una parte fornire le conoscenze di base per favorire la discussione, dall'altra dare informazioni basate su ricerche per innescare una riflessione sui danni e sui costi sociali della prostituzione, di cui si sono resi complici.
Prevedono una tavola rotonda, una spiegazione del "sistema prostituzione" e le testimonianze di donne vittime di sfruttamento.
Nel 2017 è stata avviata una sessione, nel 2018 sono state 11, nel 2019 ben 39!
Il 100% dei partecipanti riferisce di aver cambiato idea sulla prostituzione, il 90% dice di aver imparato cose nuove, l'89% assicura che non commetterà più il reato.
Dettaglio importante: il costo della sessione - 150 euro a testa - è sostenuto dai partecipanti.