In Belgio, dai primi di dicembre per legge chi si prostituisce avrà un contratto di lavoro. In Italia la politica ha voci contrastanti: il ministro Salvini da una parte vorrebbe riaprire le case chiuse, come fece nell'800 il "buon" Cavour, e la senatrice Maiorino dall'altra, continua a promuovere il modello che in mezza Europa punisce il cliente.
Non poteva mancare per le festività un richiamo a quello che è considerato il più antico mestiere del mondo ovvero la prostituzione. Regolamentata in Italia a metà dell'800 dal Conte di Cavour per favorire le truppe francesi, con l'apertura delle "case di tolleranza". E così il vicepremier e leader della Lega,
Matteo Salvini ha acceso nuovamente il dibattito sui canali social. «Sono personalmente a favore della regolamentazione del mestiere della prostituta o del prostituto scelto come lavoro, per toglierli dalla strada». E come riportato dall’Ansa, ha precisato le ragioni di case chiuse anche in Italia dove le persone che si prostituiscono siano «controllate, pagando le tasse e non mezzi nudi in mezzo a una strada».
A rispondergli l’onorevole
Alessandra Maiorino del M5S che negli ultimi anni ha portato avanti la battaglia a favore del cosiddetto “modello equal” - diffuso dalla Svezia fino alla Francia - che depenalizza le persone prostituite ma colpisce i clienti con sanzioni e l’arresto per chi persevera nell’acquisto di prestazioni sessuali a pagamento. A maggior ragione se si tratta di persone ingannate, minacciate e sfruttate nel mercato della prostituzione oggi sempre più diffusa su internet. «Il ministro Salvini rilancia il suo più spregevole ever-green per far parlare di sè: la regolamentazione della prostituzione, ossia, nella pratica, la soppressione dei reati previsti dalla legge Merlin: induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un regalo a papponi e cricche criminali, oltre che a quanti si servono o intendono servirsi della prostituzione. In totale controtendenza, peraltro, con le direttive europee antitratta, l’ultima della quale indica chiaramente che gli Stati devono prendere delle misure contro chi acquista “servizi” da persone trafficate. Come al solito Salvini porta a esempio la Germania, l’Austria e la Svizzera, ma dimentica di citare la Svezia, la Norvegia, l’Irlanda, l’Islanda e la Francia, dove invece l’acquisto di prestazioni sessuali è vietato e sanzionato».
In Senato la seconda indagine sul fenomeno della prostituzione
Dopo la prima indagine sulla prostituzione avviata nel 2019 e terminata nel 2023 con un chiaro orientamento a politiche che vanno nella direzione della riduzione della domanda come in Francia, Islanda, Svezia, Norvegia e di recente anche Spagna, il 18 novembre scorso ha preso il via un secondo round di consultazioni di esperti sollecitato dalla senatrice pentastellata, Alessandra Maiorino.
Il
dott. Ivano Gabrielli, Dirigente superiore della Polizia di Stato e Direttore del servizio polizia Postale e della sicurezza cibernetica è stato il primo esperto ad intervenire in Senato per
l’indagine conoscitiva sul fenomeno della prostituzione realizzata attraverso piattaforme telematiche.
Il dirigente del servizio centrale per il contrasto al cybercrime ha sottolineato come la prostituzione si stia diffondendo attraverso molteplici e nuove tecnologie e attività criminali che si sviluppano accanto ad economie legali che si muovono all’interno di “zone grigie”.
Ha elogiato
la Legge Merlin, unica in Europa, efficace contro ogni forma di sfruttamento e induzione alla prostituzione. Tuttavia secondo Gabrielli è difficilissimo seguire i flussi economici del mondo digitale - e quindi i proventi nello sfruttamento del mercato del sesso - perché non sono facilmente collegabili con reati di favoreggiamento. «Spesso e volentieri queste piattaforme dichiarano di offrire gratuitamente il servizio lucrando successivamente sull’attività di advertising a margine di quella di prostituzione. È difficilissimo andare a ricostruire i flussi economici che spesso vengono occultati... Il problema con cui ci scontriamo è la neutralità delle piattaforme rispetto ai contenuti.
Dovremmo usare di più, strumenti che utilizziamo per la lotta al terrorismo. Ad esempio abbiamo il digital service act che può dare ordini di rimozione e di controllo. Ma le stesse piattaforme online debbono togliersi dall’ambiguità, collaborare di più. La stessa piattaforma YouTube dichiara che il contenuto sessualmente esplicito viene rimosso nel giro di qualche secondo in base alla policy interna».
«La prostituzione si è trasferita quasi interamente online, ma questo non significa che è meno brutale di prima, anzi - aggiunge la senatrice Maiorino che ha sollecitato questa nuova consultazione di esperti sulla prostituzione online. Le dinamiche sono esattamente le stesse, così come le organizzazioni che ne gestiscono il business, solo che si è ampliato ulteriormente, potendo godere delle enormi zone grigie delle normative che regolano lo spazio Web, che è praticamente un far west. Oggi i reclutatori entrano direttamente nelle camerette delle nostre ragazzine e ragazzini, attirandoli con le promesse di soldi facili, notorietà, e quel pizzico di ribellione che nell’età dell'adolescenza esercita un fascino praticamente irresistibile. A quel punto
la vittima è convinta di aver compiuto una scelta autonoma, mentre è solo un burattino nelle mani di chi si arricchisce attraverso l’oggettificazione di centinaia di giovanissime e giovanissimi. Il caso recente di
Fralefusa e
Nicole di Onlyfans ha squarciato un velo su una realtà pervasiva e perniciosissima, e una società matura, che ha a cuore le nuove generazioni, non può voltarsi dall’altra parte. La nuova indagine conoscitiva ha come obiettivo principale quello di accendere un faro su questa realtà e consentire finalmente al Parlamento di agire».
Professione sex work? il Belgio dà il via ai primi contratti di lavoro
Mentre in Italia si discute, intanto in Belgio lo chiamano "sex work" (lavoro sessuale) e da circa un mese è regolato da un contratto di lavoro.
Paesi come Germania e Olanda da anni avevano regolamentato la prostituzione, ma nessuno aveva mai definito la professione con un contratto ad hoc.
Con la nuova legge belga chi è nel mercato della prostituzione oltre ad accedere all'assistenza sanitaria statale, potrà prendere un congedo di maternità, aver diritto alla malattia retribuita e ai contributi per la pensione, ed esser tutelato in caso di licenziamento senza preavviso. Tuttavia chi vuole assumere le cosiddette “lavoratrici del sesso” potrà avere una licenza specifica solo a rigide condizioni.
Dovrà dimostrare ad esempio l’assenza di condanne per reati come omicidio, tratta di esseri umani, furto o frode, dovrà garantire un ambiente di lavoro sicuro e garantire nella stanza del bordello un pulsante di allarme a disposizione per allertare "un consulente di fiducia" e se il lavoro è svolto in strada chi si prostituisce dovrà avere in dotazione un pulsante di allarme mobile.
Il nuovo anno pare iniziare dunque con un'Europa stritolata tra fronti opposti e ormai quasi schizofrenica in materia di diritti e dignità umana. Non importa se si tratti della foto di un piede nudo per i feticisti o di una esibizione erotica online nella pausa pranzo dal lavoro. Non sarà un contratto di lavoro per far pagare le tasse alle prostitute e un bordello col regolamento presentato ad ogni acquirente che risolverà la questione.
Il "lavoro sessuale" nei bordelli e la sessualizzazione dei contenuti in rete, a scapito della dignità di donne e ragazze - a detta degli esperti - non eviterà di esporre alla violenza le nuove generazioni nel vecchio continente.