Mentre da un lato i Paesi del mondo si confrontano sulle strategie più efficaci per ridurre l'impatto ambientale e l'inquinamento, dall'altro scatenano guerre che hanno effetti devastanti anche sull'ambiente. Come dimostrano gli ultimi dati sulla guerra in Ucraina.
Mai come in questo ultimo pezzo della storia del nostro pianeta ci rendiamo conto quanto sia profondamente vero quanto ha dichiarato Papa Francesco nel suo Messaggio per la LIV Giornata Mondiale della Pace 2021
: «Pace, giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo».
Le conseguenze dei conflitti armati e delle guerre toccano ogni aspetto della vita dei popoli che ne sono coinvolti: la sicurezza sulla propria vita, l’economia, l’assetto sociale, la possibilità di progettare il proprio futuro.
Un aspetto di cui si parla poco è ciò che un territorio e il suo equilibrio ambientale subiscono in presenza di un conflitto, ciò che accade alla “casa” che abita quel popolo.
Il 40% dei conflitti è connesso allo sfruttamento delle risorse naturali
Le vittime dei conflitti sono certamente civili e soldati ma anche le risorse naturali e gli ecosistemi. Per questo l’Assemblea Generale dell’ONU il 5 novembre 2001 ha dichiarato il 6 novembre di ogni anno come
Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato.
La giornata si propone di sensibilizzare la società sugli effetti dannosi prodotti dalla guerra e dai conflitti armati sull’ambiente. Il messaggio alla base della celebrazione di questa giornata è quello di garantire che la protezione dell’ambiente venga ricompresa nelle più ampie strategie per la prevenzione dei conflitti e il mantenimento della pace.
Non può esistere una pace duratura se vengono distrutte le risorse naturali e gli ecosistemi sui quali si basano i mezzi di sussistenza della popolazione.
Risorse idriche inquinate, raccolti e foreste devastati e animali uccisi troppo spesso rientrano nelle strategie militari. Ma non solo,
il controllo delle risorse naturali è tra i fattori che scatenano i conflitti. Questi sono i temi affrontati dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), i cui studi hanno dimostrato che
negli ultimi 60 anni almeno il 40 per cento di tutti i conflitti interni erano connessi allo sfruttamento delle risorse naturali.
Il 27 maggio 2016 le Nazioni Unite hanno adottato la Risoluzione UNEP/EA.2/Res.15, che ha riconosciuto il ruolo degli ecosistemi integri e delle risorse naturali gestite in modo sostenibile nel ridurre il rischio di conflitti armati e ha ribadito il suo forte impegno per la piena attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile elencati nella risoluzione 70/1 dell’Assemblea Generale intitolata “Trasformare il nostro mondo: l’agenda del 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
I danni della guerra in Ucraina: danneggiato già il 20% delle aree naturali protette
Volendo considerare il caso concreto della guerra in Ucraina a febbraio di quest’anno Greenpeace e la Ong ucraina Ecoaction hanno pubblicato una "Mappa dei danni ambientali" causati dalla guerra e per denunciare i gravissimi impatti sugli ecosistemi.
I dati, raccolti da Ecoaction e consultabili online, sono stati confermati dalle immagini satellitari e mappati da Greenpeace Central and Eastern Europe (Cee). In base alle informazioni ufficiali, dall'inizio delle ostilità sono stati
danneggiati circa il 20 per cento delle aree naturali protette del Paese, e 3 milioni di ettari di foresta, mentre altri 450 mila ettari si trovano in zone occupate o interessate dai combattimenti (fonte: ANSA)
La conta dei danni sull’ambiente è drammaticamente lunga: Incendi; modificazioni permanenti della morfologia del territorio dovuti alle esplosioni, inquinamenti di acqua aria e suolo dovuti alle polveri sottili e ai composti chimici rilasciati in atmosfera, sempre dalle esplosioni, come gli ossidi di zolfo e di azoto che possono provocare piogge acide; le conseguenze dei bombardamenti dei siti industriali; l’accumulo sul terreno di metalli e terre rare contenuti nei residui bellici che infiltrandosi nel terreno possono inquinare le falde acquifere. Tra gli impatti più pesanti c’è poi l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera derivante sia dalle esplosioni e dagli incendi sia dalla mobilità dei mezzi militari.
Le iniziative di sensibilizzazione
La celebrazione della giornata del 6 novembre quindi diventa un importante appuntamento che interpella tutte le persone di “buona volontà” per aumentare consapevolezza e conoscenza su questi temi e più in generale per costruire una cultura che si opponga e rifiuti la guerra e i conflitti armati.
Una delle iniziative a cui è possibile aderire è quella che ormai da diversi anni propone la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) con il coinvolgimento della rete interreligiosa e laica con cui intrattiene rapporti di collaborazione.
La proposta è semplice: unirsi alla diffusione e all’informazione sul tema della giornata con un breve video, un testo, una foto o uno slogan significativi, un canto, una preghiera diffondendo attraverso i propri social questi contenuti e segnalando la propria iniziativa a GLAM che farà da cassa di risonanza attraverso la sua pagina e i social della sua rete. Si può aderire sia come organismi o associazioni sia come singoli. Per sapere di più dell’iniziativa si può andare allla
pagina dedicata o al sito di
Pax Christi.
Fonti:
https://www.onuitalia.it/6-novembre-giornata-internazionale-delle-nazioni-unite-per-la-prevenzione-dello-sfruttamento-dellambiente-in-situazioni-di-guerra-e-conflitto-armato/
http://www.un.org/en/events/environmentconflictday/index.shtml
http://www.unenvironment.org/news-and-stories/story/erik-solheim-smog-war
https://wedocs.unep.org/handle/20.500.11822/11189
https://www.ansa.it/amp/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2023/02/21/ucraina-greenpeace-mappa-dei-danni-ambientali-della-guerra_5692edc3-0cdf-4513-8c9b-7977d5b67b7d.html
https://www.greenpeace.org/italy/comunicato-stampa/17020/greenpeace-pubblica-una-mappa-dei-danni-ambientali-della-guerra-in-ucraina/