Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) approvato dal Governo Draghi e ora recapitato alla Commisione Europea prevede risorse pari a 221,5 miliardi di euro, una cifra leggermente inferiore rispetto al piano elaborato dal precedente governo Conte bis pari a 223,91 miliardi di euro.
Nello specifico vengono esplicitate meglio le risorse richieste all’Unione Europea tramite il “Dispositivo per la ripresa e resilienza”, detto anche Recovery Fund, che precedentemente ammontavano a 210,91 miliardi, un importo nettamente superiore rispetto a quello autorizzato in sede europea (pari a 196,5 miliardi di euro).
La scelta del precedente governo di richiedere un importo superiore a quello accordato era legata a due fattori: da un lato, una volta definita l’analisi sugli strumenti finanziari a leva, sarebbe stato verosimile che l’impatto in termini di indebitamento netto delle risorse impiegate in questo ambito si sarebbe ridotto; dall’altro lato, in fase di attuazione dei progetti, si sarebbe potuta verificare una riduzione dell’ammontare di risorse autorizzato e quindi risultava prudente mantenere un margine di sicurezza.
L’attuale governo, invece, propone un piano sotto il limite concesso in sede europea - 191,5 miliardi di euro per il Recovery Fund, quindi circa 5 miliardi in meno di quello autorizzato -, affiancando però ai denari europei un Fondo Complementare di circa 30 miliardi di euro, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile.
Pertanto il totale del PNRR inviato a Bruxelles è pari a 221,5 miliardi di euro.
Per quanto riguarda le voci di spesa, è stato confermato l'impianto del Piano già previsto, con la presenza di 6 missioni principali e un totale di 16 componenti funzionali più specifiche.
Rispetto al totale delle risorse richieste, si può notare che mentre le risorse per le missioni 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, e missione 5 Inclusione e coesione rimangono sostanzialmente invariate, le risorse per la missione 2 Rivoluzione verde e Transizione ecologica, la missione 3 Infrastrutture per una mobilità sostenibile e missione 6 Salute vengono ridotte a favore della missione 4 Istruzione e ricerca che raggiunge il 17% delle risorse totali del Piano rispetto al 12,7 per cento delle risorse previste nel precedente.
Guardano un po’ più nel dettaglio, fra i 135 progetti del nuovo Piano è stata notata l’assenza del cashback, il progetto introdotto dallo scorso governo Conte II, con l’obiettivo di incentivare i pagamenti elettronici (più tracciabili rispetto al contante) attraverso la restituzione di una quota della spesa. Mentre il precedente PNRR prevedeva 4,7 miliardi per finanziare la misura fino a giugno 2022, nel nuovo documento il cashback non è nemmeno citato, per cui se si vuole mantenere il progetto le risorse dovranno essere trovate attraverso altri strumenti.
La maggioranza - che oggi comprende gra parte dei partiti - ha dovuto confrontarsi su tanti progetti e in alcuni casi è stato difficile trovare la sintesi tra le varie forze politiche. Ad esempio, mentre il finanziamento del superbonus 110% è stato inserito, semplificato e prorogato fino al 2023, il finanziamento di quota 100 non è stato accettato, creando non pochi attriti all'interno della maggioranza.
Altri dettagli li fornisce il governo stesso in questo articolo.