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31 Maggio 2024

Ritornare all'origine: speranza di fronte alla fine del cristianesimo?

Il nuovo libro di don Roberto Battaglia indaga sulla crisi del cristianesimo e propone una via per rilanciarlo, partendo dalla testimonianza di Sandra Sabattini.
Ritornare all'origine: speranza di fronte alla fine del cristianesimo?
Foto di Foto di Couleur da Pixabay
La necessità di un cristianesimo autentico e incarnato. Il libro: un invito a ritornare all'origine e a riscoprire la gioia della fede. L'esperienza di Sandra Sabattini esempio di come Cristo possa attrarre i giovani.
Nel circo che si è insediato in un villaggio scoppia un incendio. Il direttore manda a dare l’allarme ai cittadini del villaggio un clown già tutto bardato e truccato per la sua esibizione. Il clown fa di tutto per convincere i cittadini del pericolo che sta per raggiungerli, ma essi non gli credono perché è un clown, pensano che la sua sia un’abile astuzia per portare spettatori sotto il tendone. È un famoso apologo di Søren Kierkegaard che il teologo Joseph Ratzinger riprese all’inizio della sua Introduzione al cristianesimo.
Quell’apologo indica la condizione del cristiano nella società moderna, egli parla, anzi grida cose giuste e vere, ma gli ascoltatori non lo capiscono, lo fraintendono, lo snobbano.

Sandra Sabattini: una cristiana di oggi

È dunque diventato impossibile annunciare il cristianesimo agli uomini della post modernità, dove la secolarizzazione cominciata ai tempi di Kierkegaard ha raggiunto il culmine e ha travolto la cristianità? Si può stare di fronte alla fine della cristianità, alle chiese sempre più vuote, al laicismo ideologico che pervade ogni aspetto della vita sociale, con uno sguardo di speranza?
Nuovo libro di don Roberto Battaglia: Ritornare all'origine. Uno sguardo di speranza di fronte alla fine della cristianità, Cantagalli
 
Roberto Damiano Battaglia, nel suo ultimo libro Ritornare all’origine. Uno sguardo di speranza di fronte alla fine della cristianità, edito da Cantagalli con prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, risponde di sì.
Don Roberto è il parroco di San Girolamo, nel cuore della Rimini turistica, dove ha abitato, insieme allo zio don Giuseppe Bonini, anche la beata Sandra Sabattini.
Ed è proprio la beata Sandra che spunta fra le dense pagine teologiche di don Roberto volte a decifrare la missione dei cristiani nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo.
«La sua esperienza - si legge nel libro - è un contributo al citato confronto sulle “chiese vuote” poiché mostra come anche nella nostra epoca Gesù può affascinare una giovane ventenne fino a farla tutta sua.
La testimonianza della Beata Sandra mostra precisamente come l’unica vera chance della Chiesa, oggi come duemila anni fa, sia la capacità di Cristo di attrarre totalmente il cuore fino al riconoscimento che egli è tutto. Sandra infatti aveva raggiunto tale consapevolezza: «Ora si tratta di una cosa sola: scegliere. Ma cosa? Dire: sì Signore scelgo i più poveri; ora è troppo facile, non serve a niente se poi quando esco è tutto come prima. No, dico: scelgo Te e basta» (Il Diario di Sandra, 26 febbraio 1978)».
Ma come è potuto accadere che una semplice ventenne di Rimini possa oggi essere presa come esempio della capacità di Cristo di attrarre il cuore degli uomini del nostri tempo?
Battaglia fornisce una proposta precisa: «Si tratta di un’esperienza che non può essere generata dalla mera ripetizione verbale dell’annuncio cristiano e che si spiega solamente per l’attrattiva di Gesù, suscitata attraverso l’incontro con la testimonianza e la proposta di don Oreste Benzi, a cui Sandra ha aderito pienamente». «È il carisma che rende Cristo contemporaneo alla storia», diceva don Oreste.

Cristo vivo

Il libro di don Roberto Battaglia raccoglie, opportunamente rivisti e adattati ad un pubblico più ampio, i testi degli esercizi spiritual tenuti a un gruppo di preti polacchi, nel santuario mariano di Czestochowa, negli anni 2019, 2021 e 2023. La genesi del volume non deve allontanare il lettore laico. Sono parole dette ai preti ma molto utili e necessarie anche ai laici, specialmente se desiderano vivere in modo consapevole la propria fede. Il sacerdote riminese si è trovato a predicare in Polonia, un paese che negli ultimi trent’anni si è trovato a vivere il passaggio da una situazione di cristianità, che paradossalmente resistette integra anche sotto un dispotico potere ateo e comunista, ad una secolarizzazione avanzata di massa tipica del mondo europeo e americano.
È il tipo di sfida che appassiona don Roberto: prendere atto che la cristianità è finita, capire che stiamo vivendo in un cambiamento d’epoca, accettare tutto questo come un’opportunità per tornare a proporre il cristianesimo non con il rigore astratto di una dottrina o di un’etica, ma con il fascino attraente di un’umanità cambiata dall’incontro con Cristo.
Perché anche negli uomini secolarizzati del nostro tempo, proprio perché uomini, rimane l’anelito all’infinito. Magari sepolto o anestetizzato dall’assorbimento del nichilismo imperante, ma pronto a riaffiorare non appena il cuore è ridestato da una presenza umana diversa. E qui ritorna il riferimento alla figura di Sandra che scriveva pochi giorni prima di compiere vent’anni: «l’infinito è lì che ci aspetta ogni volta che cadono le ‘posticce’ risposte che abbiamo dato al suo bisogno” (Diario, 7 agosto 1981)».

Il bisogno di infinito

Sandra viveva fino in fondo la propria sete di infinito perché sapeva che essa coincideva con la propria umanità. «Signore non darmi la possibilità di ‘tirarmi su’, ma fammi sentire ancora di più il,vuoto della mia umanità, […] per risalire e farmi gustare a fondo la bellezza della mia umanità, dell’essere giovane, di essere nel mondo» (Diario, 27 gennaio 1981). Se c’è una possibilità di incontrare gli uomini del nostro tempo, questa sta nella condivisione delle ferite e delle debolezze. I cristiani con gli altri uomini condividono il grido di speranza di Leonard Cohen: «È una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce».
Nella sua navigazione fra le sfide del mondo contemporaneo don Roberto Battaglia segue tre fari: l’insegnamento di papa Francesco, l’eredità teologica e culturale di Joseph Ratzinger- Benedetto XVI, il carisma del servo di Dio don Luigi Giussani, vivo ancora oggi nell’esperienza di Comunione e Liberazione.  Ma non mancano citazioni letterarie e musicali da Michel Houellebecq a Lady Gaga.
«Questi Esercizi spirituali – scrive nella prefazione il cardinale Zuppi - ci aiutano a fermarci, a meditare, a non accontentarci dell’apparenza, a guardare in profondità, a “fissare lo sguardo”, a guardare con “compassione” le folle di oggi sempre stanche e sfinite perché senza pastore, per capire il prossimo e il mondo intorno a noi. La domanda iniziale – «È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa
che ha abbandonato l’umanità?» (T. S. Eliot) – in realtà accompagna tutta la riflessione per aiutare a trovare la risposta nella vita. L’incontro con Cristo, che tocca il cuore, che genera vita e libera dalla paura di vivere, creativo, avviene nella vita stessa, non fuori da questa, nella nostra miseria – qualcuno direbbe – da mendicanti, come siamo. Il testo ci aiuta ad aprire tante domande. Spesso per noi certezza della fede significa credere di avere una risposta per tutto e non cambiare.
Giustamente l’autore ricorda come la «certezza della fede non estingue l’inquietudine, al contrario, la esalta, poiché la certezza della fede non è un “pensiero chiuso” ma “aperto”». Nel deserto del nostro mondo non giudichiamo facendoci maestri a distanza, ma tornando all’origine per rendere possibile l’incontro con una presenza viva».
 
Il libro sarà presentato al pubblico lunedì 3 giugno alle ore 21 nel  teatro del Seminario Diocesano don Oreste Benzi a Rimini. Oltre all’autore interverranno Stefano Zamagni, docente di Economia Civile, e Pierluigi Banna, docente di Teologia all’Università Cattolica di Milano.