«Colui che non conosce le Scritture, non conosce il potere di Dio e neanche la sua saggezza»
Girolamo nasce a Stridone in Dalmazia nel 347 da una famiglia cristiana. Compie a Roma gli studi e viene battezzato a 19 anni da papa Liberio. Riesce a sottrarsi alla vita gaudente e sfrenata di Roma girando per mezzo impero fino ad abbracciare la vita ascetica ad Antiochia, dove viene ordinato sacerdote. Tornato a Roma, diventa segretario di papa Damaso, il quale lo incoraggia a intraprendere una nuova traduzione latina dei testi biblici per motivi pastorali e culturali. Lascia Roma nel 385 e intraprende un pellegrinaggio, dapprima in Terra Santa, poi in Egitto. Nel 386 si ferma a Betlemme, dove traduce direttamente in latino dall’originale ebraico i testi dell’Antico Testamento. Muore nella sua cella, vicino alla grotta della Natività, il 30 settembre 419 o 420. Il suo vasto sapere, i suoi commenti sulla Sacra Scrittura ed il vigore con il quale ha combattuto le eresie del suo tempo gli hanno meritato il titolo di dottore della Chiesa. La festa liturgica di Girolamo viene celebrata il 30 settembre.
Il patrono dei traduttori e degli archeologi
Da giovane Girolamo dedicava ore ed ore a leggere classici latini e greci e si era abituato all'eloquenza della letteratura in stile pagano. Per lui il testo biblico era troppo semplice e nel leggerlo sentiva molta aridità. Un giorno mentre si trovava in preghiera ebbe una visione. Era stato portato in cielo e si vedeva davanti al Giudizio di Dio. Gesù Cristo stesso presiedeva e lo interrogava sulla sua fede. «Sono cristiano» rispose Girolamo. E il Giudice replicò severo: «Menzogna!...Tu non sei cristiano, ma ciceroniano...». Da quel momento si impegnò con molta diligenza e attenzione a leggere la Bibbia tanto che è stato dichiarato patrono di tutti coloro che nel mondo si dedicano a far capire e amare di più la Parola di Dio. Girolamo studiò l'ebraico e perfezionò le conoscenze del greco, con lo scopo di poter capire meglio le Scritture nelle sue lingue originali.
I testi biblici esistenti fino ad allora avevano imperfezioni di linguaggio e imprecisioni di traduzione. C’era la necessità di una traduzione che fosse un testo unico e uniforme che servisse come base nella liturgia, negli studi e nelle preghiere dei fedeli.
Papa Damaso incaricò Girolamo di tradurre il testo delle Sacre Scritture in latino e tale lavoro occupò quasi tutta la sua vita. Da questo lavoro nacque il testo della Bibbia noto come "Vulgata", che significa "di uso comune". Questa traduzione fu ampiamente usata per quasi quindici secoli. Girolamo è stato assistito e ispirato dallo Spirito Santo, sostenuto da un amore straordinario per la Parola di Dio e da una grande ricchezza di informazioni sui tempi, sui costumi e sui luoghi riguardanti la Sacra Bibbia.
Quando morì, ad ottant’anni, lasciò un materiale preziosissimo di commenti ai libri della sacra Scrittura, un deposito di dottrina al quale tutti noi possiamo attingere. Benedetto XV, nel 1920, lo ha indicato come «il dottore sommo nell’esegesi scritturistica» proprio perché aveva messo ogni istante della sua vita al servizio della Sacra Scrittura.