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4 Agosto 2024

San Jean Marie Vianney

Il 4 agosto si ricorda il santo curato D'ars, patrono di tutti i sacerdoti
San Jean Marie Vianney
«Sono disposto a soffrire tutto quello che Tu vorrai, per tutta la durata della mia vita, purché i miei parrocchiani si convertano»
Jean Marie (Giovanni Maria) nacque a Dardilly, presso Lione (Francia), l’8 maggio 1786 da una famiglia di contadini, la sua vocazione al sacerdozio fiorì negli anni della rivoluzione francese, restando affascinato dalla figura del prete pronto anche a morire per il proprio ministero. Incontrò grosse difficoltà nello studiare teologia in latino e dopo molti sforzi fu ordinato sacerdote il 13 agosto 1815. Nel 1817, Jean Marie fu mandato parroco ad Ars, un borgo con 270 abitanti, dove quasi nessuno frequentava la chiesa. Con la sua condotta di vita piena di preghiera e penitenza, attirò i suoi parrocchiani in chiesa. Creò per le ragazze una scuola dove trovavano cibo, istruzione umana e cristiana e dove imparavano un mestiere. Impegnò gli adulti in attività di culto e caritative e la fama di questo prete, ben conosciuto per la sua poca preparazione intellettuale, oltrepassò i confini di Ars e da tutta la Francia accorrevano a lui per confessarsi.
Morì nel 1859. Papa Pio XI lo ha proclamato patrono dei parroci. La sua festa ricorre il 4 agosto. 

Patrono di tutti i sacerdoti del mondo

Per confessarsi dal curato d’Ars i fedeli facevano la fila anche per 8 giorni. Come mai? Lui sentiva il peccato dell’altro dentro di sé e soffriva perché Gesù non era amato; il dolore che provava lo comunicava a chi si confessava, il quale effettivamente si pentiva e si convertiva. Potente trasmettitore dell’amore di Dio, restava nel confessionale in media 15 ore la giorno, e anche i peccatori più incalliti davanti a lui cadevano in ginocchio e si scioglievano in lacrime. Offrendo totalmente la sua umanità a Dio, Jean Marie è stato totalmente prete, senza che alcun orgoglio umano potesse interferire col potere di grazia di Dio. Disse: «Il buon Dio, che non ha bisogno di nessuno, si serve di me per il suo grande lavoro, benché io sia un sacerdote senza scienza. Se avesse avuto sottomano un altro parroco che avesse avuto più motivi di me per umiliarsi, l’avrebbe preso e avrebbe fatto, attraverso di lui, cento volte più del bene».
Il curato d’Ars dormiva pochissime ore su nude assi, si cibava di qualche patata, faceva molte penitenze perché, essendo parroco, comprendeva che toccava a lui chiedere perdono per i peccati dei suoi figli. Per ben tre volte cercò di fuggire da Ars, non per la troppa fatica ma perché sentiva talmente la responsabilità della salvezza delle anime a lui affidate che temeva di non essere degno del compito, ed affermava: «Non mi rammarico di essere prete per dire la Messa, ma non vorrei essere parroco». Consacrando il pane e il vino, il sacerdote non compie solo un semplice rito, ma viene misteriosamente unito a Cristo che si è fatto vittima d’amore salendo in croce per salvarci. Jean Marie non ha opposto resistenza all’unione a Gesù, buon pastore che offre la sua vita per salvare ogni uomo.
Per questo papa Benedetto XVI, in occasione del 150esimo anniversario della sua morte, il 19 giugno 2009 ha indetto l’Anno Sacerdotale avente come tema “Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote” e proclamando il curato d’Ars patrono di tutti i sacerdoti del mondo.