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11 Novembre 2023
Ultima modifica: 11 Novembre 2023 ore 09:29

San Martino di Tours. L'ex militare che fondò il primo monastero l'Europa

L'11 novembre si ricorda il cavaliere che divise il mantello con un povero. Fu un grande vescovo e un instancabile missionario
San Martino di Tours. L'ex militare che fondò il primo monastero l'Europa
«Se Cristo ha sopportato Giuda, perché non dovrei sopportare Brizio?» (Brizio era un prete che accusava falsamente Martino)
Martino nasce nel 316 da genitori pagani in Pannonia (l’attuale Ungheria), viene istruito sulla dottrina cristiana quando era ancora ragazzo, senza però ricevere il battesimo. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola nella cavalleria imperiale. Nel 339 riceve il battesimo; dopo alcuni anni lascia l’esercito e va a Poitiers per completare la sua formazione cristiana sotto la guida del vescovo Ilario. Dopo essere stato ordinato prete fonda, nel 361, una comunità di asceti a Ligugé, primo monastero in Europa.
Nel 371 viene eletto dal popolo, suo malgrado, vescovo di Tours. Senza abbandonare la sua professione di monaco, fonda un monastero a tre chilometri da Tours, a Marmoutier, dove giovani monaci accorrono numerosi. Unisce felicemente l’azione apostolica, la ricerca della giustizia sociale e la vita contemplativa. Muore l’8 novembre 397 a Candes e subito dopo viene proclamato patrono della Francia.
I funerali si svolgono l’11 novembre, e in quel giorno Martino è ancora oggi ricordato. 

Martino: un contemplativo attivo

L’episodio che lo rese famoso, dividere il suo mantello di militare con un povero intirizzito dal freddo, avvenne quando ancora non era battezzato, ma le parole di Gesù iniziavano già a fargli cambiare modo di vedere e di pensare. Di importanza ben più rilevante è quanto fece come monaco e poi come vescovo di Tours. 
Fino ad allora il cristianesimo si era diffuso soprattutto nelle città lungo le vie consolari, ma nelle campagne i contadini e gli schiavi rimanevano fortemente legati alla religione tradizionale e la loro evangelizzazione era molto difficile. La sorte di questa gente venne presa a cuore da Martino che riuscì a coniugare il suo carisma di monaco con l'evangelizzazione dei contadini e degli schiavi. Ben difficilmente i contadini potevano muoversi, occupati dai loro lavori, e allora Martino andava da loro e si interessava ai loro problemi, si metteva a loro servizio con dei consigli ed annunciava il vangelo. Quando in un luogo si formava un bel gruppo di persone intenzionate a ricevere il battesimo, lasciava un monaco per portare avanti la loro formazione. In questo modo nascevano le comunità cristiane che in futuro si sarebbero chiamate “parrocchie”.
Martino, inoltre, consapevole dei disastri dell’eresia come frutto dell’ignoranza del clero, fece diventare il proprio monastero un centro di formazione. Proprio un uomo arrivato dal mondo militare e senza particolare istruzione, diede un impulso straordinario agli studi. Nello scriptorium di Tours, uno dei più celebri e importanti dell’Alto Medioevo, venivano trascritte la Sacra Scrittura, gli scritti dei Padri della Chiesa e vari commenti alla Parola di Dio. 
Martino fu un instancabile missionario, un grandissimo vescovo, sempre vicino ai bisognosi e ai perseguitati. Egli agiva col solo fine di assicurare il bene della Chiesa che gli era stata affidata, senza alcuna pretesa di potere e privilegi; con un’intensa vita di preghiera e penitenza esprimeva il suo profondo desiderio di essere pervaso totalmente dall’amore di Dio.