«O mio Signore e mio Dio, liberami da me stesso e concedimi di possedere soltanto Te»
Nicola nacque nel marzo del 1417 a Flue, piccolo villaggio nel comune di Sachseln, nel cantone di Obwalden in Svizzera. Dopo aver partecipato alle guerre che i confederati tennero contro gli Asburgo dal 1440 al 1444, nel 1445 sposò Dorotea Wiss, da cui ebbe cinque maschi e cinque femmine. I compaesani lo elessero, nel comune e nel cantone, giudice e consigliere (nel 1459) e deputato della Dieta federale (nel 1462). Nel 1467 si ritirò a vita eremitica nel Ranft, un burrone solitario, dove visse vent’anni in meditazione e nelle più aspre penitenze, alimentandosi unicamente dell’Eucaristia. Si recavano da lui non solo pellegrini in cerca di un consiglio spirituale ma anche i dignitari dei cantoni svizzeri in lotta tra loro. Il Patto di Stans del 1481 che evitò la guerra civile è attribuito alla sua mediazione. Morì nel 1487 ed è stato canonizzato nel 1947 da Pio XII, che ne ha fissato la memoria liturgica al 21 marzo, e lo ha proclamato patrono della Svizzera, che celebra la sua festa il 25 settembre.
Lasciò tutto: famiglia, campi, sicurezze
Cinquantenne, padre di una magnifica famiglia, ricco di prestigio per essere stato giudice e deputato oltre che un valoroso soldato, Nicola si lasciò condurre dalla chiamata di Dio là dove non avrebbe mai pensato di arrivare. Dio lo chiamava e lo invitava a lasciare tutto: famiglia, campi, sicurezze. Dopo una lunga lotta interiore che Nicola paragonò alla «lima che purifica e al pungolo che stimola», chiese il permesso alla moglie e ai figli più grandi di ritirarsi in solitudine. “La sua carissima sposa” (come Nicola la chiamerà sempre) e i figli maggiori glielo accordarono. Per farsi compenetrare totalmente da Dio visse da eremita nel silenzio e nella preghiera, alimentandosi solamente dell’Eucaristia. Comprendendo che Nicola aveva fatto una profonda esperienza di Dio e che non si era ritirato in solitudine per capriccio o per sfuggire alle responsabilità della sua famiglia, molti ricorsero a lui come consigliere e iniziarono a chiamarlo con il nome di “fratello” Nicola (Bruder Klaus). Da autentico mistico, nella sua solitudine si ritrovava nel cuore del mondo e la sua proposta di accordo che trasmise alla Dieta di Stans per evitare la guerra civile fu accettata dalle parti in causa e per questo è riconosciuto come padre della patria. Bruder Klaus (fratello Nicola) diventò simbolo della vittoria senza guerra, grazie alla conciliazione, al dialogo per la ricerca del bene comune.
«Sforzatevi di essere ubbidienti gli uni verso gli altri» scrisse alle autorità di Berna, e aggiunse «Custodite nel vostro cuore il ricordo della passione del Signore», rivelando il segreto della sua unione con Dio. Nicola, che non sapeva né leggere né scrivere, divenne la più alta coscienza morale e spirituale del suo Paese, perché si lasciò possedere da Dio fino alla totale rinuncia di se stesso.
Con tutta la sua esistenza Nicola ha testimoniato che seguire la strada sulla quale Dio ci chiama è fonte di benedizione per sé e per tutta la società, e che solo lasciandoci irradiare dall’amore di Dio possiamo essere degli autentici operatori di pace.