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20 Luglio 2024

Sandra e Don Oreste: un articolo ritrovato dopo 45 anni

Nel suo Diario parlava di un articolo scritto con le amiche per il giornale Sempre. Ritrovato dopo 45 anni dal centro di documentazione della Comunità Papa Giovanni XXIII. Ecco cosa dice.
Sandra e Don Oreste: un articolo ritrovato dopo 45 anni
Foto di Alumera
1979. Un articolo ritrovato ci riporta a quei giorni. Il sogno di Sandra, Roberta e Antonella di inseguire la strada suggerita da don Oreste Benzi, in cui i poveri sono i destinatari. Il desiderio di aiutare, di non stare a guardare le ingiustizie che la società costruisce, facendosi, carico dell'altro come se fosse parte di noi. Ecco la rivoluzione che don Benzi suggeriva ai giovani.

«Oggi pomeriggio sono andata in sede con la Robi e l’Antonella per preparare l’articolo per "Sempre" (il giornale fondato da don Oreste Benzi). Poi sono andata a vedere le auto con ba’ e ma’.»

Così scriveva la beata Sandra Sabattini nel suo Diario (Il Diario di Sandra) il 21 agosto 1979.

Chissà in quanti si saranno chiesti di cosa avranno parlato nel loro articolo quelle tre ragazzine, giornaliste in erba?

A distanza di 45 anni, grazie alla competenza professionale del Centro di Documentazione della Comunità Papa Giovanni XXIII, abbiamo recuperato proprio quell’articolo a firma di Sandra nell’archivio di "Sempre", quando ancora la sede del nostro periodico era a Rimini, in Via della Gazzella 48 presso l’abitazione parrocchiale di don Oreste e il Direttore Responsabile era Roberto Soldati, scelto tra i primi membri della nascente Comunità.

Si trattava del numero 5/6 uscito il 30 settembre 1979, nel secondo anno di vita della nostra rivista, quando una copia costava 300 lire!

Ed ecco quell’articolo dal titolo: “E venne un uomo vestito di nero”...

Un tuffo nel passato attraverso gli occhi sempre giovani di tre adolescenti "pré-jù" impegnate col prete dalla tonaca lisa dopo aver partecipato ai primi soggiorni di condivisione sulle Dolomiti.

«Un uomo vestito di nero si presentò ad un gruppo di giovani insonnoliti ed affaticati dal duro lavoro intellettuale e spirituale che richiede l'incontro di nucleo. L'uomo dai capelli brizzolati, cominciò a distribuire sorrisi e fraterne "pacche" a destra e a manca: era alla ricerca di qualcuno che con­dividesse la realizzazione di uno dei suoi tanti sogni. I ragazzi allora si addormentarono veramente e ricominciarono a fantasticare insieme a lui: dapprima videro un gruppo di persone camminare per le strade di una mappa tracciata dai casi di povertà più disperati e disparati; in un secondo tempo notarono che il gruppo s'ingrossava sempre di più, coinvolgendo tutte le persone di "buona volontà".

L'uomo continuava a parlare e i ragazzi a fantasticare finché le parole cessarono rompendo l'incanto: ma mentre una parte dei ragazzi si svegliò, la rimanente continuò il sogno e per non interromperlo decise di vedersi settimanalmente...

I poveri non possono aspettare

Ed è così che ogni lunedì, nel Signore, si comincia l'incontro che dovrebbe vederci impegnati a fare il resoconto delle situazioni cui siamo venuti a contatto percorrendo "le strade della famosa mappa".
Dopo aver pregato (s'incomincia leggendo e meditando con Don Oreste un brano della Bibbia o del Vangelo), ci si racconta ciò che è stato fatto durante la settimana, le impressioni o ciò che ci è capito stando vicino a quel fratello, esortandoci alla disponibilità nei confronti dei fratelli che il Signore ci ha fatto incontrare. Nella maggior parte dei casi però ci si accorge sia della impotenza oggettiva, per quel che riguarda un pur minimo tentativo di aiuto, sia dei limiti personali che non facilitano certamente i rapporti fra di noi e con gli altri. È per questo che ci si richiama particolarmente alla fiducia nel Signore, all'umiltà per quel che riguarda l'andare ai fratelli (le figure ''meschine" non mancano mai, alla fraternità fra di noi). La cosa però che abbiamo capito in particolar modo e alla quale, nonostante i limiti non possiamo venire meno, è che i poveri non possono aspettare.

Se anche quello che possiamo fare è molto limitato, non possiamo e non dobbiamo non essere seri o ricordarci di loro solo quando ne abbiamo il tempo o la voglia. Tutto questo il Signore ce l'ha richiamato in maniera abbastanza precisa quando, dopo aver rimandato l'andare a un fratello una volta deciso, ci siamo giunti troppo tardi, infatti si era impiccato.

Terminate le varie riflessioni, Don Oreste ci presenta delle nuove situazioni di cui ci si prende carico o direttamente impegnandoci ad interessarci personalmente o indirettamente attraverso l'impegno e l'aiuto degli altri. La maggior parte delle volte infatti, proprio perché oggettivamente limitati, dobbiamo ricorrere all'aiuto di altri fratelli sia della Comunità che non, riducendoci a dei veri e propri “rompi”.

Roberta, Sandra, Antonella, ecc.»

Viene spontaneo chiedere ad Antonella Del Zoppo, una delle "Amiche" che hanno a cuore la testimonianza della loro vicinanza a Sandra, se ricorda quel momento…

«Mi ricordo di quel pomeriggio. Ci siamo date appuntamento nella sede di via Flaminia, al piano superiore e come sempre fra tante risate abbiamo scritto questo articolo che parlava della nostra condivisione spicciola fatta di piccole cose: un incontro, un sorriso, tempo per aiutare nel nostro tempo libero di studentesse.
Nel rileggerlo ritrovo lo zampino di Sandra: era proprio il suo stile quello di riportare le cose che facevamo, riconoscendone però il significato più profondo, nel sogno che il Signore ci chiedeva (e continua a chiedere…) di condividere con Lui.
Lo stile è come il clima che vivevamo in quegli anni: allegre, con la vita tra le dita, nella gioia di viverla assieme con la guida sapiente di Don Oreste e don Nevio. 
Per tanto tempo abbiamo cercato questo articolo e finalmente eccolo di nuovo a disposizione di tutti. 
Mi era stato chiesto in più occasioni di cosa parlasse quell’articolo, ma era passato troppo tempo e mi spiaceva non poter ricordare: potete immaginare la mia gioia nel ritrovarlo!».
Che aggiungere ancora? 
Sandra si era coinvolta in un Sogno con don Oreste, che ancora oggi ci invita un po’ tutti!