«Non lattività umana ci può salvare, ma solamente la passione di Cristo»
Edith Stein nasce il 12 ottobre 1891 a Breslavia (Polonia), ultima di 11 figli. Per gli ebrei è il giorno del Kippur, festa dell’espiazione. All’età di 2 anni le muore il padre. Allevata nei valori della religione israelitica, a 14 anni abbandona la fede e si dichiara atea. Studia filosofia a Gottinga (Germania), diventando discepola di Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. Nel 1921 si converte al cattolicesimo, e riceve il battesimo l’1 gennaio 1922. Nel 1932 le venne ritirato il permesso di insegnare perché ebrea. Nel 1933 entra nel Carmelo di Colonia ed assume il nome di Teresa Benedetta della Croce. Nel 1938 fa la professione solenne.
La vita di Edith è stata una coerente, rigorosa e appassionata ricerca della verità. La scuola filosofica di Husserl, fondata sull’analisi essenziale della realtà con un atteggiamento di apertura senza pregiudizi, le consentì di scoprire in Gesù di Nazaret la verità da sempre cercata. Non è stata solo l’attività mentale della giovane filosofa a farle scoprire il mondo della fede, ma anche gli eventi e le testimonianze di vita. Uno di questi eventi fu la morte, durante la prima guerra mondiale, di un filosofo suo caro amico, Adolf Reinach. Temeva di non saper dire nulla per confortare la moglie, credendola disperata per la perdita del marito. Invece rimase colpita dal vederla addolorata ma serena, capace di infonderle speranza. Più tardi Edith annotò: «Fu quello il mio primo incontro con la croce, con quella forza divina che la croce dà a coloro che la portano».
La vocazione al Carmelo e la morte ad Auschwitz
Nel 1921 per caso legge l’autobiografi a di santa Teresa d’Avila. Al termine del libro esclama: «Questa è la verità». La spiritualità di S. Teresa d'Avila le insegnò come entrare in comunione con Cristo crocifisso nel silenzio della propria interiorità, suscitando in lei la vocazione al Carmelo. La contemplazione dell’immenso amore per ogni uomo che spinse Gesù a lasciarsi crocifiggere per la nostra salvezza, diede l’impulso ad Edith di offrirsi, con chiara ma serena determinazione, come vittima espiatrice per il popolo ebreo. Afferrata da Dio, ha lasciato che Egli facesse di lei quello che ha voluto: l’ha trasformata in testimone per la verità perché le è stata fedele sino alla fine. Questa straordinaria santa (è stata filosofa, teologa, mistica, ebrea e agnostica, monaca e martire) è un esempio affascinante e trascinante per tutte le persone alla ricerca ricerca della verità, ma soprattutto per chi desidera vivere fino in fondo il mistero della croce e comprendere la sapienza in essa nascosta. Come la stessa santa ha detto: «Solo se si è costretti a portare la croce in tutto il suo peso si può conquistare la saggezza della croce».
Nel 1942 viene prelevata dalla Gestapo e deportata ad Auschwitz dove il 9 agosto muore nella camera a gas. Ebrea per stirpe, tedesca per nazionalità e cattolica per libera scelta, Edith è beatificata nel 1987 e canonizzata nel 1998. Nel 1999 viene dichiarata, con S. Brigida di Svezia e S. Caterina da Siena, co-patrona dell’Europa. È festeggiata il 9 agosto.