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21 Ottobre 2024

Santa Laura Montoya Upegui

Il 21 ottobre si ricorda una donna coraggiosa, che annunciò il Vangelo agli indios, emarginati e disprezzati.
Santa Laura Montoya Upegui
«Sento la suprema impotenza del mio niente ed il supremo dolore di vederti sconosciuto»
Laura nasce a Jericó, piccolo paese colombiano, il 26 maggio 1874, da Juan de la Cruz Montoya e Dolores Upegui, una famiglia profondamente cristiana. Aveva 2 anni quando suo padre fu assassinato. Cresce senza studi, per le difficoltà causate dalla povertà, fino all’età di 16 anni quando entra nella “Normale de Institutoras” di Medellín. Studentessa-lavoratrice, per pagarsi gli studi va ad accudire i malati del manicomio. Nel 1914, appoggiata da monsignor Maximiliano Crespo, vescovo di Santa Fe de Antioquia, fonda le “Missionarie catechiste degli indios”. Lasciano Medellín per Dabeiba il 5 maggio 1914 e raggiungono nella giungla gli indios catios.
Trascorre i suoi ultimi 9 anni sulla sedia a rotelle, sempre missionaria con il cuore. Muore il 21 ottobre 1949, quando le sue suore sono ormai quasi 500 e le novizie un centinaio, a servizio di 22 popoli indigeni. Proclamata beata il 25 aprile 2004 e canonizzata da papa Francesco in San Pietro il 12 maggio 2013, è ricordata il 21 ottobre.  

Madre spirituale degli indios

Laura è stata protagonista di una vicenda eccezionale della storia ecclesiastica latinoamericana nei primi anni del XX secolo: ruppe gli schemi ecclesiali e sociali addentrandosi nella selva millenaria per annunciare e proclamare il Regno di Dio agli indios, emarginati e disprezzati, inserendosi nella loro cultura, vivendo come essi nella povertà, semplicità ed umiltà. Ha così donato un posto alle donne nella Chiesa missionaria perché ha creduto nella capacità femminile di avvicinarsi ai più deboli ed oppressi ed elevarli alla dignità di uomini e di figli di Dio.
Da giovane sperava di diventare carmelitana ma quando comprese che veniva chiamata a portare l’annuncio del Vangelo agli indigeni elesse come cella la selva aggrovigliata e come tabernacolo la natura andina, i boschi e i ruscelli, l’esuberante vegetazione nella quale incontrava Dio.
Accettando anticipatamente i sacrifici, le umiliazioni, le prove e le contraddizioni che sarebbero sopraggiunte ed abbinando all’eroismo un pizzico di follia, raggiunse nella giungla gli indios catios accompagnata dal gruppo delle “Missionarie catechiste degli indios” e da sua madre. Espresse la sua “pedagogia dell’amore”, valorizzando la cultura delle differenti etnie, apprendendo la loro lingua, conoscendo i loro costumi, addentrandosi in tal modo nella cultura e nel cuore dell’indio. 
Laura fu provata e purificata dal disprezzo e dai pregiudizi dei prelati della Chiesa che non compresero quello stile di essere «religiose capre», secondo la loro espressione. La sua perseveranza e i risultati della sua opera rafforzarono il suo anelito di estendere la fede e la conoscenza di Dio fino ai più remoti ed inaccessibili luoghi. Questa madre spirituale degli indigeni, ai quali ha voluto mostrare l'amore di Dio, è la prima donna colombiana ad essere canonizzata. Lei e le altre missionarie che la seguirono, assimilarono la loro vita a quella dei poveri abitanti della selva, proprio come Gesù si spogliò della sua divinità per farsi uomo come noi per la nostra salvezza.