Viene ricordata il giorno 8 giugno. Santa Mariam diceva: «Non posso dormire serenamente in un letto, quando Gesù è appeso a una croce con tre chiodi»
Per la sua vita donata all’assistenza ai poveri, agli ammalati, agli anziani e in generale alle persone in stato di disagio molti suoi connazionali l’hanno paragonata a Madre Teresa di Calcutta.
Originaria dello Stato indiano del Kerala dove è nata il 26 aprile 1876, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan venne educata cristianamente in seno alla chiesa siro-malabarese. Sua madre morì nel 1888, quando lei aveva solo 12 anni e da allora aggiunse al suo anche il nome di Mariam, al fine di ricordarne l’amore per la madre di Dio che le veniva in soccorso nei momenti di dolore e di difficoltà.
Thresia resistette al patto stretto dai suoi genitori per farla sposare all’età di 10 anni, come da tradizione. Lei non aveva dubbi su quello che voleva dalla vita: consacrarsi al Signore. Dotata di profonda sensibilità e compassione per l’umanità sofferente e le famiglie in difficoltà, si schierò dalla parte dei poveri, dei malati affetti da morbillo e lebbra, dei moribondi, degli esclusi.
In un tempo in cui una donna non poteva neppure uscire di casa incontrava le persone bisognose nelle loro famiglie e visitava le case di tutti, senza distinzione di casta e di credo. Lei e le sue amiche che la supportavano subirono molte incomprensioni perché andavano contro la morale corrente: per gli anziani del villaggio non era conveniente uscire di casa senza essere accompagnate da uomini. Piena d’intenso amore per il Signore, ebbe visioni, estasi e stimmate.
Le venne proposto di entrare nelle Francescane Clarisse e poi nelle Carmelitane scalze, ma non si sentiva attratta da queste vocazioni.
Con tre amiche, Mariam Karumalikkal, Kochumariam Koonan e Thresia Koonan nel 1913 si trasferì in una casa per fare vita comunitaria: era il primo nucleo della Congregazione della Sacra Famiglia che vedrà la luce l’anno successivo, con le Costituzioni mutuate da quelle delle Suore della Sacra Famiglia di Bordeaux.
Nei 12 anni che fu superiora della congregazione fondò tre nuovi conventi, due scuole, due convitti, una casa di studio e un orfanotrofio. Formò con grande cura le novizie, delle quali fu anche maestra.
Lasciò questa terra l’8 giugno 1926 a causa di una ferita alla gamba che le divenne fatale poiché diabetica.
Giovanni Paolo II la beatificò il 9 aprile 2000. Papa Francesco l’ha canonizzata il 13 ottobre 2019, insieme ad altri quattro Beati. Viene ricordata l’8 giugno.
Molti indù la chiamano familiarmente “Madre Mariam Thresia”, riconoscendole di aver agito senza distinzioni di casta o credo, e si recano in pellegrinaggio alla tomba di in particolare l’8 giugno, giorno nel quale viene ricordata anche dalla liturgia cattolica.