«Offro la vita mia per il popolo»
Nacque a Quito (odierno Ecuador, all’epoca dominio del Perù) il 31 ottobre 1618. Era l’ottava figlia del nobile di Toledo, don Girolamo Paredes y Flores. Rimase orfana dei genitori a 7 anni. Si vide negato il permesso di entrare in un ordine religioso e perciò si ritirò in alcune stanze della casa della sorella e fece privatamente professione dei voti di povertà, obbedienza e castità. Si pose sotto la direzione spirituale dei padri Gesuiti. A 21 anni, il 6 novembre 1639, fu accolta nel Terz’Ordine Francescano. Le porte di casa sua erano sempre aperte per accogliere poveri, malati e bambini indios.
Nel 1645 Quito fu squassata da un terremoto a cui segue una terribile epidemia. Lei offrì pubblicamente la sua vita in cambio della salvezza dei suoi concittadini. Morì 60 giorni dopo, il 26 maggio. È stata beatificata nel 1853 da Papa Pio IX e canonizzata da Papa Pio XII il 9 giugno del 1950. È la prima santa dell’Ecuador, di cui è patrona. La sua festa ricorre il 26 maggio.
Fin da piccola Mariana (in italiano Maria Anna) spicca per la maturità e l’amore a Gesù. Viene ammessa alla Prima Comunione quando ancora non aveva 7 anni perché il padre gesuita che la esamina rimane molto meravigliato dall’intelligenza e dalla comprensione dei misteri divini della bambina. Cresce con la chiara vocazione alla vita religiosa alla quale si sente prepotentemente chiamata. Le viene proposto di entrare tra le Domenicane o le Clarisse, ma Marianita (vezzeggiativo col quale veniva chiamata) confida al suo direttore spirituale di aver percepito da una voce distinta che si sarebbe santificata nella propria casa, vivendo nel raccoglimento e nella penitenza. La sua giornata trascorre secondo uno schema stabilito dal confessore: cinque ore di preghiera, letture spirituali e lavori domestici (tessitura) il cui ricavato viene destinato ai poveri. Accoglie poveri e malati che lava, veste, nutre e cura. Ai bambini indios fa catechismo ed insegna a leggere e a scrivere, cantare e suonare. Compie lunghi digiuni durante i quali si nutre solo con l’Eucaristia.
Nel terremoto che colpisce Quito nel 1645 muoiono circa 2mila persone e la popolazione viene colpita da una terribile epidemia. Il 25 marzo, durante la messa festiva, il celebrante, padre Alonso de Rojas, dal pulpito offre a Dio la propria vita per ottenere la fine del contagio. Marianita scatta in piedi e dichiara di voler prendere il posto del sacerdote nell’offerta della vita, giudicando il ministero sacerdotale più importante. Da lì a poco lei si ammala e le sciagure cessano. In Quito tutti affermano: «Dio ha ascoltato l’offerta della santa». Al capezzale della malata si succedono i medici, ma di fronte all’incomprensibile chinano la fronte. Muore a 26 anni, tra sofferenze atroci, dopo aver predetto esattamente l’ora e il giorno della sua morte. La giovane Mariana ci ha dimostrato ancora una volta che l’amore rende simili all’Amato e l'infinitamente piccolo diventa simile all’infinitamente grande.