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4 Novembre 2024
Ultima modifica: 4 Novembre 2024 ore 09:54

Riforma della Scuola: il cinque in condotta, servirà?

Il Parlamento ha approvato la riforma del voto in condotta e i giudizi sintetici nella scuola primaria. Ma intanto il personale scolastico protesta.
Riforma della Scuola: il cinque in condotta, servirà?
Foto di Foto di mijung Park da Pixabay
Con l'approvazione della riforma del voto in condotta e dei giudizi sintetici, la scuola primaria torna a una scala di valutazione che va da "gravemente insufficiente" a "ottimo". Il Ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, sostiene che queste misure mirano a "ripristinare la cultura del rispetto" e "l'autorevolezza dei docenti". Tuttavia, le nuove norme hanno sollevato critiche riguardo alla loro capacità di supportare realmente il processo educativo, con dubbi sulla loro applicazione pratica e sull'impatto sugli studenti.
Il Parlamento ha approvato la riforma del voto in condotta e i giudizi sintetici nella scuola primaria.
Nella scuola primaria si torna indietro alle valutazioni sintetiche con una scala da “gravemente insufficiente” a “ottimo”. Per l’applicazione sarà necessario un decreto ministeriale. Questo punto è stato fortemente criticato in quanto i precedenti giudizi descrittivi sulle singole abilità aiutavano a capire il processo di apprendimento, mentre i giudizi sintetici vengono più facilmente sentiti come un giudizio sulla persona.

Il voto in condotta

Secondo il Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, la riforma del voto in condotta introduce misure che dovrebbero “ripristinare la cultura del rispetto” e “affermare l’autorevolezza dei docenti”. Il voto in condotta farà media e con una votazione a fine anno inferiore al sei ci sarà la bocciatura. Chi consegue un sei dovrà comunque presentare a settembre un «elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale» che verrà valutato e una valutazione negativa potrebbe comportare la bocciatura. In sede di esame di maturità il credito più alto può essere attribuito solo a chi consegue un voto in condotta superiore ad otto.

Le sospensioni

Inasprite anche le norme sulle sospensioni che comporteranno obbligatoriamente, fino a due giorni, «attività di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare». Oltre i due giorni “attività di cittadinanza solidale” presso strutture convenzionate scelte dal Ministero.
L’applicazione di queste norme fa sorgere non pochi dubbi. Il Consiglio di classe è tenuto ad agire nell’interesse dell’alunno. Prendiamo il caso della bocciatura. Se le insufficienze sono gravi e diffuse il voto in condotta sarà ininfluente.
Ma nel caso che il voto in condotta fosse determinante? Un Consiglio di classe prenderà in considerazione un provvedimento che vedrà un alunno rimanere un anno in classe a ripetere materie nelle quali è già stato giudicato sufficiente? Con quali risultati e quali conseguenze sul suo atteggiamento verso la scuola? Ci sembrerebbe doveroso per i docenti tenere in considerazione questo aspetto pedagogico. Peggio ancora per il sei. A parte il fatto che il compito di allestire un elaborato può oggi essere risolto in pochi minuti con l’intelligenza artificiale di Chat GPT, quale Consiglio di classe boccerà a settembre un alunno sulla base di un solo elaborato? Teniamo anche presente che il “sei” assegnato a giugno definiva la sua condotta come sufficiente.

Le radici del disagio

Ma i dubbi più grossi sono quelli sull’impianto generale della legge. Sembrano lontanissimi i tempi del “Progetto giovani” basato sull’ascolto e la prevenzione del disagio che è spesso alla radice di comportamenti scorretti. Come pure quelli di quando, con le Consulte e lo “Statuto dei diritti delle studentesse e degli studenti”, si puntava sul coinvolgimento degli alunni e sulla loro responsabilizzazione. Ora si conta su punizioni comminate alla fine di un percorso che invece richiederebbe ascolto e relazioni positive.
Ma davvero nella scuola per “affermare l’autorevolezza dei docenti” (art. 1, comma 4) si deve ricorrere all’inasprimento delle sanzioni?
Questo provvedimento è stato licenziato con grande rilievo. In silenzio sono invece passate le norme conseguenti al taglio lineare del 5% disposto in finanziaria.
Ci saranno 5.660 docenti e 2.174 Assistenti tecnico-amministrativi in meno. Evidentemente per il Governo il calo demografico è un’opportunità per risparmiare e non per ridurre l’affollamento delle classi.