Topic:
23 Agosto 2024

Servizio Civile: amore e consapevolezza

La testimonianza della volontaria
Servizio Civile: amore e consapevolezza
La partenza in un CEC e poi la destinazione ad un'altra struttura, che segna l'inizio di una nuova avventura. Alla "Pietra Scartata", un luogo di lavoro speciale dove non ci sono primi ed ultimi.
Comunque vada, tu continua a dare amore. Voglio iniziare così, perché è così che tutto è iniziato. Mi chiamo Cristina e sono una volontaria in Servizio Civile Universale. Ho scelto di fare l’esperienza del Servizio Civile all’interno di una comunità CEC - una Comunità Educante con i Carcerati - una realtà il cui scopo principale è quello della rieducazione del carcerato. Attraverso un percorso alternativo al carcere ed educativo, in una dimensione familiare, il detenuto recupera la propria dignità. Ho iniziato la mia esperienza in una di queste realtà CEC e purtroppo all’interno di essa è anche terminata, perché dopo esattamente 1 mese, sono stata rimodulata all’interno di un’altra struttura. Ed è stato proprio questo il bello: spesso ciò che sembra la fine, è in realtà un nuovo inizio. 

Un luogo dove le persone scartate diventano speciali

Il mio vero Servizio Civile è iniziato poco dopo all’interno di una struttura, che all’idea non mi convinceva tanto, ma che passo dopo passo è diventata il mio posto speciale. Sto parlando della Pietra Scartata, un centro diurno e laboratorio di trasformazione di prodotti biologici in provincia di Rimini. La Pietra Scartata è un luogo dove le persone “scartate” dalla società possono ritrovare la propria dignità attraverso il lavoro e la relazione. Posso dire che è anche un luogo di accoglienza e condivisione, un luogo che attraverso il lavoro porta tutti ad un fine unico: quello della relazione umana. Gli ambiti di lavoro principali qui sono due: il laboratorio dove avviene la lavorazione e la trasformazione di prodotti biologici, ed il reparto etichettatura dove i prodotti ultimati vengono confezionati ed etichettati. Chi svolge tutto questo? Macchine a parte, c’è un gruppo di 30 persone circa, di cui una ventina sono ragazzi speciali – persone con disagi psichici o fisici -, un’equipe di operatori con diverse funzioni di responsabilità e alcuni ragazzi dimessi dal carcere con forme alternative. Qualche volta ci sono anche alcuni gruppi di volontari o persone provenienti dalle Comunità Terapeutiche o richiedenti protezione internazionale. Tutta questa varietà di presenze sono la forza e la risorsa principale della Pietra Scartata e di tutto ciò su cui noi costruiamo ogni giorno. La vita comunitaria mi ha trasformato. Mi ha permesso di scoprire l’essenziale. Credevo di essere venuta per aiutare i più deboli ma ho scoperto che sono loro ad aiutare me.

Rispettare i tempi di ognuno

Grazie al servizio che sto svolgendo mi sono resa conto che tutti siamo fatti per amare, che anch’io sono fatta per amare. Ho tanto da dare ma anche tanto da ricevere. Una sorta di scambio reciproco da cui nessuno ne esce perdente.  Ho imparato che cos’è la pazienza e cosa vuol dire rispettare i tempi dell’altro. Tutto è come una danza: ognuno ha il proprio tempo da rispettare e che necessariamente deve essere rispettato ma che tutti insieme ballano per lo stesso spettacolo. I ragazzi sono tutti protagonisti di questa realtà, nessuno è di più e nessuno è di meno. C’è un filo comune che lega tutti questi ragazzi e da qualche mese a questa parte mi sento legata anch’io, ed è la vita. Ho smussato angoli del mio carattere che tempo fa avevo costruito col cemento armato. E chi l’avrebbe mai pensato!
Quest’esperienza mi sta arricchendo, capisco ogni giorno di più la consapevolezza e sento che l’amore, dato in maniera opportuna e consapevole, può fare solo bene.
di Cristina Tavani


Cristina Tavani, 24 anni, originaria di Ischia in provincia di Napoli, ha scelto il Servizio Civile perché voleva trovare un mondo diverso dal solito, per scoprire una realtà lontana dalla sua quotidianità e per contribuire ad un progetto che crede nella diversità e nella dignità dei "diversi".