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6 Febbraio 2023
Ultima modifica: 6 Febbraio 2023 ore 11:18

Perché ho scelto il servizio civile

Il 10 febbraio scade il termine per presentare le candidature per un anno di servizio civile universale.
Perché ho scelto il servizio civile
Greta voleva dedicare del tempo alle persone meno fortunate. L'esperienza del servizio civile le ha dato questa opportunità. Ecco la sua testimonianza.
Sono Greta, ho 28 anni e lavoravo come impiegata. Da qualche anno avevo il desiderio di poter fare qualcosa per gli altri, per le persone meno fortunate, ma non avevo idea di come/dove/cosa poter fare.
Dopo il mio trasferimento a Forlì, un giorno, mi trovai ad una partita di calcio del mio compagno e mi furono presentati alcuni ragazzi che giocavano e stavano affrontando il percorso in una comunità terapeutica (CT). 
Dissi fra me: «Ma come? Ragazzi così giovani che fanno un percorso in una CT? Fanno uso di sostanze? Sono alcolizzati? Sono stati in carcere? Ma come è possibile»?
Pensare a quei ragazzini così giovani “buttarsi via” in quel modo mi aveva fatto una certa tenerezza e ne ero rimasta un po’ impressionata. Le domande che mi posi erano tante. 
Cosa potrei fare io per loro? In che modo potrei aiutarli? Ne sarei all’altezza?
Quando mi fu presentato il Servizio Civile (SC), decisi di “buttarmi” e di intraprendere questa esperienza, non avevo modo di pensarci troppo, l’anno successivo non avrei più potuto farlo avendo già 28 anni. 

Una volta iniziato il Servizio Civile è venuto un po’ tutto da sé: iniziando a vivere e condividere le giornate con i ragazzi ho iniziato a conoscerli e loro hanno conosciuto me. Mi sono sempre raccontata con trasparenza sperando di riuscire a trasmettergli che anche dalle cose più semplici ci si può entusiasmare come condividere una giornata di lavoro, delle pulizie o anche solo la preparazione di un pranzo o di una cena.
Sono stata in silenzio ascoltandoli e a volte sono riuscita a strappare un sorriso nei loro momenti più cupi.
Più di una volta mi sono sentita dire: «Ma chi te lo fa fare di stare qui con noi?».
Secondo me i ragazzi hanno bisogno di imparare anche questo, che l’equilibrio della vita sta nelle cose più semplici e non per forza deve essere fatto di eccessi.

Ho capito che loro non sempre sono riusciti ad essere ciò che volevano perché le circostanze hanno preso il sopravvento.
Da questa esperienza non ne uscirò cambiata, ma bensì arricchita, mi ha talmente coinvolto e avvolto e mi sono sentita nel posto giusto, al momento giusto e per questo ne sono grata.
Sono contenta di essermi dedicata a tutto tondo a questa esperienza e di non averla presa come seconda scelta.
Il titolo del progetto racchiude tutta questa mia avventura: “Un anno da sballo”.
Mi sono sballata… ma di emozioni positive!

Vuoi anche tu fare l'esperienza del servizio civile in Italia o all'estero? C'è tempo fino al 10 febbraio 2023 per inviare la propria richiesta.