Topic:
29 Novembre 2024

Sì, ascoltarsi. Ma come?

Una mappa originale per orientarsi nel territorio dell'ascolto dell'altro
Sì, ascoltarsi. Ma come?
Foto di Antonioguillem
Aprire mente, cuore e volontà per ascoltare profondamente, generativamente, in una relazione d'amore.
Nell’ambito della formazione aziendale, il ricercatore Claus Otto Scharmer ha messo a punto una teoria che include quattro tipi di ascolto, a differenti livelli di profondità. Vediamo se la mappa che ha creato può adattarsi anche all’ascolto che si attua all’interno di una relazione più intima, come quella di coppia. Noi crediamo di sì.

I quattro livelli di ascolto

Il primo livello di ascolto è quello di ripresa: avviene tutte le volte che si ascolta il partner pensando di sapere già quello che ha da dirci. È un ascolto messo a punto dalla nostra mente in centinaia di migliaia di anni di evoluzione per semplificare i dati in entrata.
Ma se si vuole ascoltare un po’ più a fondo si può aprire la mente e tentare un ascolto cosiddetto fattivo. Per la testa dovrebbero passare espressioni come «Oh, guarda!» «Ma dai?» «Questa non l’avevo mai sentita». È il livello del pensiero scientifico che cerca non ciò che conferma ma ciò che disconferma o sorprende quello che già si sa.
Si può fare un passo ulteriore? Certo, aprendo il cuore e pervenendo al cosiddetto ascolto empatico: «So come ci si sente», e l’attenzione, più che sul contenuto, è allo stato d’animo di chi sta parlando. Solo un cuore aperto dà questa possibilità, di entrare nel territorio della relazione e di vedere il mondo con gli occhi dell’altro.
Il quarto livello di ascolto è il più complicato da capire ma il più affascinante da attuare. In questo ultimo caso va aperta la volontà per arrivare all’ascolto cosiddetto generativo. La volontà aperta è quella di attingere a tutte le future possibilità che l’incontro potranno aprire. Praticamente ci si può esercitare a togliere pensieri, interpretazioni, domande, appunti che la mente naturalmente produce e creare uno spazio vuoto all’interno del quale l’altro, l’altra si possa rivelare.
Certo, può risultare macchinoso tener conto di tutte queste variabili nella vita di tutti i giorni, ma già avere la consapevolezza del livello di ascolto che stiamo attuando può essere un primo passo.
Se si vuole si può anche giocare nella coppia ed allenarsi ai diversi tipi di ascolto, in occasione di qualche momento speciale. 

Una fiaba:
non comunicare? Diabolico

Nell’interessantissima fiaba “La fanciulla senza mani” dei fratelli Grimm, e ripresa da Clarissa Pinkola Estés nel libro “Donne che corrono coi lupi”, troviamo un precisissimo passaggio degno di una teoria della comunicazione. Quando il re parte per la guerra e deve comunicare con la regina, i due affidano i messaggi ad un messo che però, puntualmente, si addormenta presso un ruscello. Quando si addormenta il diavolo (colui che divide) scambia i messaggi amorevoli dei due coniugi con messaggi terribili.
Questo passaggio suggerisce che – certo – il diavolo vuole sempre nuocere ai coniugi complicando la loro comunicazione. Ma anche che il fraintendimento è dietro l’angolo ed occorre vigilare sempre, non “addormentarsi” all’ascolto di ripresa, al darsi per scontati, ma lavorare sempre per un ascolto più intimo e profondo.