Soweto in festa per l'inaugurazione del nuovo edificio del centro G9, un progetto che ha trasformato la vita di centinaia di giovani strappati alla strada. Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, partecipa all'evento per celebrare questa importante conquista.
Il 9 aprile è un giorno importante per la gente di Soweto, un quartiere alla periferia di Nairobi, in Kenya. Piccoli e grandi, bambini e adulti si sono trovati a far festa per l’inaugurazione del progetto G9, un centro polifunzionale che ospita una ventina di bambini, ma è stata la casa, il rifugio, la famiglia di centinaia di ragazzi e giovani che avevano come unica prospettiva la vita di strada. Matteo Fadda in visita in Kenya ad aprile 2025
Foto di Gloria Gozza
Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, era presente per l’occasione, per testimoniare che la grande famiglia di don Benzi è in festa insieme alle persone di Soweto.
Dopo i viaggi in Zambia e in Bangladesh, Fadda è in visita in Kenya per la prima volta: un’occasione per incontrare i membri Apg23 e per conoscere da vicino i progetti e le realtà presenti in questo angolo dell’Africa.
Centro G9: inaugurazione del nuovo edificio
La giornata inaugurale della nuova struttura del progetto G9 ha coinvolto circa 500 persone tra vicini, autorità locali e amici della Comunità. L'evento è partito con una Messa ale ore 15, seguita dalla presentazione della Comunità Papa Giovanni XXIII e da alcune testimonianze: «Abbiamo dato la possibilità a due dei nostri ragazzi di parlare in rappresentanza dei bimbi accolti qui» spiega Simone Ceciliani, responsabile del centro G9. «È bello sentire raccontare come siano riusciti a lasciare la vita di strada, frequentare la scuola e ora avere un lavoro stabile». Di seguito ci sono state le testimonianze di altre persone che in questi anni hanno potuto beneficiare dei progetti Apg23 presenti in Kenya.
Un momento di gioco al centro G9, che tutti i giorni è aperto per attività ricreative rivolte ai ragazzi e ai giovani di Soweto, Kenya.
Un momento di giochi al centro G9, che tutti i giorni è aperto per attività ricreative rivolte ai ragazzi e ai giovani di Soweto, Kenya.
Simone Ceciliani è il responsabile del centro G9 per bambini e ragazzi. Simone è missionario Apg23 in Kenya dal 2011.
Un momento di preghiera al centro polifunzionale G9, a Soweto, Kenya Il centro G9 fa parte del progetto Rainbow
Nel centro polifunzionale G9 a Soweto, alla periferia di Nairobi, i bambini possono imparare a suonare.
Nel nuovo edificio del G9 inaugurato il 9 aprile 2025, i bambini svolgono i compiti. Qui si fanno anche tante attività ricreative e sportive con i bambini e i giovani di Soweto, alla periferia di Nairobi, Kenya.
Foto di Simone Ceciliani
Il nuovo edificio del G9 inaugurato il 9 aprile 2025 permette di fare ancora più attività con i bambini e i giovani di Soweto, alla periferia di Nairobi, Kenya.
Foto di Simone Ceciliani
Il momento culminante è stato il taglio del nastro e la benedizione della nuova struttura, un edificio a due piani con un campo da basket e un cortile che dà la possibilità di giocare a tanti giovani di Soweto. Poi è arrivato il momento del rituale africano della torta, quando tutti hanno potuto gustarne una fetta. La giornata è proseguita con la proiezione di un video che racconta la storia di don Oreste Benzi, in occasione del Centenario del fondatore della Comunità papa Giovanni XXIII; poi un altro video sulla storia del G9 raccontata attraverso le immagini di questi 15 anni di attività.
Infine il momento dei balli dei bambini accolti e un buffet per tutti i partecipanti ha concluso la giornata all’insegna della gioia e della festa.
Cos’è il centro G9
Il centro G9 fa parte del progetto Rainbow, nato in Zambia nel 1998, ma attivo anche in Kenya e in Tanzania. «Il centro G9 nasce nel 2010 in una casa appartenente ai padri della Consolata, che la Comunità Papa Giovanni prese in affitto nella zona di Kahawa west, all’interno di Soweto» spiega Simone Ceciliani. «Il nome G9 deriva dal fatto che il numero civico di quella casa era proprio G9. Inizialmente non era un centro residenziale, ma un punto di Soweto in cui i ragazzi di strada potevano venire per ricevere un pasto, fare attività di animazione, essere ascoltati e chiedere aiuto. Solo nel 2019 è diventato anche una struttura residenziale. Anche se nel tempo abbiamo cambiato la posizione della struttura, i ragazzi ci conoscevano come “G9” e continuavano a chiamare così la casa, e il nome è rimasto quello».
Simone, che è missionario in Kenya dal 2011, ci spiega come funziona: «Al G9 vivono con noi una ventina di bambini che frequentano la Primary School, poi c’è un’altra ventina di ragazzi più grandi, che frequentano le scuole superiori, l’università o il training college. Anch’io vivo qui insieme ai caschi bianchi, che attualmente sono 3, poi ci sono vari volontari che ci aiutano nelle attività quotidiane. In agosto arriveremo ad essere una quarantina perché verrà a trovarci un gruppo di giovani con il Campo Fuori le Mura. Sempre questa estate verrà anche un gruppo della Conferenza Episcopale Italiana. Il G9 è stata una realtà in continua crescita, siamo partiti come un piccolo seme che ora è cresciuto tanto. Abbiamo vissuto in una baracca per 13 anni, poi c’è stato un grosso investimento della Comunità, reso possibile da una cospicua donazione insieme a tante altre piccole offerte a favore di questo progetto. La struttura di prima non era più a norma e c'era il rischio che il governo ci revocasse la licenza per accogliere bambini».
Questa giornata inaugurale del centro G9 sarà sicuramente carica di emozioni: l'inaugurazione segna un momento importante per Soweto e per tutti coloro che credono nella forza della solidarietà. Da 15 anni questa è un luogo dove le vite si trasformano e si può sognare insieme un futuro migliore.