Il ministro della Difesa, Edmundo Novillo, ha dichiarato che «la situazione è già sotto controllo all'interno delle Forze Armate» e ha invitato la popolazione a «riprendere le proprie attività». Novillo ha inoltre rassicurato i cittadini riguardo alle segnalazioni di lunghe file alle stazioni di servizio, affermando che «non c'è bisogno di preoccuparsi, stiamo adottando le misure di sicurezza necessarie».
Il tentativo di colpo di Stato sembra essere stato orchestrato per aumentare la popolarità del Presidente in vista delle elezioni del 2025. Antonio Gammino, missionario in Bolivia della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervistato da Chiara Franchini, ha spiegato che «questi interventi anomali sono usuali in Sud America: sono autocolpi di Stato per richiamare al popolo una maggiore popolarità e seguito per il Presidente della Repubblica». Gammino ha inoltre sottolineato che dietro a tutto questo c'è la figura dell'ex Presidente Evo Morales, che non può candidarsi nuovamente ma cerca di mantenere il potere a tutti i costi.
Almeno 12 persone sono rimaste ferite durante gli scontri tra l'esercito e i membri dello Stato. La ministra della Presidenza, Maria Nela Prada, e quella della Sanità, María Renée Castro, hanno confermato il bilancio dei feriti e hanno dichiarato che «le nostre brigate mediche sono entrate rapidamente in azione e hanno trasferito i feriti nelle strutture sanitarie cittadine competenti».
Gli ex comandanti dell'Esercito e della Marina, Juan José Zúñiga e Juan Arnez Salvador, sono stati identificati come i principali artefici del tentato golpe e sono stati arrestati. Il ministro dell'Interno, Eduardo del Castillo, ha affermato che i due ufficiali saranno processati per reati legati alla sicurezza interna e ha sottolineato che «c'è un altro gruppo di persone che saranno indagate per aver contribuito alla realizzazione del tentato colpo di Stato».
La segreteria generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha condannato l'azione dell'esercito boliviano, chiedendo che si sottometta immediatamente all'autorità civile. Luis Almagro, presidente dell'Osa, ha dichiarato: «Esprimiamo la nostra solidarietà al presidente Arce. La comunità internazionale, l'Osa e la segreteria generale dell'Osa non tollereranno nessuna forma di rottura dell'ordine costituzionale legittimo in Bolivia e in nessun altro luogo».
Antonio Gammino ha evidenziato che la Bolivia sta attraversando una grave crisi economica e politica da due o tre anni. «Non c'è commercio di dollari, scarseggiano i carburanti, quindi ci sono conflitti a livello economico molto forti e grandi», ha spiegato. La popolazione protesta per i diritti del cittadino, ma questi diritti sono continuamente violati dallo Stato. Gammino ha aggiunto che «dietro a tutto ciò ci sono autocolpi di Stato che possono creare credibilità verso chi comanda, come il Presidente della Repubblica, presentandolo come una persona forte, potente».
Il Presidente Luis Arce ha nominato i nuovi vertici delle forze armate in una cerimonia ufficiale. Il generale José Wilson Sánchez Velásquez è il nuovo comandante dell'esercito, il generale Gerardo Zabala è il nuovo capo dell'Aeronautica militare, e il vice ammiraglio Renán Guardia è alla guida della Marina. Il vicepresidente della Bolivia, David Choquehuanca, ha denunciato alla comunità internazionale che era in corso un colpo di Stato contro il governo democraticamente eletto di Luis Arce.