Inizia questo fine settimana l'evento "Un pasto al giorno". A chi farà un'offerta verrà dato in dono un libretto di preghiere dal forte significato simbolico e spirituale. Ecco lo scopo dell'iniziativa e dove trovare la postazione più vicina.
«Pregate sentendo in voi la disperazione di chi non prega più». Con questa frase di don Oreste Benzi si apre il libretto che quest’anno la Comunità Papa Giovanni XXIII ha preparato per il suo evento di piazza “Un Pasto al Giorno” che torna nel suo quindicesimo anniversario, nelle parrocchie e nelle città d’Italia a partire dal 16 e 17 settembre, per proseguire anche nelle settimane successive grazie alla disponibilità di tutte le famiglie della Comunità stessa e di tanti volontari.
Il libricino è l’oggetto che ricevono le persone che si fermano e scelgono di sostenere questa iniziativa, che ha l’obiettivo di raccogliere le risorse per sfamare le migliaia di persone che la Comunità aiuta e accoglie ogni anno in Italia e in 40 Paesi del mondo.
«Con questo libricino – spiegano gli organizzatori dell’evento - ci si porta a casa un ricordo del gesto compiuto, che avvicina al cuore di chi soffre e che è via per continuare a sentire questa vicinanza ogni giorno nel condividere un pensiero, una riflessione, una preghiera e sentirsi, così, uniti».
Una raccolta di preghiere nata dalla voce delle persone della Comunità – quelle che donano la loro vita in questa vocazione e quelle che sono raggiunte e toccate dall’aiuto – per invitare, come diceva don Oreste, a fare propria la voce, la preghiera, la supplica di chi la voce non l’ha più, di chi ha perso tutto e perfino la speranza di essere ascoltato.
La preghiera di Luigi
Luigi è uno di loro. È una delle persone che Carmine, insieme alla moglie Teresa e agli altri volontari della Comunità, incontrano in strada a Napoli, nella loro attività di vicinanza, conforto e aiuto ai senza dimora della città. Portano loro un panino, un dolcino, e un caffè, che spesso è la scusa per avvicinarli, iniziare ad ascoltarli e conoscere le loro storie e, così, poterli aiutare.
In quei momenti di incontro e di condivisione quello che unisce, confida Carmine, è la preghiera: «Abbiamo costruito dei legami forti in Cristo. Musulmani, atei o di qualunque religione essi siano, ogni volta che ci avviciniamo a chi ci chiede aiuto scopriamo un sentimento forte che ci unisce, ci abbraccia come amici e ci fa sentire parte di un’unica famiglia».
Luigi ha scritto questa preghiera:
Lodo e ringrazio il Signore Gesù per l'amore,
la vicinanza che manifesta a tutti noi
che viviamo una vita di stenti e di grande sofferenza in strada ogni giorno, dalla mattina alla sera.
Non ho parole per ringraziare, anche voi che,
nel nome di Gesù, ogni giorno, provate ad alleviare
la nostra povertà, la nostra solitudine e tutte le privazioni... Dio vi benedica.
Luigi
Dal pasto a un progetto globale di riscatto sociale
L’evento “Un Pasto al Giorno” è fondamentale anche per sostenere le attività e i progetti di aiuto della Comunità all’estero, nelle zone di missione, nei progetti nutrizionali dove un pasto salva davvero una vita, come quella di Nambo e di tanti altri ragazzi, o dove il cibo è l’elemento centrale di un’azione che però guarda anche all’istruzione, alla lotta alla povertà e allo sfruttamento, alla capacità di imparare e esercitare un mestiere. Strumenti fondamentale per rimuovere le cause che generano l’ingiustizia della povertà e della fame.
È proprio nella prima zona di missione avviata dalla Comunità più di 30 anni fa, in Zambia, che don Oreste Benzi si accorse che bastavano 10 mila lire al mese per garantire un pasto quotidiano ai bambini che soffrono la fame. Da questa sua intuizione nasce Un Pasto al Giorno.
«Mi ricordo sul suo viso un’espressione entusiasta quando gli parlai del progetto di una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi chiamata Un Pasto al Giorno e della volontà di farne un evento - racconta Marco Panzetti, esponsabile dell’ufficio raccolta fondi della Comunità Papa Giovanni XXIII –. Nel 2009 riuscimmo ad andare in piazza con i nostri banchetti coinvolgendo le nostre famiglie, i nostri figli. Ricordo ancora la fatica dello stendere la mano per la prima volta e chiedere un aiuto alle persone che passavano davanti a noi, ma nonostante le fatiche, anno dopo anno, è sempre una bella esperienza».
In questi 15 anni di Un Pasto al Giorno tanti volontari si sono spesi per tutte le persone accolte nelle tante realtà della Comunità, per dare loro una risposta di speranza e futuro, iniziando proprio dal pasto.
Tutte le postazioni e le informazioni più dettagliate su dove incontrare i volontari della Comunità si trovano sul sito unpastoalgiorno.apg23.org, così come le storie delle persone raggiunte dall’aiuto della Papa Giovanni nelle mense e unità di strada, nelle Capanne di Betlemme per le persone senza fissa dimora in Italia e nelle realtà di accoglienza nel mondo.