Topic:
24 Luglio 2023

I vaccini cureranno il cancro?

Sono molecole che insegnano al sistema immunitario a riconoscere e combattere le cellule tumorali
I vaccini cureranno il cancro?
Foto di ©Dan Race
La pandemia ha accelerato una ricerca che si era sviluppata già 25 anni fa: ora le speranze sono molto vicine
L’idea che il cancro possa essere curato con un vaccino non è nuova, ma per questa ricerca epocale è nuovo l’orizzonte e molto più vicino da raggiungere, addirittura alla fine di questo decennio. L’obiettivo della ricerca è realizzare vaccini terapeutici (quindi non più preventivi) da somministrare a chi ha già ricevuto una diagnosi, e che insegnano al sistema immunitario a riconoscere e a combattere le cellule tumorali già presenti. Che cosa ha accelerato i tempi di attuazione di questo importante obiettivo? A fare la differenza la tecnologia di sequenziamento del DNA e l’esperienza della pandemia con i vaccini sviluppati in pochi mesi. L’idea di usare l’RNA messaggero nella cura dei tumori si è sviluppata in circa 25 anni, quando si è capito che molte mutazioni indotte dai tumori facevano produrre proteine nuove per l’organismo, che potevano essere bersaglio di una risposta immunitaria. Le mutazioni dei geni nei tumori sono molto frequenti e la difficoltà sta proprio nell’identificare il gene mutato e preparare un RNA adeguato. Intorno al 2015 si è fatto un balzo in avanti nel sequenziamento ad alta velocità e precisione delle mutazioni nei tumori e nell’identificare gli RNA che potevano essere costruiti per combatterli.  La chiave è utilizzare le molecole di RNA messaggero come vaccino in tempi stretti, prima che il tumore muti nuovamente. Terapie quindi personalizzate su ciascun paziente malato di tumore: tramite biopsie vengono prelevate le cellule tumorali, identificate le sequenze del loro DNA e poi viene preparato un vaccino progettato appositamente su quelle mutazioni, in grado di colpire con grande precisione il bersaglio. Quando è arrivata la pandemia covid, dopo solo sei settimane dal sequenziamento di sars-cov2 erano già pronti i primi vaccini a RNA messaggero perché la tecnologia era stata sviluppata per combattere i tumori. La pandemia ha compresso i progressi di 15 anni in poco più di un anno e mezzo. I copiosi investimenti e le incessanti ricerche dovute alla necessità di fronteggiare una crisi sanitaria globale hanno messo in moto processi tecnologici che si stimavano più lenti da attuare e lo scenario attuale è quello che si immaginava per gli anni trenta.

Melanoma: grandi aspettative dal vaccino mRna.

La lotta al melanoma fa un altro importante passo avanti nel ridurre la percentuale di recidive dopo l’asportazione del tumore, sempre grazie all’immunoterapia, con un abbinamento tra un farmaco immunoterapico, già in uso da circa 10 anni, e un vaccino terapeutico a mRna.
Il vaccino contro il cancro funziona proprio come quelli rivolti contro sars-cov2, nel senso che prende di mira alcune specifiche proteine presenti, invece che sul virus, sulle cellule tumorali (neoantigeni). Il vaccino anticancro possiede però, rispetto a quelli antivirali, un tratto distintivo: è personalizzato perché viene realizzato partendo da campioni tumorali prelevati dal singolo paziente e viene confezionato su misura, in circa 8 settimane, in base alle mutazioni genetiche del tumore specifico. Questo aspetto si è rivelato vincente rispetto agli altri vaccini anti cancro sperimentati in precedenza e che non potevano vantare lo stesso grado di precisione nel colpire il bersaglio. Infatti molti antigeni che si trovano nelle cellule tumorali sono presenti anche nelle cellule sane e c’è il rischio di sbagliare la mira. Il nuovo vaccino sa invece esattamente dove andare a colpire!