Dalla disperazione alla gioia, dalla dipendenza alla libertà. La Festa del Riconoscimento, fortemente voluta da don Benzi, è un momento per celebrare il cambiamento e la rinascita delle persone recuperate dalla dipendenza nella Comunità Papa Giovanni XXIII.
A chi non piacerebbe assistere ad un miracolo? Ma i miracoli poi succedono davvero? Oppure si tratta del clima natalizio che ci fa desiderare avvenimenti positivi? No. I miracoli esistono e tutti gli anni si fa una festa per riconoscerli, per non correre il rischio di dare per scontato certi fatti. Si tratta della
Festa del Riconoscimento, che ogni anno, il 26 dicembre, celebra il
ritorno alla vita dei ragazzi che hanno completato il loro percorso terapeutico nelle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII. Queste strutture, accreditate sia in Italia che all'estero, si dedicano al recupero e al reinserimento sociale di giovani provenienti da situazioni difficili.
Marco Zangheri, operatore nella
comunità terapeutica “S. Andrea” a Bagnolo di Borghi (FC) ci spiega perché è così speciale questo evento: «La Festa del Riconoscimento è importante perché è un segno e una testimonianza che dalla dipendenza si può uscire. Non è un momento per celebrare come siamo bravi, ma è un
comunicare a tutti che si può uscire dall’uso di sostanze, dalla patologia del gioco d’azzardo: non è facile, non è una cosa che si fa in breve tempo, ma
è una un percorso fattibile. La Festa del Riconoscimento è anche un segno per le famiglie di questi ragazzi, che dalla disperazione sono passati alla vita. Don Oreste Benzi diceva sempre che non aveva mai visto delle famiglie così disperate come quelle dei tossicodipendenti, ma poi non aveva mai conosciuto famiglie così felici quando i figli riuscivano a uscirne».
Il 26 dicembre la festa inizierà alle ore 11 con una messa presieduta dal
vescovo di San Marino e Montefeltro, monsignor Domenico Beneventi, presso la parrocchia "La Resurrezione" di Rimini.
Ma in quanti sono riusciti a mettere in atto questo cambiamento di vita?
Nel corso del 2024 sono un centinaio le persone che sono riuscite a portare a termine il percorso terapeutico, tra cui circa 40 ragazzi recuperati dalla tossicodipendenza nelle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII all'estero in Sud America e in Croazia.
Un esempio di miracolo? Ce lo racconta proprio Marco Zangheri, che da 30 anni condivide la vita a fianco di questi ragazzi che a volte
provengono da situazioni che sembrano disperate: «Uno dei ragazzi che festeggerà il 26 dicembre ha fatto un percorso incredibile. Era ricoverato in psichiatria con doppia diagnosi (
cioè la coesistenza in una persona di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico, ndr) e i Servizi davvero non sapevano come fare. Aveva fatto abuso di sostanze che lo avevano portato ad entrare in coma, anche la famiglia lo aveva scartato, era visto come irrecuperabile. Noi lo abbiamo accolto nella nostra struttura terapeutica, lo abbiamo affiancato e ora continuiamo ad accompagnarlo nel suo reinserimento sociale. È riuscito a stabilizzare la sua patologia con i farmaci, ha iniziato a lavorare e grazie al nostro aiuto ha ripreso in mano la sua vita, è stato anche riaccolto nella sua famiglia.
Penso che davvero sia una sorta di miracolo. Anche i Servizi Sociali sono rimasti impressionati dal risultato. È davvero un motivo per festeggiare».
Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha dichiarato: «Sono ragazze e ragazzi, donne e uomini che ci testimoniano con le loro vite riconquistate quanta forza c’è nella speranza, una virtù che Papa Francesco ha definito “la più piccola ma la più forte”. La Festa del Riconoscimento ci consente di fermarci tutti insieme, familiari e operatori, ad ammirare la meraviglia che la speranza e la vita comunitaria hanno operato in tutti loro. È un momento di gioia grande, di ringraziamento e di testimonianza, ed è una nuova partenza».
La celebrazione eucaristica è aperta a tutti e qui potete avere i dettagli per partecipare.