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3 Aprile 2023

Clima: a ognuno la sua responsabilità

La Corte di Giustizia dell'Onu verificherà il rispetto degli accordi climatici da parte delle Nazioni.
Clima: a ognuno la sua responsabilità
Foto di Hermann Traub da Pixabay
Dal Sud del Pacifico, dove gli effetti dei cambiamenti climatici rischiano di essere devastanti, si chiede una maggior "giustizia climatica".
L’Onu, ovvero l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha adottato una risoluzione presentata da 18 nazioni guidate dall’arcipelago di Vanuatu, in cui si chiede alla Corte Internazionale di Giustizia di stabilire una volta per tutte gli obblighi climatici che i paesi del mondo sono tenuti a rispettare, con l’obiettivo di proteggere le generazioni future. La risoluzione è stata adottata all'unanimità da oltre 130 stati, rappresentando un traguardo storico per la giustizia climatica.

La risoluzione chiede alla Corte Internazionale di Giustizia di prestare particolare attenzione al danno inflitto ai piccoli stati insulari, che sono particolarmente vulnerabili all'aumento del livello del mare, alle tempeste sempre più intense e ad altri eventi meteorologici estremi.

Vanuatu è uno dei tanti piccoli stati insulari in mezzo a una crisi climatica. Questo mese, il paese è stato colpito da due cicloni tropicali di categoria 4 in meno di cinque giorni, un evento meteorologico senza precedenti che ha causato uno stato di emergenza in corso e che si stima costerà a Vanuatu più della metà del suo prodotto interno lordo annuale.

La risoluzione spinta dagli studenti di giurisprudenza

«Il governo di Vanuatu ha ottenuto l’adozione della risoluzione attraverso una diplomazia attenta e con il sostegno di un gruppo centrale di paesi e organizzazioni guidate dai giovani», ha dichiarato Ishmael Kalsakau, Primo Ministro di Vanuatu. Quando parla di giovani, il presidente si riferisce al fatto che l'idea di ottenere un parere consultivo dalla Corte Internazionale di Giustizia è stata proposta da studenti di giurisprudenza dell'Università del Pacifico del Sud, che hanno persuaso i leader delle isole del Pacifico a portare la questione alle Nazioni Unite.

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Foto di L'Eco Papa Giovanni XXIII
Il gruppo centrale di paesi che hanno sostenuto per primi la proposta comprende invece Angola, Antigua e Barbuda, Bangladesh, Costa Rica, Germania, Liechtenstein, Federazione degli Stati di Micronesia, Marocco, Mozambico, Nuova Zelanda, Portogallo, Romania, Samoa, Sierra Leone, Singapore, Uganda, Vanuatu e Vietnam.

Può essere l’inizio di una cooperazione tra stati

Con questa risoluzione, gli stati chiedono al principale organo giudiziario dell’Onu di fornire delle indicazioni sulla responsabilità legale, specie per gli stati che inquinano di più, al fine di portare anche i governi più recalcitranti verso posizioni compatibili con gli obiettivi climatici globali.

In base alla risoluzione, la Corte sarà tenuta a verificare se il mancato rispetto degli accordi climatici, come ad esempio quelli dell'Accordo di Parigi del 2015, possa comportare conseguenze legali sui paesi che li vìolano. C’è da dire che il parere espresso dalla Corte in tali circostanze non è vincolante, non comporta cioè obblighi giuridici per gli stati, ma può comunque costituire un elemento di forte pressione politica e diplomatica per i paesi meno inclini a rispettare i risultati degli accordi internazionali.

«Il nostro paese vede in questa risoluzione storica l'inizio di una nuova era nella cooperazione multilaterale sul clima, un’era che si concentra maggiormente nel rispettare il diritto internazionale e un'era che pone i diritti umani e l'equità intergenerazionale al centro delle decisioni in materia di clima», ha concluso Kalsakau.