Prima la pandemia da Covid-19, poi la guerra. Chi ha saputo approfittarne ha guadagnato cifre immense. La finanza etica non sta a guardare, garantendo degli utili che favoriscono la transizione verso un mondo più pulito e meno violento. Le scelte economiche dei governi e dei singoli stanno scrivendo la storia.
Quando ancora eravamo in un’altra epoca, il 16 gennaio 2020, volli destinare una parte dei miei risparmi al sostegno dell'industria delle rinnovabili. Investii 10.000€ sul fondo Etica Impatto Clima, attraverso l'istituto di intermediazione finanziaria Etica Sgr, che è parte del Gruppo Banca Etica. Un anno e mezzo dopo mi sono trovato in tasca il regalo inaspettato di un utile netto di circa 500€. Con straordinaria preveggenza, il 22 giugno 2021, non sapendo che il mondo stava per piombare nell'abisso della guerra, decisi di chiudere l’esperimento.
La mia prima esperienza all'interno del mercato finanziario non è stata niente male. Se avessi aspettato la fine dell'anno Putin avrebbe iniziato ad ammassare le sue truppe al confine con l'Ucraina e io sarei ritornato al pareggio.
Iniziai ad interessarmi all'andamento delle borse. Il 31 marzo 2022, a conflitto in Ucraina ormai ben avviato, seguii il webinar organizzato da Banca Popolare Etica sul tema della "Finanza etica per la pace in tempi di guerra":
Finanza etica per la pace in tempi di guerra
Era presente Marco Piccolo, presidente della Fondazione Finanza Etica e candidato al Consiglio di Amministrazione della banca: «Il movimento per la pace degli anni '70 ed '80 portò all'obiezione di coscienza e all'obiezione fiscale alle spese militari. Fondammo le Mag, Mutue Autogestioni, realtà in cui risparmiatori e debitori si conoscevano. Il nostro era un movimento soprattutto maschile, perché ci opponevamo essenzialmente all'obbligo di servire il Paese con la divisa e con le armi; eravamo giovani che mettevano in discussione le motivazioni economiche alla base dei conflitti armati. Ricordo anni carichi di tensioni; nacquero allora la legge sul Servizio Civile Nazionale e sull'export delle armi italiane. Insieme ai movimenti per la promozione della pace e della nonviolenza fondammo una vera e propria banca, con l’ambizione ancora oggi fondamentale di smettere di finanziare le guerre con i nostri risparmi».
Così Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr: «È opinione di molti che almeno il mercato delle armi civili, destinate ad esempio alle forze dell'ordine, meriti di essere sostenuto. Noi non lo facciamo. Escludiamo dai nostri fondi di investimento tutte le società che abbiano un collegamento superiore al 5% nel settore, praticamente tutto. Escludiamo anche chi si occupa di trasporto e manutenzione di armi. È difficile rinunciare a simpatizzare con chi si difende, ma la nostra convinzione è che non si possa rispondere ad una guerra basandosi sulla contingenza: sul lungo periodo produce più pace il non produrre armi, di questo siamo convinti».
Le sanzioni alla Russia funzionano?
Per favorire la pace in Ucraina, è utile sanzionare la Russia? Mi risponde Leonardo Becchetti, raggiunto al telefono: «La Russia spaventa perché vende materie prime a tutto il mondo; la stessa Italia dipende per il 19% dal gas russo, e non potrebbe chiudere completamente i rubinetti prima di 2 anni. Ma già il fatto di annunciare sui mercati l'intenzione occidentale di una transizione verso altre fonti ha messo in difficoltà la prosecuzione del conflitto armato e ha contribuito a favorire la pace. Attraverso le sanzioni economiche è possibile intervenire nei conflitti; non si tratta però, aldilà dei proclami, di strumenti istantanei che possano da soli risolvere una guerra».
Raffaele Crocchio, direttore dell' Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, concorda: «A Cuba 60 anni di embargo non hanno portato ad un cambiamento di un millimetro. Questo perché le sanzioni colpiscono chi le subisce ma anche chi le attua, ragion per cui si tende a farle sempre più leggere di quanto sarebbe efficace; se fossero portate avanti con durezza e tempestività sarebbero strumenti importanti per portare gli Stati a rivedere le proprie posizioni. Nel caso del conflitto in Ucraina i cittadini europei avrebbero dovuto essere da subito disponibili a fare dei sacrifici per imporre sanzioni reali alla Russia, tenendo presente che si tratta di un Paese molto fragile economicamente. L'isolamento politico e quello sportivo di un paese poi, possono essere strumenti importanti. Dall’altra parte continuare ad armare gli eserciti vorrebbe dire far continuare le guerre all'infinito, con campi di battaglia che ormai sono le città e con vittime soprattutto civili».
Roberto Grossi, Vicedirettore Generale di Etica Sgr: «Già prima della Guerra avevamo rivisto la nostra metodologia di analisi rispetto alle società coinvolte, a vario titolo, in attività legate al gas naturale. Queste società sono escluse dagli investimenti dei nostri fondi, ad eccezione di quelle che presentano una convincente prospettiva di transizione. Etica Sgr ha da sempre escluso il settore estrattivo e le aziende attive nel carbone e nel petrolio sono da sempre fuori dai panieri. I portafogli dei fondi etici non investono poi in titoli di debito o in aziende di Russia e Bielorussia; l’esposizione indiretta, legata ai ricavi che le aziende nei portafogli etici conseguono con il mercato russo, rimane marginale e circoscritta a pochi titoli».
E continua: «Demilitarizzare i rapporti tra gli Stati e far crescere una cultura del dialogo non armato può aiutare a trovare altri modi per risolvere le controversie internazionali».
L'andamento dei fondi etici durante la pandemia e durante la guerra
Nei primi mesi del 2020 (l'8 marzo 2020 l'Italia entrava in lock-down) il fondo Etica impatto clima ha perso il 18% circa, subendo lo shock più grave dalla sua nascita avvenuta nell’ottobre 2018.
Se un cliente di Etica Sgr (analisi di Mirco Lazzaro, consulente di Banca Popolare Etica) avesse investito 10.000 euro sul Fondo Etica Impatto Clima il 18 gennaio 2020 ed in preda al panico da Covid-19 avesse ceduto le sue quote il 23 marzo, avrebbe perso 1.724 euro. Ma il mercato si è subito ripreso; mantenendo l’investimento lo stesso investitore sarebbe tornato in pareggio già ad un anno di distanza, ad inizio 2021.
Lo scoppio della guerra in Ucraina non ha portato ad un crollo analogo. Chi 10 anni fa avesse investito 10.000 euro sul fondo Etica Azionario oggi avrebbe praticamente raddoppiato a 20.000 il suo capitale.
D'altro canto chi avesse speculato sul mercato investendo 10.000 euro nell’acquisto di Bitcoin alla loro nascita, nell’agosto 2013, si troverebbe ora sul conto un fondo cassa di 5 milioni e 400 mila euro.
L'andamento a fine giugno 2022: fiato sospeso
Aggiornamento: la guerra in Ucraina a fine giugno continua a dare segnali di sofferenza sui mercati, facendo crollare il valore degli investimenti e alternando bruschi cali a lente risalite. Perdite si registrano anche sui capitali investiti nella finanza etica. Vedi ad esempio qui l'andamento in tempo reale del Fondo Azionario di Etica Sgr.
Un consiglio per evitare rischi eccessivi negli investimenti?
«Una regola d’oro — spiega Roberto Grossi — è sempre quella di diversificare l’investimento. In contesti di elevata incertezza e volatilità è sicuramente meglio rivolgersi al proprio consulente di fiducia o a un gestore professionale. Esistono prodotti di investimento come i fondi comuni che consentono generalmente un elevato grado di diversificazione e che permettono di investire in modo graduale mitigando gli alti e bassi dei mercati attraverso, ad esempio, i Piani di Accumulo di Capitale. Diversi studi accademici confermano poi che le aziende che hanno rating ambientale, sociale e di governance elevato hanno un vantaggio competitivo nella gestione del rischio sul lungo periodo».