Con una sorprendente accelerazione nelle ultime ore della raccolta firme, è stata raggiunta la soglia necessaria delle 500mila sottoscrizioni, consentendo così la presentazione ufficiale della richiesta presso la Corte di Cassazione. Salvo imprevisti, il referendum si terrà nella primavera del 2025, con una possibile estensione al mese di giugno, se le procedure richiederanno più tempo del previsto.
Il referendum sulla cittadinanza italiana sembra esser destinato a diventare realtà.
L’iter prevede ora il controllo formale della validità delle firme da parte della Corte di Cassazione, seguito dal vaglio della Corte Costituzionale, che dovrebbe esprimersi entro febbraio 2025. Tuttavia, nonostante i passaggi tecnici ancora necessari, la campagna referendaria non si fermerà, segnale chiaro che l’iniziativa ha acquisito slancio e determinazione.
Il quesito del referendum
Il referendum propone una
modifica significativa alle attuali regole per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Nello specifico, si chiede di ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale e continuativa sul territorio italiano come requisito per poter presentare domanda. Rimangono invariati altri requisiti importanti, come la conoscenza della lingua italiana, l’assenza di precedenti penali e un livello minimo di reddito. Quest'ultimo varia a seconda della composizione familiare del richiedente, con le seguenti soglie:
263,31 euro per il richiedente senza persone a carico
362,05 euro per chi ha un coniuge a carico
516 euro per ogni ulteriore persona a carico
Secondo le stime, questa riforma potrebbe coinvolgere circa 2,5 milioni di stranieri residenti in Italia, garantendo loro un più facile accesso ai diritti che la cittadinanza comporta. Tra questi diritti figurano la partecipazione elettorale, l'accesso a concorsi pubblici – inclusi quelli per le forze di polizia – e la possibilità di rappresentare l’Italia in competizioni sportive internazionali.
Le reazioni della società civile
L'Arci, una delle principali organizzazioni che hanno sostenuto la raccolta firme, ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto. In una nota, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per il futuro dei giovani di origine straniera: "Un successo che rappresenta per noi una conferma della scelta fatta di stare a fianco dei giovani di origine straniera che hanno fortemente voluto questo referendum".
L'organizzazione ha anche voluto ringraziare pubblicamente tutti i cittadini e le cittadine che hanno partecipato alla raccolta firme e coloro che hanno sostenuto questa "battaglia di civiltà". Secondo l'Arci, questo successo dimostra che la società italiana è più aperta e coraggiosa rispetto a quella che viene rappresentata dalle élite politiche, troppo spesso influenzate da retoriche xenofobe e populiste.
Verso il voto: un cambiamento atteso
Nonostante le formalità istituzionali ancora da affrontare, l'entusiasmo che circonda il referendum sulla cittadinanza segna un punto di svolta nel dibattito pubblico italiano. Le questioni legate all'inclusione, ai diritti e al riconoscimento di chi ha scelto l’Italia come casa sembrano finalmente trovare una risposta concreta.
La campagna continuerà fino a domani 30 settembre, ma già da ora le organizzazioni che sostengono il referendum sono pronte a intensificare la loro attività in vista del voto, promuovendo una "inversione di marcia" rispetto agli anni di promesse non mantenute e di politiche restrittive.
Se il referendum dovesse avere successo, l’Italia si avvierebbe a un significativo cambiamento normativo che potrebbe ridefinire il suo ruolo come Paese più inclusivo e attento ai diritti dei suoi nuovi cittadini.