Sulla fiducia nell'amore misericordioso di Dio è l'Esortazione Apostolica dedicata da papa Francesco a Santa Teresa, una delle sante più conosciute e amate in tutto il mondo anche dai non credenti. Riconosciuta dall'Unesco tra le figure più significative per l'umanità contemporanea.
Se un cristiano domandasse: «Ditemi cosa è essenziale nella fede, ditemi a chi devo guardare per impararlo», papa Francesco risponderebbe: «Guarda
Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo.
Anzi, ha già risposto. Lo ha fatto domenica 15 ottobre con
l’esortazione apostolica C’est la confiance, pubblicata in occasione del 150° anniversario della nascita della santa di Lisieux.
Un documento molto ricco, che documenta quanto il Papa guardi lui stesso a questa santa, morta alla giovane età di 24 anni nel Carmelo e proclamata
patrona universale delle missioni e dottore della Chiesa.
Santa Teresina dottore della sintesi
In Santa Teresina la Chiesa ha voluto mettere in luce il paradosso cristiano. Patrona delle missioni lei, che non si è mai mossa dal suo monastero. Insieme a San Francesco Saverio che invece ha battuto le piste del lontano Oriente. E poi anche dottore della Chiesa, lei che non ha scritto alcun trattato di teologia, gli unici scritti sono tre quaderni di appunti, una sorta di diario spirituale.
Santa Teresina dottore della Chiesa? Quando la richiesta fu posta nel 1932 a Pio XI, il pontefice si stracciò le vesti. Dottore della Chiesa? Una donna? Ma se anche le sue consorelle dicono che nessuno pensava che avesse una dottrina!
La richiesta rimase inesaudita per oltre sessant’anni. Bisognerà aspettare Giovanni Paolo II che nel 1997, facendo tesoro degli studi storici e filologici compiuti da André Combes, proclamasse la
Santa dottore della Chiesa perché «Anche se Teresa non ha un vero e proprio corpo dottrinale, tuttavia
particolari fulgori di dottrina si sprigionano dai suoi scritti».
Benedetto XVI mostrò di apprezzare la decisione del suo predecessore. Ed ora Francesco arriva a fornire la sua interpretazione, definendo Santa Teresina «il dottore della sintesi».
Il Papa, citando se stesso (
Evangelii Gaudium) ricorda che in una Chiesa missionaria «l
’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa».
Pertanto nell’Esortazione apostolica spiega: «Non tutto è ugualmente centrale, perché c’è un ordine o gerarchia tra le verità della Chiesa, e “questo vale tanto per i dogmi di fede quanto per l’insieme degli insegnamenti della Chiesa, ivi compreso l’insegnamento morale”. Il centro della morale cristiana è la carità, che è la risposta all’amore incondizionato della Trinità, per cui “le opere di amore al prossimo sono la manifestazione esterna più perfetta della grazia interiore dello Spirito”. Questo della gerarchia nelle verità professate dalla Chiesa è, perdonate l’espressione, un “tormentone” nel magistero di Francesco.
Ed ecco il passo centrale: «Il contributo specifico che Teresina ci regala come Santa e come Dottore della Chiesa non è analitico, come potrebbe essere, per esempio, quello di San Tommaso d’Aquino. Il suo contributo è piuttosto sintetico, perché
il suo genio consiste nel portarci al centro, a ciò che è essenziale, a ciò che è indispensabile. Ella, con le sue parole e con il suo personale percorso, mostra che, benché tutti gli insegnamenti e le norme della Chiesa abbiano la loro importanza, il loro valore, la loro luce, alcuni sono più urgenti e più costitutivi per la vita cristiana. È lì che Teresa ha fissato lo sguardo e il cuore».
Santa Teresa del Bambin Gesù missionaria
Santa Teresa del Bambin Gesù ci indica ciò che è essenziale. E lo fa con l’autorità di un dottore della Chiesa. Ma la Chiesa, i sacerdoti, i predicatori, i fedeli, sono sintonizzati su questo insegnamento? La risposta di Francesco è negativa: «Come teologi, moralisti, studiosi di spiritualità, come pastori e come credenti, ciascuno nel proprio ambito, a
bbiamo ancora bisogno di recepire questa intuizione geniale di Teresina e di trarne le conseguenze teoriche e pratiche, dottrinali e pastorali, personali e comunitarie. Servono audacia e libertà interiore per poterlo fare».
A Francesco piace così tanto Santa Teresina anche per un altro motivo: «Le ultime pagine della
Storia di un’anima sono un testamento missionario, esprimono il suo modo di intendere l
’evangelizzazione per attrazione, non per pressione o proselitismo.
Vale la pena leggere come lo sintetizza lei stessa: "
Attirami, noi correremo all’effluvio dei tuoi profumi". O Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: Attirando me, attira le anime che amo. Questa semplice parola: “Attirami” basta. Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata avvincere dall’odore inebriante dei tuoi profumi, non potrebbe correre da sola, tutte le anime che ama vengono trascinate dietro di lei"». Il cristianesimo che si diffonde per attrazione.
A Francesco infine piace molto quella che è conosciuta come la “
piccola via” di Santa Teresina, cioè la sua piccolezza abbracciata dall’amore misericordioso di Gesù. La santità, insegna il dottore della Chiesa, non consiste in un nostro sforzo. Aveva scritto in
Storia di un’anima «Nonostante la mia piccolezza, posso aspirare alla santità. Farmi diversa da quel che sono, più grande, mi è impossibile: mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni; ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una piccola via bella dritta, molto corta, una piccola via tutta nuova». Ed ancora: «Sento sempre la stessa audace fiducia di diventare una grande Santa, perché non faccio affidamento sui miei meriti, visto che non ne ho
nessuno, ma spero in Colui che è la Virtù, la Santità stessa: è Lui solo che, accontentandosi dei miei deboli sforzi, mi eleverà fino a Lui e, coprendomi dei suoi meriti infiniti, mi farà
Santa».
Commenta papa Francesco: «Quindi, l’atteggiamento più adeguato è riporre la fiducia del cuore fuori di noi stessi: nell’infinita misericordia di un Dio che ama senza limiti e che ha dato tutto nella Croce di Gesù».