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27 Febbraio 2019

PELLE SCURA, situazione chiara

La percezione del reale che ricaviamo dai media ci tradisce: l'immigrazione non è un'emergenza. È un'IMMERGENZA. Ecco tutti i numeri che lo dimostrano.
PELLE SCURA, situazione chiara
Foto di © UNHCR/Tarik Argaz
La grafica è realizzata grazie ai dati raccolti dal dossier sull'immigrazione IDOS 2018, ed aggiornati grazie ai dati più recenti della Banca Mondiale e dell'Unhcr
Nei primi 9 mesi del 2018 (IDOS) il numero di persone sbarcate in Spagna (oltre 34.000) e in Grecia (oltre 22.000) ha superato quello dell'Italia: poco più di 21.000 presenze. Il dato è crollato di circa il 90% rispetto allo stesso periodo del 2017. Il cambiamento è dovuto agli accordi fra le autorità libiche e l'Italia, stipulati nel 2017. Aumentano in modo vertiginoso, allo stesso tempo, i morti in mare: secondo l'Oim (l'Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite), fra gennaio e settembre 2018 ben 1733 persone sono annegate nel mediterraneo, di cui 1260 nella sola tratta fra Libia ed Italia. Dal 2000 l'Oim stima che su 40.000 migranti deceduti nei mari di tutto il mondo, ben 22.400 siano quelli morti sulla rotta italo-libica.

Nonostante i proclami dei politici siamo di fronte ad un'emergenza inversa: nel 2017 è diminuito, a livello di Unione Europea, di 9 volte il numero di attraversamenti irregolari alle frontiere rispetto al boom del 2015. Sono calate del 44% le richieste di asilo ricevute in Europa fra il 2016 e il 2017.



 


Fonti dati

Migranti nel mondo: qualche pregiudizio

Circa 260 milioni di persone nel mondo sono migranti. 50 milioni i bambini. Metà di questi vivono in dieci paesi (primi della lista sono Stati Uniti, Arabia Sudita e Germania). All'undicesimo posto l'Italia. Negli ultimi vent'anni i migranti nel mondo, contandone 153 milioni del 1990, sono quasi raddoppiati. Nell'Unione Europea nei due terzi dei casi si tratta mi migrazioni interne. La principale area di origine non è l'Africa (un migrante ogni sette nel mondo arriva da qui) ma Asia (due su cinque) ed Europa (uno su quattro). Guida la gratuatoria l'India con 16,6 milioni di emigrati; al ventesimo posto si colloca la diaspora italiana con 5,1 milioni di concittadini che hanno residenza all'estero. La Turchia è il primo paese al mondo per numero di rifugiati.

Migrazioni e demografia

Dagli anni '90 la principale fonte di crescita demografica per i paesi sviluppati è stata l'immigrazione, e a partire dal 2020 questo potrebbe diventere l'unico fattore di crescita. Entro il 2050 però l'afflusso netto di migranti nei paesi sviluppati non sarà più in grado di compensare la differenza dei decessi sulle nascite. Per fare un esempio in Europa, stimando una differenza decessi/nascite di 57 milioni di persone fra il 2015 e il 2050, ed un saldo migratorio di 32 milioni nello stesso periodo, ci si aspetta un calo di popolazione indicativo di 25 milioni di persone. Unhcr stima siano circa 2.3 milioni i rifugiati residenti nell'Unione Europea e meno di 1 milione i richiedenti asilo. 1,4 milioni di questi stanno in GErmania, 400 mila in Francia, 354 mila in Italia.

L'Italia può dormire tranquilla

In Italia la percentuale di presenza di stranieri percepita è del 17,4% superiore a quella reale. È smentita dalla realtà la tesi che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani: dei circa 2 milioni e 423 mila occupati stranieri che esercitavano in Italia nel 2017, ben due terzi svolgevano professioni poco qualificate, a tal punto che sono sovraistruiti più di un terzo della forza lavoro con cittadinanza straniera. Quasi 600.000 sono le imprese autonome guidate da immigrati.

La presenza stabile degli italiani all'estero ha raggiunto il livello di qeulla degli stranieri residenti in Italia (5.1 milioni nel 2017).