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29 Luglio 2024
Ultima modifica: 29 Luglio 2024 ore 15:01

Tratta di esseri umani: il reclutamento è online

L'allarme minori, nella Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani
Tratta di esseri umani: il reclutamento è online
Foto di Andrea Vicenzi
Il report in occasione del 30 luglio: in Europa 2 vittime su 3 sono donne e ragazze. Sempre più vulnerabili le vittime, reclutate e sfruttate su internet, sempre più difficili da identificare le forme di sfruttamento indoor e online. La voce delle vittime e degli operatori sul campo nei dati di Save the children e Comunità Papa Giovanni XXIII.
Non lasciare indietro nessun bambino nella lotta contro la tratta di esseri umani” è il tema della Giornata internazionale contro la tratta di persone che le Nazioni Unite celebra il 30 luglio ogni anno. Nel mondo 1 vittima su 3 è minorenne. Bambine vendute come spose. Minori adescati nell’industria pornografica e nella prostituzione. Costretti al lavoro forzato o ad altre forme di attività criminali. Sono loro i più vulnerabili nella tratta oggi. La tecnologia digitale è la modalità più diffusa per reclutarli e mantenerli nei circuiti di sfruttamento, oltre i confini.  Una fotografia inquietante di un fenomeno che non diminuisce nemmeno in Europa.

Save the children, a sostegno delle vittime di tratta minorenni

Anche Save the children Italia nel Report annuale intitolato Piccoli schiavi invisibili e presentato lo scorso 26 luglio, ha messo in luce le gravi condizioni delle vittime, raccogliendo in particolare i racconti della fascia più colpita nel mondo nell’ultimo decennio, ovvero i minori tra i 9 e i 17 anni (il 21,8% dei casi). Per la loro età sono infatti più facilmente controllabili e ingannati: i bambini e le bambine vittime della tratta in Europa sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. In Italia, secondo i dati del Numero Verde nazionale antitratta nei primi cinque mesi del 2024, dei minori valutati in crescita rispetto all’anno precedente (+1,4%) il 62,7% erano di genere maschile e il 37,3% femminile. Fascia d’età prevalente 16-18 anni. Quanto alle nazionalità in calo le presenze dalla Nigeria. Attualmente gli adolescenti provengono per la maggioranza da Tunisia (19,4%), da Bangladesh e Pakistan (11,3%), Costa d'Avorio (12,9%), Nigeria (9,7%), Egitto (8,1%). 

Save the children Italia li supporta col progetto Nuovi Percorsi che dal 2021 sostiene madri (e in alcuni casi padri) e minori stranieri soli con la presa in carico da parte di un team multidisciplinare e l’attivazione di doti di cura su misura, in sinergia col Numero verde antitratta, e in convenzione con la Comunità Papa Giovanni XXIII. Lungo i confini ha avviato invece il progetto EVA per identificare e assistere giovani a rischio o vittime di tratta che transitano tra Italia e Francia (Ventimiglia), tra Francia e Spagna (Irun) e nelle città francesi di Parigi e Nimes.

Il Report della Comunità di don Benzi

In aumento lo sfruttamento delle persone più vulnerabili attraverso l'online. Sono madri, sono vittime di violenze multiple, e sono giovani fragili, le 101 persone assistite dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Operatori e operatrici evidenziano le conseguenze a lungo termine sulla loro salute mentale e la vulnerabilità, data anche da un numero significativo di figli con disabilità, circa 1 su 5, e dal fatto che per lo più sono disorientati perché rientrati dal nord Europa. Il rischio di ricadere nelle mani dei trafficanti con lo sfruttamento online è alto. Lo sfruttamento sessuale è ancora la forma di sfruttamento più diffusa e più dannosa a livello fisico e psicologico.

Operatrice contro la prostituzione online, al computer
Operatrice del progetto contro la prostituzione online della Comunità Papa Giovanni XXIII
“Le piattaforme online sono diventate la principale infrastruttura per le reti criminali per pubblicizzare le vittime della tratta, compresi i bambini, a un pubblico globale di acquirenti" – si legge nel Report 2024 ”Tra vulnerabilità e resilienza” pubblicato per la Giornata mondiale contro la tratta. Non a caso sono state potenziate nel 2023 le attività di primo contatto attraverso l’analisi di siti pornografici e di incontro per intercettare le vittime del mercato del sesso e della digitalizzazione delle prestazioni. Come in Puglia: “Dall’attività di mappatura e contatto della Comunità di don Benzi, - si precisa nel Report 2024 - è emersa una presenza rilevante di persone soprattutto dall’America meridionale (Venezuela, Colombia, Brasile, Argentina), a seguire persone provenienti dall’Europa dell’est (Albania, Romania, Bulgaria, Moldavia). L’età presunta delle persone contattate si aggira tra i 18 e i 35 anni”.

Aiutiamo le madri uscite dalla prostituzione e i giovani sfruttati nel lavoro a reintegrarsi

Non mancano però anche azioni per intercettare giovani adulti costretti al lavoro in condizioni di indigenza, senza documenti, senza assistenza sanitaria, schiavi per pochi euro nel facchinaggio, nei campi, negli allevamenti, o nella tratta degli elemosinieri. Contattati sui social con le promesse più disparate, di istruzione, impiego, alloggio o relazioni sentimentali. A rischio anche chi fugge da paesi martoriati dalla guerra, tra cui l’Ucraina, o da persecuzioni contro minoranze etniche come il caso dei giovani del Punjab.
Grazie ai progetti finanziati da fondi europei, percorsi individuali a misura delle specifiche vulnerabilità sono state sostenute nella salute e nella integrazione lavorativa 70 persone.

L'appello del presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII

L’appello alle istituzioni e a chi lavora sul campo arriva dal Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, il torinese Matteo Fadda: «Don Oreste Benzi ci ha insegnato che camminare al passo dei più vulnerabili e condividere con loro un pezzo di strada aiuta a far luce sulle ingiustizie della nostra società: le persone vittime della criminalità organizzata che usa la tecnologia come nuovo mezzo di sfruttamento ci chiedono di aprire gli occhi».



«La tratta degli esseri umani - continua - c'è ancora, ha solo cambiato pelle. Le persone sfruttate che ricordano gli schiavi nei campi di cotone, che raccolgono la verdura e la frutta per le nostre tavole, oppure nascosti negli scantinati lavorano il cuoio e le stoffe per farne capi griffati, ci chiedono di non far finta di non vedere che la tratta degli esseri umani è un business redditizio, di trafficanti senza scrupoli. Davvero le persone vulnerabili che riescono a sottrarsi al loro controllo sono i nostri 'maestri', ci indicano la via per contrastare la tratta a tutti i livelli. Per questo dobbiamo dar loro voce e lottare per cambiare la storia».