Volontariato in Tanzania: il racconto di un'incontro. Il viaggio fino a visitare il villaggio natale della piccola bimba denutrita.
La storia di Naomi è una storia semplice, una storia damore per la vita che in silenzio grida riscatto andando contro ogni logica, mostrandoci che il confine tra possibile e impossibile a volte è così labile da scomparire. Naomi è una bimba di 5 anni arrivata al centro Ngome per bambini malnutriti in Tanzania della Comunità Papa Giovanni XXIII circa due anni fa, poco prima di Natale.
Quando labbiamo pesata raggiungeva a mala pena i 5 chili, ricordo ancora i nostri sguardi attoniti mentre leggevamo il peso sulla bilancia. Oltre ad essere malnutrita, Naomi è affetta da una lesione cerebrale importante che la rende dipendente in tutto e per tutto dalla sua mamma. È lei che la nutre, la veste e la porta sulla schiena per venire al centro. Ogni volta percorre circa 25 km, la distanza che separa il loro villaggio da Iringa, dov'è la sede del centro.
Naomi è una piccola Masai. Al villaggio la vita della Tribù gravita intorno allallevamento e alla coltivazione delle terre, il tempo è scandito dalla luce del sole e dal trascorrere delle stagioni; ognuno ha un ruolo preciso nell'economia di questa piccola comunità. A causa della sua disabilità la bimba mangia molto lentamente e ha bisogno di mille attenzioni, che difficilmente si conciliano con gli impegni di chi trae dal bestiame e dalla terra il proprio sostentamento. Con la sua fragilità Naomi rompe tutti gli schemi: ha bisogno del suo tempo, che sia giorno o notte, stagione secca o delle piogge.
Per percorrere i circa 25 km che le separano dal centro nutrizionale devono prendere ben tre mezzi: prima una moto che da casa loro le porta al vicino villaggio di Kiwere, poi un bus che le conduce fino alla città di Iringa e infine un risciò che le lascia nei pressi del centro.
Andiamo a vedere la sua casa
Una volta siamo andati a trovarla a casa sua, pieni di fiducia nelle poche ma chiare indicazioni che ci avevano fornito. Siamo così partiti per il villaggio di Kiwere, sulla strada che porta a Pawaga... puntino insignificante su Google map. Per arrivare al villaggio si percorre ununica strada, contornata da una intermittenza di colori e distese rigogliose di rami e sterpaglie, selvagge e disordinate. Avvolti da un irreale silenzio, lungo la strada che si faceva sempre più stretta, cercavamo di seguire le tracce, battute da qualche altra sporadica macchina, finché all'improvviso è apparso un Masai, che correva verso di noi.
Eravamo arrivati. Naomi e la sua famiglia ci attendevano sotto una tenda improvvisata. Vedere dove abitano e capire quanta strada percorrono lei e la mamma per venire da noi rendono la vita di questa piccola Masai ancora più speciale, e noi ancora più ricchi del privilegio di poterla accompagnare in questo pezzo di cammino.
Con la sua storia Naomi è un segno unico e miracoloso che parla a tutti coloro che vivono il centro nutrizionale: a noi, alle mamme, ai bimbi che a volte teneramente laccarezzano. La cosa che ci ha sempre stupito, e che ancora adesso non sappiamo spiegarci, è come sia possibile che Naomi sia ancora viva. La sua vita va contro ogni logica, piccola e fragile nel suo villaggio fatto di niente, in case di terra e paglia, dove linverno è freddo, anche se siamo in Africa, e il vento soffia ed entra in ogni fessura. Eppure Naomi vive, sopravvissuta a un parto fatto in casa, senza alcun sostegno medico. Sopravvissuta ai primi difficilissimi mesi di vita, che passo dopo passo, sono diventati anni. Sopravvissuta anche alle credenze animiste di un popolo che vive mantenendo tradizioni, lingua e abiti antichi.
Naomi, cucciolo duomo, sopravvive e non cede, anzi adesso pesa più di 8 chili, conquistati grammo dopo grammo con tante cadute e incidenti di percorso. Naomi vive, grazie alla sua mamma Sofia che se ne prende cura. Naomi vive anche se le fatiche sono tante e ci dimostra come la vita grida anche senza far rumore, grida e in silenzio sposta le montagne, attraversando chilometri di niente a bordo di una moto e poi di un bus e poi di un risciò, per arrivare tutte le settimane puntuale al centro e per la fisioterapia.
Naomi vive e insegna che la vita quando ci crediamo è più forte di ogni avversità, batte previsioni e decide lei cosa è possibile. Perché quando Naomi è arrivata al centro nutrizionale ci sembrava impossibile poter progettare un futuro, mentre oggi dopo due anni è ancora qui tra noi a rompere schemi e a metterci in discussione.
Come sostenere Naomi e le attività del centro
Per aiutare Naomi: con 50 euro le regalerai una sedia personalizzata, studiata dalla pediatra e dalla fisioterapista che lhanno in cura per consentirle di stare seduta da sola. Con 30 euro sosterrai lei e la sua mamma con un mese di spese di trasporto, che le consentiranno di continuare a raggiungere il centro.