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4 Agosto 2024
Ultima modifica: 4 Agosto 2024 ore 08:55

Vangelo di domenica 4 agosto: «Io sono il pane di vita»

Se uno mangia il pane che è Cristo e crede in lui non avrà più fame né sete perché sperimenterà la pienezza della relazione con lui.
Vangelo di domenica 4 agosto: «Io sono il pane di vita»
Foto di Antonio Gravante
Vangelo della XVIII domenica del tempo ordinario - Anno B: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». 

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 6, 24-35)

Commento al Vangelo del 4 agosto 2024 (XVIII domenica del Tempo Ordinario - Anno B)

Per il popolo ebreo la manna era stata uno dei segni più grandi che Dio aveva dato ai suoi figli: quel pane venuto dal cielo aveva dato loro la forza di seguire Mosè nel deserto. Gesù afferma che non avevano compreso quel segno: non Mosè aveva dato il pane dal cielo, «ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Che definizione stupenda Gesù dà di se stesso: egli è colui che dà la vita al mondo! Gesù non è venuto a giudicare il mondo, ma a dare la vita perché il mondo sia salvato. Di fronte alla richiesta un po’ confusa che gli fanno - «Signore, dacci sempre questo pane» - rivela loro la sua persona: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Gesù è la risposta al nostro bisogno più profondo ed essenziale: la relazione. 
Se uno mangia il pane che è Cristo e crede in lui non avrà invece più fame né sete perché sperimenterà la pienezza della relazione. In quegli istanti in cui sperimentiamo dentro di noi la gioia del Cristo, non sentiamo più bisogno di nulla perché tutta la nostra persona è piena della relazione con lui, ed è esperienza di Dio.
Davvero quello che ci porta Gesù è proprio un mondo totalmente nuovo, un altro mondo!

Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano, abbònati qui
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