Vangelo dell'Immacolata Concezione: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Dal Vangelo di Luca (Lc 1, 26-38)
Commento al Vangelo dell’8 dicembre 2024 (Immacolata Concezione di Maria)
L'angelo saluta Maria con queste parole: «Rallegrati, piena di grazia». Ho cercato di guardare nella Scrittura cosa significa la parola nel testo originale greco: kecharitoméne. Essa indica una pienezza per cui la persona non ha altro spazio se non per quello di cui è piena; ma implica una pienezza assoluta non relativa al momento del tempo, una pienezza che è un modo di essere. Di qui Maria, essendo piena di grazia, piena del favore divino, piena della compartecipazione della vita di Dio, piena quindi dell'amicizia di Dio, è libera dal peccato, dalle conseguenze del peccato. Il Signore ha voluto che una creatura uguale a noi fosse già in questa pienezza, perché fosse segno, fondamento della speranza attesa. Nel medesimo tempo noi capiamo che Maria, essendo donna, creatura umana, è la persona più adatta a portarci a Dio! Metti la tua mano nella mano di Maria!
Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano, abbònati qui
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